Henri de Saint-Simon: differenze tra le versioni

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*Dallo studio della storia, Saint-Simon giunse alla conclusione che la società aveva periodi alterni di equilibrio e di squilibrio. Il Medioevo, egli pensava, era stato un periodo di equilibrio; la Riforma e la Rivoluzione avevano costituito un periodo di squilibrio. Ora la società era matura per il consolidamento di un nuovo periodo di equilibrio. Il mondo intero sarebbe dovuto essere organizzato su basi scientifiche e questo era evidentemente un problema industriale e non, come si era creduto nel diciottesimo secolo, un problema metafisico. ([[Edmund Wilson]])
 
*Fra i primi Saint-Simon compie la notevole scoperta che il sostrato di tutta la politica è da ricercarsi nell'economia, che dunque il mutamento della forma d'esistenza sociale e statale si produce dal dispiegamento e dal progresso delle forze economiche nell'organismo della società. Ma da questa interpretazione della storia materialistico-causale egli non sa derivare un efficace metodo di modificazione della realtà sociale. ([[Otto Rühle]])
 
*[...] il maggior contributo alla dichiarazione del concetto di unità europea fu portato da Henri de Saint-Simon, che nel 1814 pubblicò con la collaborazione di [[Augustin Thierry]] un volume ''De la réorganisation de la Société européenne''; egli elogiava anzitutto [[Carlo Magno]] come «il primo e vero organizzatore della società europea», dissolta poi da [[Martin Lutero|Lutero]] e dai trattati di Westfalia, ma ormai, senza tornare al Medio Evo, erano maturi i tempi per ''rassembler les peuples d'Europe en un seul corps politique en conservant à chacun son indépendance nationale''. Dichiarando di scrivere per suscitare una nuova idea e un nuovo sentimento di patria, «il patriottismo europeo», sosteneva doversi sostituire al concetto di alleanza politica tra due o più Stati, la nozione di «Società degli stati europei»; proponeva l'adozione di un parlamento europeo, al quale assegnava compiti politico-economici; caldeggiava una società internazionale europea organizzata sul lavoro, dato che ''la suprématie du travail'' era la sua idea-madre che, se attuata, avrebbe condotto al miglioramento della classe più diseredata e numerosa; soltanto così si sarebbe riusciti a far ''sortir le patriotisme hors des bornes de la patrie ed a considérer les intérétts de l'Europe''. ([[Paolo Brezzi]])