Georges Ivanovič Gurdjieff: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 11:
*Tutti nel monastero conoscono l'alfabeto di queste pose, e la sera, quando le sacerdotesse danzano nella grande sala del tempio, secondo il rituale proprio di quel giorno, i monaci leggono nelle pose da esse assunte delle verità che gli uomini vi hanno inserito alcune migliaia di anni fa. Queste [[danza|danze]] adempiono a una funzione analoga a quella dei nostri libri. Come noi oggi facciamo sulla carta, così una volta certe informazioni relative ad avvenimenti trascorsi da molto tempo, furono registrate in queste danze e tramandate di secolo in secolo agli uomini di generazioni future. Queste danze furono chiamate danze sacre. (da ''Il principe Yuri Lubovedsky'', Solovëv, p. 216)
 
==''Vedute sul mondo reale. Gurdjieff parla ai suoi allievi''==
*''Domanda'': Si può trovare qualcosa di valido nelle cerimonie e nei riti cattolici? ''Risposta'': Non ho studiato il rituale cattolico, ma conosco bene i rituali della Chiesa greca, nei quali, al di là della forma e del cerimoniale, esiste un senso reale. Ogni cerimonia, finché continua a essere praticata senza modificazioni, conserva il suo valore. I rituali, come le [[danza|danze antiche]], erano una guida, un libro in cui era scritta la verità. Ma per capirli bisogna averne la chiave. Anche le vecchie danze popolari hanno un senso; ce ne sono persino alcune che racchiudono delle ricette per fare la marmellata. (da ''Primi contatti. New York, 13 febbraio 1924'', p. 89)
*Lo stile dei movimenti e delle pose di ogni epoca, di ogni razza e di ogni classe, è indissolubilmente legato a determinate forme di pensiero e di sentimento. E il legame è così stretto che un uomo non può cambiare né la forma dei pensieri né quella dei sentimenti, se non cambiando il proprio repertorio di pose. (da ''L'esercizio dello "stop". Parigi, 6 agosto 1922'', p. 154)