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*In un paese grande come l'India ci sono, certo, numerosi dialetti - cioè, varianti locali di una lingua. Ci sono anche molte tribù collinari e altri piccoli gruppi in varie parti del paese con lingue speciali. Ma tutte queste hanno poca importanza se si considera l'India nel suo complesso . Solo dal punto di vista del censimento sono importanti. Le vere lingue dell'India [...] appartengono a due famiglie, quella dravidica, [...] e l'indoaria. La lingua indoaria principale era il sanscrito, e tutte le lingue indoarie dell'India sono figlie del sanscrito. Queste sono l'hindi, il bengalese, il gujarati, e il marathi. Ci sono inoltre alcune altre varianti. In Assam vi è l'assamese, e in Orissa o Utkal, viene usata la lingua oriya. L'urdu è una variante dell'hindi. La parola indostano viene usata per significare sia hindi che urdu. Quindi, le lingue principali dell'India sono solo dieci. Indostano, bengalese, gujarati, marathi, tamil, telugu, kannada, malayalam, oriya ed assamese. Di queste, l'indostano, che è la nostra lingua madre, è parlato in tutta l'India settentrionale - nel Punjab, Province Unite, Bihar, Province Centrali, Rajputana, Delhi e nell'India centrale. Questa è un'area enorme abitata da circa 150 milioni di persone. Si può quindi constatare che già 150 milioni parlano l'indostano, con varianti minori, e, come ben sai, l'indostano è capito in gran parte d'India. È probabile che diventerà la lingua comune dell'India. Ma questo certo non significa che le altre lingue principali [...] debbano scomparire. Dovrebbero certamente rimanere come lingue provinciali, poiché hanno pregevoli letterature e non si dovrebbe mai cercare di portare via una lingua ben sviluppata ad un popolo. L'unico modo per un popolo di crescere, per i suoi figli d'imparare, è attraverso la loro lingua. (p. 23)
:''In a big country like India there are, of course, numerous dialects - that is, local variations of a language. There are also many hill tribes and other small groups in various parts of the country with special languages. But all these are unimportant when you take India as a whole. Only from the point of view of the census are they important. The real languages of India [...] belong to two families, the Dravidian, [...] and the Indo-Aryan. The principal Indo-Aryan language was Sanskrit, and all the Indo-Aryan languages of India are daughters of Sanskrit. These are Hindi, Bengali, Gujrati, and Marathi. There are also some other variations. In Assam there is Assamese, and in Orissa or Utkal the Uriya language is used. Urdū is a variation of Hindi. The word Hindustani is used to mean both Hindi and Urdū. Thus the principal languages of India are just ten. Hindustani, Bengali, Gujrati, Marathi, Tamil, Telugu, Kanarese, Malayālam, Uriya and Assamese. Of these, Hindustani, which is our mother-tongue, is spoken all over northern India - in the Punjab, United Provinces, Bihar, Central Provinces, Rajputana, Delhi and central India. This is a huge area inhabited by about 150,000,000 people. So you see that already 150,000,000 speak Hindustani, with minor variations, and, as you know well, Hindustani is understood in most parts of India. It is likely to become the common language of India. But this of course does not mean that the other principal languages [...] should disappear. They should certainly remain as provincial languages, for they have fine literatures, and one should never try to take away a well-developed language from a people. The only way for a people to grow, for their children to learn, is through their own language.''
*Per molti aspetti, l'insegnamento di Gesù è tanto simile agli insegnamenti di Gautama che sembra molto probabile che ne avesse una perfetta conoscenza. Ma il buddhismo era sufficientemente conosciuto in altri paesi, e Gesù sarebbe ben potuto venirne a conoscenza [avrebbe ben potuto conoscerlo / poteva averlo conosciuto] senza venire in India. (p. 84)
:''In many respects the teaching of Jesus is so similar to Gautama's teachings that it seems highly probable that he was fully acquainted with it. But Buddhism was sufficiently known in other countries, and Jesus could well have known of it without coming to India.''
*È uno dei prodigi della storia il modo in cui gli [[ebrei]], senza patria o rifugio, vessati e perseguitati oltre misura, e spesso fino alla morte, abbiano preservato la loro identità e siano rimasti uniti per oltre duemila anni. (p. 85)