Jorge Luis Borges: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Jorge Luis Borges==
*[[Abele e Caino]] s'incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: "Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima". "Ora so che mi hai perdonato davvero" disse Caino "perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare". Abele disse lentamente: "È così. Finché dura il rimorso dura la colpa". (da ''Elogio dell'ombra''; citato in Fabio Ciardi, ''La storia di Dio e la mia. La Bibbia fonte di ispirazione per l'uomo'', Città Nuova, 2010, [http://books.google.it/books?id=R9y8a7n4X5MC&pg=PA120 p. 120])
*{{NDR|[[Ezra Pound]]}} Aveva attitudini da istrione, da funambolo: era una sorta di [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]], un individuo che faceva chiasso, assetato di pubblicità.<ref name=Marinetti/>
*Beati coloro che non hanno fame di giustizia, perché sanno che la nostra sorte, avversa o benigna, è opera del caso, che è inscrutabile.<ref>Citato in [[Umberto Veronesi]], ''L'ombra e la luce: La mia lotta contro il male'', Einaudi, Torino, 2008, p. 87. ISBN 978-88-06-19501-0</ref>
*''Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; | io sono orgoglioso di quelle che ho letto.'' (da<ref>Da ''Poesie (1923 – 1976)'', traduzione di Livio Bacchi Wilcock, Rizzoli).</ref>
*Credi che la divinità possa creare un luogo che non è il [[Paradiso]]? Credi che la Caduta sia qualcosa di diverso dal non sapere che siamo in Paradiso? (da<ref>Da ''La rosa di Paracelso'').</ref>
*Chi sogna chi? Io so che ti sogno, ma non so se tu mi stai sognando. (da<ref>Da ''Venticinque agosto 1983'').</ref>
*Do per scontato che noi ''sentiamo'' la bellezza di una [[poesia]] prima ancora di pensare al suo significato. (da<ref>Da ''Le lezioni americane'', Mondadori 2001, p. 82).</ref>
*[[Filippo Tommaso Marinetti|F.T. Marinetti]] è forse l'esempio più famoso di scrittore che vive delle sue invenzioni e che non inventa quasi niente. (da<ref>Da un articolo degli anni '30).</ref><ref name=Marinetti>Citato in [[Giordano Bruno Guerri]], ''Filippo Tommaso Marinetti'', p. 224.</ref>
*Fin dall'infanzia, [[Robert Louis Stevenson]] è stato per me una delle forme della felicità.<ref>Citato in Domenico Scarpa, ''L'arcipelago'', prefazione a Robert Louis Stevenson, ''L'isola del tesoro'', traduzione di Lilla Maione, Universale Economica Feltrinelli, X ed., Milano, 2014, p. 7</ref>
*[[Kipling]] e [[Nietzsche]], uomini sedentari, anelarono l'azione e i pericoli che il destino negò loro; [[Jack London|London]] e [[Hemingway]], uomini d'avventura, si affezionarono ad essa. Imperdonabilmente, giunsero al culto gratuito della violenza e persino della brutalità.<ref>Dall'introduzione a ''London. Le morti concentriche'', traduzione di Umberto Melli, Franco Maria Ricci editore, 1975.</ref>
*Ho cercato, non so con quanto successo, di redigere racconti lineari. Non mi azzarderò a dire che sono semplici; sulla terra non c'è una sola pagina, una sola parola che lo sia, giacché tutte postulano l'universo, il cui attributo più noto è la complessità. (da<ref>Da ''Il manoscritto di Brodie'').</ref>
*Hume osservò per sempre che gli argomenti di Berkeley non ammettono la minima confutazione e non suscitano la minima convinzione. (da<ref>Da ''La postulazione della realtà'', in ''Discussione'', ''Tutte le opere'').</ref>
*''Il [[mare]] è un antico idioma che non riesco a decifrare.'' (da<ref>Da ''Luna di fronte'').</ref>
*''Il mondo è un certo numero di tenere imprecisioni.''<ref>Da ''Luna di fronte'': ''Manoscritto trovato in un libro di Joseph Conrad'', v. 11. Citato in [[Walter Veltroni]], ''L'isola e le rose'', Rizzoli, 2012, p. 261.</ref> (da ''Luna di fronte'': ''Manoscritto trovato in un libro di Joseph Conrad'', v. 11)
:''Il mondo è alcune tenere imprecisioni.''<ref>Citato in [http://dizionari.corriere.it/dizionario-citazioni/M/mondo.shtml dizionari.corriere.it].</ref>
*Il sogno che cambia, che si sogna, che si meraviglia di sognare, tutto ciò si chiama filosofia, metafisica e anche poesia. Credo che la poesia sia atemporale e non abbia niente a che fare con le epoche o le circostanze. Un buon verso continua, no? È sempre un buon verso. [[Gustave Flaubert|Flaubert]] la pensava allo stesso modo: "quando un verso è bello perde la scuola", diceva Flaubert. Sì, quando un verso è bello, c'è: poco importa che sia stato scritto questa mattina o da migliaia di anni.<ref>Da ''Testamento poetico letterario'', Giunti Editore, 2004, p. 21.</ref>
