Indira Gandhi: differenze tra le versioni

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*Se qualcosa va bene in mani private perché guastarla col bigottismo delle nazionalizzazioni?<ref name="piufortepersonalita"/>
*{{NDR|Sulla [[guerra di liberazione bengalese]]}} L'India sa che la guerra è una cosa malvagia, ma vi sono dei momenti in cui il non accettare una sfida di guerra significa null'altro che viltà e mancanza di adempimento dei propri doveri. Se noi avessimo consentito all'annientamento di una nazione ed alla soppressione del suo popolo, ciò sarebbe stato motivo di disonore per l'India. Se una nazione non è in grado di alzare la voce quando viene commessa altrove un'ingiustizia, essa non può pretendere di combattere l'ingiustizia in casa. Siamo pertanto orgogliosi di aver aiutato ad estinguere il genocidio che veniva consumato alle nostre porte. Se non lo avessimo fatto, non avremmo potuto vivere con onore e dignità in seno alla comunità internazionale.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0141_02_1972_0001_0007_5776637/ ''Bhutto ha nazionalizzato le industrie più importanti''], ''La Stampa'', 3 gennaio 1972</ref>
*Il nostro scopo è di costruire una grande nazione. Noi vogliamo un'India potente.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1065_01_1980_0193_0019_15562621/ ''I «demoni» di Indira''], ''La Stampa'', 4 settembre 1980</ref>
*{{NDR|Sulla [[Guerra del Libano (1982)|guerra in Libano]]}} Israele farebbe meglio a prestare maggiore attenzione alla crescente preoccupazione mondiale, comprese le voci di migliaia di propri cittadini che hanno compiuto dimostrazioni contrarie all'invasione.<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,0/articleid,1041_01_1982_0140_0004_14978186/ ''Indira Gandhi in difesa dei palestinesi''], ''La Stampa'', 10 luglio 1982</ref>
*Sono un'anima in pena e come ogni anima che crede appasionatamente nella libertà non posso non esprimere qui l'allarme per la nuova dominazione di un colonialismo diverso e rampante. È il colonialismo che si manifesta attraverso il controllo monopolistico dei capitali, il possesso esclusivo di tecnologie superiori, delle riserve alimentari, la manipolazione delle informazioni. Non è forse giunto il tempo per meditare e agire su questa nuova dipendenza?<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1028_01_1983_0135_0004_14364033/ ''Indira a Belgrado accusa i Paesi ricchi «Neo-colonialismo diverso e rampante»''], ''La Stampa'', 9 giugno 1983</ref>
*I libri affascinavano [[Jawaharlal Nehru]]. Scovava le idee. Era straordinariamente sensibile alla bellezza letteraria. Nei suoi scritti, cercava di descrivere le sue motivazioni e le sue valutazioni il più meticolosamente possibile. Lo scopo non era l'autogiustificazione o la razionalizzazione, ma di dimostrare la rigidità e l'inevitabilità delle azioni e degli eventi di cui egli era un attore principale. Era un uomo luminoso e i suoi scritti rispecchiano lo splendore del suo spirito.
:''Books fascinated Jawaharlal Nehru. He sought out ideas. He was extraordinarily sensitive to literary beauty. In his writings he aimed at describing his motives and appraisals as meticulously as possible. The purpose was not self-justification or rationalization, but to the show the Tightness and inevitability of the actions and events in which he was a prime participant. He was a luminous man and his writings reflected the radiance of his spirit.<ref>Dall'introduzione di [[Jawaharlal Nehru]], [[iarchive:TheDiscoveryOfIndia-Eng-JawaharlalNehru/page/n5|''The discovery of India'']], Delhi, Oxford University Press, 1994, ISBN 0195623592</ref>''