Peter Altenberg: differenze tra le versioni

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*Riprodursi?!?<br />Genera piuttosto ''colui'' che ''non'' sei potuto diventare, ''tu''. (p. 123)
*Sia così la tua anima! Precipiti, affondi, si perda, si polverizzi!<br/>Ma ritrovi poi, sicura, raccolta, nel letto più tranquillo, il suo puro e chiaro corso! (''Cascata della Traun presso Gmunden'', p. 138)
*Ci accorgiamo solo a poco a poco che il «fiore azzurro» dei [[Romanticismo|romantici]] cresce realmente nei ''campi reali'' – – – la campanula, il fiordaliso, il nontiscordardimé eccetera, eccetera, e che questi fiori sono ''più belli'', ''più graziosi'', più trasognati e ''dolcemente misteriosi'' di quelli che allignano nel ridicolo humus del paese dei sogni – – –! Essere ancora capaci di scoprire l'«ideale» nel «reale» – – – questo soltanto significa essere veramente un ''romantico''! (p. 152)
*[[Dio]] ''pensa'' nel genio, ''sogna'' nel poeta e ''dorme'' nella restante umanità. (p. 159)
*Un [[aforisma]] è qualcosa che risparmia allo ''scrittore'' un saggio esplicativo, ma che, proprio per questo, provoca nel ''lettore'' il massimo shock. (p. 159)
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*{{NDR|Le donne nei ritratti di [[Gustav Klimt]]}} Sono tutte creature che si sottraggono alla pesantezza terrestre, quale che sia la loro posizione nella vita reale del giorno e dell'ora. Sono tutte principesse per mondi migliori e più delicati. Il pittore le ha viste così, non si è lasciato ingannare, le ha giustamente innalzate agli ideali che in esse cantavano e gemevano. (p. 195)
*Dovrebbe essere possibile far nascere dalle «''piccolezze''» una ''sinfonia'' dell'esistenza ''quotidiana''! Non aspettate i grandi eventi! Anche ''il più piccolo'' avvenimento è un ''grande'' evento! Lo squittio del topo nella trappola è una terribile tragedia! Una volta uno mi disse: La ''cosa più terribile'' è un leprotto trascinato nella tana di una volpe. Le piccole volpi lo rosicchiano vivo giorno e notte coi loro aguzzi dentini! Sono queste le tragedie dell'esistenza! <br/>Le ''piccolezze'' della vita sono per noi sostitutive dei «grandi eventi». In ciò sta il loro valore, purché lo si comprenda! (da ''Piccolezze'', p. 203)
'' ''[[Essere|Sii]]'' come ''sei''! | Né ''più'', né ''meno''! | Ma ''sii'' così! | In tutto e per tutto ---. | [...] | E dovessi anche precipitare nell'abisso, | che sia almeno il ''tuo'' abisso quello in cui ti sfracelli!''». (p. 205)
*Il ''[[pudore]]'' è «''una protezione per le proprie inadeguatezze''». Si nasconde ciò che c'è da ''nascondere''! Anche la ''fedeltà'' è una protezione. Se solo sapessi contro cosa?! Ah, sì, contro i ''pericoli'' dell'infedeltà! (p. 250)
*Hanno nostalgia dell'[[inconscio]] ''soltanto'' coloro i quali in ''coscienza'' sanno una cosa sola: che ''erano'' e ''sono rimasti'' degli asini! (p. 259)
*È triste essere un'''[[eccezione]]''. Ma è ancora più triste ''non'' esserlo. (p. 267)
*Com'è possibile ''continuare'' ad [[amore|amare]] quando ''non si ama più''?! Come ci si regola con la propria anima?! Chiedilo al ''filisteo''! Lui ci riesce!<br />La sua ''anima morta'' viene sostituita dal ''vivente senso del dovere!''<br /> È un pezzo di bravura, una stregoneria, qualcosa che va ''al di là'' e ''contro'' la natura, e tuttavia, ''lui'' ci riesce! (p. 271)
*Non sapersi ''difendere''?! Ma noi sappiamo ''pensare'' e ''ghigliottinare'' nel nostro intimo! Più d'uno è sfuggito forse a [[Georges Jacques Danton|Danton]], [[Jean-Paul Marat|Marat]], [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]]. ''A me'' non è sfuggito ''nessuno''. (p. 279)
*Sedevamo bevendo tè giallo oro, caldo, profumato. Il tè dissipava la fresca umidità della sera d'aprile. Guardavamo fuori in silenzio lo splendore della pianura. Il [[vento]] del bosco veniva dalle montagne e dalle colline, e dal mondo che all'imbrunire si riposava! O effimero [[Uomo]], il vento del bosco verrà dalla collina e dalle montagne, in eterno – –. (pp. 285-286)
*Un [[re]] in stato d'animo regale propose a un mendicante di dargli del «''tu''». Solo allora il mendicante si rese conto di essere un mendicante! (p. 300)
*«''Autentico'' [[cristianesimo]]» significa fare un ''affare'', l'''unico giusto'' su questa terra. L'affare per cui si dimostra che rendere un ''servizio vitale'' a un ''altro'' è cosa più felice, ''più preziosa'' che renderlo ''a se stessi''! Io non ''invidio'' nessuno per il suo «''[[egoismo]] apparentemente ben calcolato''». Per me l'egoismo è sempre «''mal calcolato.''» (p. 327)
*Come si può essere bonari quando si è ''sufficientemente intelligenti''?! Come è possibile giustificare, ignorare, considerare ''ovvie'' delle idiozie che accadono intorno a noi mentre non ''dovrebbero'' affatto accadere?! È ''questa'' la bonarietà?! No, è ''stupidità'' o ''pigrizia'', o mancanza d'interesse, dunque ''egoismo''! (p. 329)
*Sii quello che sei, non essere mai quello che gli altri esigono proditoriamente da te! Poiché essi non esigono altro da te se non la impudica toilette delle loro vanità, soltanto per non sentirsi ridicoli davanti a te! Ti impongono di sottometterti a loro, come a [[Hugo Wolf]] è stato imposto di sottomettersi a [[Franz Lehàr]]! Non fatelo!, scendete nelle vostre tombe coi vostri logori vestiti. E ridete delle loro risate! (p. 341)