Golda Meir: differenze tra le versioni

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*A tutti quelli che parlano in favore di riportare indietro i rifugiati arabi devo anche dirgli come pensa di prendersi questa responsabilità, se è interessato allo stato d'Israele. E bene che le cose vengano dette chiaramente e liberamente: noi non lasceremo che questo accada. (da un discorso alla Knesset, riportato su Ner, ottobre 1961.)
 
{{Int|Dall'Dalla 1ª intervista di [[Igor Man]]|in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,111/articleid,0126_01_1969_0110_0011_47938550126_01_1969_0108_0001_6148630/ ''ParlaGolda laMeir signorasmentisce Golda«Non Meirabbiamo atomiche»''], ''La Stampa'', 119 maggio 1969}}
*Israele non ha bombe atomiche né intende impiegarne.
*{{NDR|Sul perché Israele non ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare}} Ne abbiamo tanti di problemi sul tappeto... In ogni caso Israele non è il solo paese a non aver firmato ancora.
*Israele non introdurrà mai per primo armi atomiche nel Medio Oriente.
 
{{Int|Dalla 2ª intervista di [[Igor Man]]|in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0126_01_1969_0110_0011_4793855/ ''Parla la signora Golda Meir''], ''La Stampa'', 11 maggio 1969}}
*Non ha senso pensare che la pace possa raggiungersi per interposta persona. Sono gli arabi che debbono farla, con noi, sedendosi allo stesso nostro tavolo. Finché i Grandi discuteranno, gli arabi si sentiranno scaricati di ogni responsabilità, e invece, ora, debbono finalmente assumersene. Tre volte hanno fatto la guerra e tre volte l'hanno perduta e sempre c'è stato qualcuno che ha detto loro: non importa, arrangiamo noi la situazione. E così abbiamo avuto armistizi, forze d'emergenza dell'Onu, tregue, osservatori, ma giammai la pace. Adesso basta. Nessuno può risolvere un problema che investe direttamente arabi e israeliani, nessuno può imporci una soluzione. Vogliamo la pace, una pace negoziata fra le parti in causa che ci garantisca confini certi e giusti.
*Dove mai s'è visto nella storia che due nazioni che hanno fatto la guerra non abbiano poi sottoscritto la pace sedendo al tavolo delle trattative? Nel caso nostro c'è di più: siamo stati attaccati, abbiamo vinto. Il popolo che è stato attaccato e che ha vinto invita gli aggressori sconfitti: prego, venite e facciamo la pace. E questo sarebbe un atteggiamento tanto assurdo ed estremista da alienarci gli amici? Può darsi, ma si tratterebbe di un caso assai strano. Di solito a domandare la pace è chi perde, tuttavia noi rigettiamo ogni posizione di privilegio: noi vogliamo una pace dignitosa, onorevole per tutte due le parti a chiusura d'una guerra che speriamo, e fortemente auspichiamo, sia stata l'ultima.