Pietro Aretino: differenze tra le versioni

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==''Lettere. Il primo e il secondo libro''==
*Certo, io stupisco come i poeti non si sbrachino per cantar le virtù de l'[[insalata]]. E si fa un gran torto a i frati e a le moniche a non lodarla, perché essi rubbano l'ore e le orazioni per ispenderle in nettarla da i sassolini, ed esse quasi balie sue gittano il tempo dietro a quel tempo che suda, in adacquarla e in curarla. (da ''A messer Girolamo Sarra'', p. 271)
*Che così non si po far de i [[funghi]], a i quali fa bisogno bollir con due fette di medolla di pane e poi frigergli ne l'olio. E anco non si mangiano volentieri se non la mattina, per sospetto del veleno che di notte malamente si po riparare, bontà del sonno che sganghera l'eccellenza de i medici. (Da ''Al signor Luigi Gonzaga'', p. 259)
*Chi non dubita de le promesse de i principi, non sa ciò che sia [[dubbio]]. (Da ''Al conte Massimo Stampa'', p. 108)