Max Stirner: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Max Stirner==
*A considerarlo nell'insieme, Stirner è orribile, sguaiato, millantatore, smargiasso, un goliarda, uno studente degenerato, uno zotico, un egomane, evidentemente uno psicopatico grave. Uno che a voce alta e sgradevole va gracchiando: "Io sono io, nulla mi importa oltre me stesso". I suoi sofismi verbali sono insopportabili. L'eccentricità avvolta in fumo di sigaro della sua bohème da osteria è nauseante. Eppure Max sa qualcosa di molto importante. Sa che l'Io non è un oggetto di pensiero. Così ha trovato il titolo più bello e in ogni caso più tedesco di tutta la letteratura tedesca: L'unico e la sua proprietà. In questo momento Max è l'unico che mi fa visita nella mia cella. Questo, da parte di un egoista rabbioso, mi commuove profondamente. ([[Carl Schmitt]])
*In una famosa opera intitolata ''L'Unico e la sua proprietà'' (1845), Max Stirner giunse fino a respingere ogni idea morale. Tutto ciò che in un modo qualsiasi, sia come potenza esterna, sia come semplice idea, si colloca più in su dell'individuo e del suo capriccio, è respinto da Stirner come un odioso limite dell'«io» per opera dell'«io» stesso. ([[Friedrich-Albert Lange]])
*San Max (Stirner) riconosce che l'Io riceve uno 'choc' dal mondo fichtiano. Ma che i comunisti siano decisi a far passare sotto il loro controllo questo 'choc' che (se non si riduce a una vuota frase) diventa in realtà uno 'choc' molto complesso e determinato in molteplici modi, questo, per San Max, è un ragionamento troppo ardito perché egli vi si soffermi. ([[Karl Marx]])