Nadia Murad: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 37:
*La gente dice che lo yazidismo non è una «vera» religione perché non abbiamo un libro ufficiale come la Bibbia o il Corano. Dato che alcuni di noi non si bagnano al mercoledì – il giorno in cui Tawusi Melek giunse per la prima volta sulla terra, e il nostro giorno di riposo e preghiera –, dicono che siamo sporchi. Siccome preghiamo rivolti al sole, ci chiamano pagani. La nostra fede nella reincarnazione, che ci aiuta ad affrontare la morte e a tenere unita la comunità, viene rigettata dai musulmani perché non è condivisa da nessuna delle fedi abramitiche. Alcuni yazidi evitano certi alimenti, come la lattuga, e vengono derisi per le loro strane abitudini. Altri non indossano il blu perché lo considerano il colore di Tawusi Melek, troppo sacro per un essere umano, e perfino questa scelta viene ridicolizzata. (p. 35)
*Nei libri di storia che leggevo a scuola gli yazidi non esistevano, e i curdi erano descritti come una minaccia contro lo Stato. La storia dell'Iraq era presentata come un susseguirsi di battaglie nelle quali i soldati arabi iracheni venivano aizzati contro coloro che volevano prendersi il loro paese. Era una storia sanguinosa, pensata per renderci orgogliosi della nostra nazione e dei leader risoluti che avevano scacciato i coloni britannici e [[Rivoluzione del 14 luglio|rovesciato il re]], ma su di me sortì l'effetto contrario. Più tardi mi convinsi che era stato anche a causa di quei libri se i nostri vicini si erano uniti all'ISIS o non avevano mosso un dito mentre i terroristi attaccavano gli yazidi. Nessuno che avesse frequentato una scuola irachena avrebbe pensato che la nostra religione meritasse protezione, né che ci fosse qualcosa di male o anche solo di strano in una guerra senza fine. Ci avevano insegnato la violenza fin dal primissimo giorno di scuola. (p. 38)
*Dopo che [[Saddam Hussein|Saddam]] aveva [[Guerra del Golfo|invaso il Kuwait]] nel 1991, le Nazioni Unite avevano applicato sanzioni all'Iraq nella speranza di limitare il potere presidenziale. Da piccola non capivo la ragione di queste sanzioni. In casa mia le uniche persone che parlavano di Saddam erano i miei fratelli Massoud e Henzi, e solo per zittire chiunque si lamentasse durante i discorsi alla tivù o alzasse gli occhi al cielo sentendo la propaganda sui canali statali. Saddam aveva tentato di guadagnarsi la fedeltà degli yazidi in modo che lo affiancassero contro i curdi e combattessero le sue guerre, però pretendeva che ci unissimo al [[Partito Ba'th|partito Baath]] e ci definissimo arabi anziché yazidi.<br>A volte alla tivù c'era solo Saddam seduto a una scrivania a fumare e a raccontare storie sull'Iran, con una guardia baffuta accanto a lui, blaterando di battaglie e del suo valore. «Di cosa sta parlando?» ci chiedevamo, e in risposta ci stringevamo nelle spalle. Non c'erano accenni agli yazidi nella Costituzione, e qualsiasi segnale di ribellione veniva prontamente punito. Certe volte mi veniva voglia di ridere per ciò che vedevo in tivù - il dittatore con il suo buffo cappello -, ma i miei fratelli mi ammonivano a non farlo. «Ci sorvegliano» diceva Massoud. «Sta' attenta a quello che dici.» L'imponente ministero dell'Intelligence di Saddam aveva occhi e orecchie dappertutto. (p. 41)
 
==Bibliografia==