Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 124:
*Una [[lingua]] vivente è una cosa palpitante e vitale, sempre in trasformazione, sempre in crescita e rispecchiante il popolo che la parla e la scrive. Ha le sue radici nelle masse, sebbene la sua sovrastruttura possa rappresentare la cultura di una minoranza. (p. 247)
:''A living language is a throbbing, vital thing, ever changing, ever growing and mirroring the people who speak and write it. It has its roots in the masses, though its superstructure may represent the culture of a few.''
*Le nostre grandi lingue provinciali non sono dialetti o vernacoli locali [ come talvolta vengono chiamate dagli ignoranti. Sono lingue antiche con un'eredità ricca, ognuna parlata da molti milioni di persone, ognuno inestricabilmente legata alla vita e alla cultura e alle idee sia delle masse che delle classi superiori. (p. 248)
:''Our great provincial languages are no dialects or vernaculars as the ignorant sometimes call them. They are ancient languages with a rich inheritance, each spoken by many millions of persons, each tied up inextricably with the life and culture and ideas of the masses as well as of the upper classes.''
*L'alfabeto latino è stato proposto come soluzione per alcune delle nostre difficoltà linguistiche. È certamente più efficiente sia dell'hindi sia dell'urdu dal punto di vista di lavoro rapido. Nei giorni nostri della macchina da scrivere, il duplicatore e altri aggeggi mecchanici, l'alfabeto latino ha grandi vantaggi sopra gli alfabeti indiani che non possono utilizzare totalmente questi nuovi dispositivi. Ma malgrado questi vantaggi, non penso che ci sia la minima possibilità per l'alfabeto latino di rimpiazzare il devanagari o l'urdu. C'è certamente il muro del sentimento rafforzato ancora di più dal fatto che l'alfabeto latino è associato con i nostri padroni stranieri. Ma ci sono fondamenti ancor più solidi per il suo rifiuto. Gli alfabeti sono parti integri delle nostre letterature; senza di esse, saremmo in gran parte tagliati dalla nostra vecchia eredità. (p. 251)