Rainer Maria Rilke: differenze tra le versioni

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*[[Nascita|Nasciamo]], per così dire, provvisoriamente, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente.<ref>Da ''Lettere milanesi''.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Oh vita, vita, poter uscire.<ref>Citato in [[Umberto Veronesi]], ''L'ombra e la luce: La mia lotta contro il male'', Einaudi, Torino, 2008, p. 83. ISBN 978-88-06-19501-0</ref>
* Per questi rispettabili tedeschi, l'Italia deve essere sempre stata una meta di viaggio principesca, con archi di trionfo, fiori e fuochi d'artificio. Ma, in un certo senso, costoro non hanno torto. Calano qui {{NDR|sul [[Lago di Como]]}}, stanchi dell'inverno, del riscaldamento artificiale e dell'oscurità, e appena giunti vi trovano tutto il sole e il comfort che possono desiderare. E non chiedono altro. <ref>''Simoën, Jean Claude, Viaggio in Italia'' (1994), Rizzoli.</ref>
*''Respirano lievi gli altissimi [[abete|abeti]] | racchiusi nel manto di [[neve]]. | Più morbido e folto quel bianco splendore | riveste ogni ramo via via. | Le candide strade si fanno più zitte, | le stanze raccolte più intente''.<ref>Da ''Liriche e prose'', Sansoni.</ref>
*Ti ricordi ancora di [[Roma]], cara Lou? Com'è nella tua memoria? Nella mia rimarranno un giorno solo le sue acque, queste limpide, stupende, mobili acque che vivono nelle sue piazze; e le sue scale, che sembrano modellate su acque cadenti, tanto stranamente un gradino scivola dall'altro come onda da onda; la festosità dei suoi giardini e la magnificenza delle grandi terrazze; e le sue notti, così lunghe, silenziose e colme di stelle.<ref>Dalla lettera a [[Lou Salomè]], 3 novembre 1903.</ref>