*{{NDR|Su [[Baruch Spinoza|Spinoza]]}} ''L'assiduo manoscritto | aspetta, già pregno d'infinito. | Qualcuno costruisce Dio nella penombra. | Un uomo genera Dio. È un ebreo | di tristi occhi e di pelle olivastra'' | [...]. ''Il mago insiste e foggia | Dio con geometria raffinata; | dalla sua debolezza, dal suo nulla, | seguita a modellare Dio con la parola. | Il più generoso amore gli fu largito, | l'amore che non chiede di essere amato.'' (da<ref>Da ''Baruch Spinoza'')<ref>. Citato in [[Filippo Mignini]], ''Un «segno di contraddizione»'', in Spinoza, ''Opere'', Mondadori, Milano, 2007, p. XI. ISBN 978-88-04-51825-9</ref>
*L'idea di un [[Dio]], un essere onnisciente, onnipotente, e che inoltre ci ama, è una delle più azzardate creazioni della letteratura fantastica.<ref>Citato (in "A/Z", F.M. Ricci).</ref>
*''L'odore del caffè ed i giornali, | la domenica e il suo tedio. Di mattina | e sulla pagina intravista quella vana | pubblicazione di versi allegorici | di un collega felice. Il vecchio | giace prostrato e bianco nella decente | abitazione di povero. Stancamente | guarda il suo volto nello specchio. | Pensa, non più stupito, che quel viso | è lui. La mano distrutta | non è lungi la fine. La sua voce dichiara: | Quasi non sono, ma i miei versi ritmano | la vita e il suo splendore. Io fui [[Walt Whitman]].''<ref>Da ''Camden 1892''; citato in Didier Tisdel Jaén, ''Homenaje a Walt Whitman'', traduzione di Biancamaria Tedeschini Lalli, ed. University of Alabama Press, 1969, p.2.</ref>
*La [[letteratura]], del resto, non è che un sogno guidato. (da<ref>Da ''Il manoscritto di Brodie'', traduzione di Lucia Lorenzini, La biblioteca di ''Repubblica'').</ref>
*La [[morte]] è un'usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare.<ref>Citato in [[Vittorio Messori]], ''Scommessa sulla morte'', Società Editrice Internazionale, 7<sup>a</sup> edizione, Torino, 1987, ISBN 88-05-03746-X.</ref>
*La retorica dovrebbe essere un ponte, una strada, ma in genere è una muraglia, un ostacolo. E questo si osserva nel caso di scrittori tanto differenti come [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]], [[Francisco de Quevedo|Quevedo]], [[John Milton|Milton]], [[Leopoldo Lugones|Lugones]]. In tutti, ciò che dicono si frappone tra loro e noi. Nel caso di [[Dante Alighieri|Dante]] io non avverto che sia così. Direi che Dante ci permette di conoscerlo, ci permette un rapporto di intimità, e perfino in un modo più personale di quanto sarebbe potuto accadere ai suoi contemporanei. Direi quasi che lo conosciamo come lo conobbe [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che fu un suo sogno. Senza dubbio più di quanto poté conoscerlo Beatrice Portinari, innamorata e ispiratrice; credo che lo conosciamo più di tutti. (da<ref>Da ''Il Giornale Nuovo'', 19 luglio 1981; citato in Adolph Caso (a cura di), ''Dante in the Twentieth Century, Volume 1 di Dante studies'', Branden Books, 1982, [http://books.google.it/books?id=WF2K5efKcnUC&pg=PA82 p. 82]).</ref>
*La poesia non è meno misteriosa degli altri elementi dell'Universo. (da ''Elogio dell'ombra'', introduzione)
*La retorica dovrebbe essere un ponte, una strada, ma in genere è una muraglia, un ostacolo. E questo si osserva nel caso di scrittori tanto differenti come [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]], [[Francisco de Quevedo|Quevedo]], [[John Milton|Milton]], [[Leopoldo Lugones|Lugones]]. In tutti, ciò che dicono si frappone tra loro e noi. Nel caso di [[Dante Alighieri|Dante]] io non avverto che sia così. Direi che Dante ci permette di conoscerlo, ci permette un rapporto di intimità, e perfino in un modo più personale di quanto sarebbe potuto accadere ai suoi contemporanei. Direi quasi che lo conosciamo come lo conobbe [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che fu un suo sogno. Senza dubbio più di quanto poté conoscerlo Beatrice Portinari, innamorata e ispiratrice; credo che lo conosciamo più di tutti. (da ''Il Giornale Nuovo'', 19 luglio 1981; citato in Adolph Caso (a cura di), ''Dante in the Twentieth Century, Volume 1 di Dante studies'', Branden Books, 1982, [http://books.google.it/books?id=WF2K5efKcnUC&pg=PA82 p. 82])
*La [[vita]] stessa è una [[citazione]].
:''Life itself is a quotation.''<ref>Citato in [[Jean Baudrillard]], ''Cool Memories''.</ref>
*Nessun problema è tanto intimamente connesso alla [[letteratura]] e al suo modesto mistero quanto quello posto da una [[traduzione]]. (citato<ref>Citato in [[George Steiner]], ''Dopo Babele'', p. IX).</ref>
:''Ningún problema tan consustancial con las letras y con su modesto misterio como el que propone una traducción.'' (da<ref>Da ''Las versiones Homéricas'', in ''Discusión'', 1957).</ref>
*Ogni scrittore, ogni uomo deve vedere in tutto ciò che gli accade, ivi compreso lo scacco, l'umiliazione e la sventura, uno strumento, un materiale per la sua arte, da cui deve trarre profitto. (da<ref>Da ''L'altro'').</ref>
*Si è dimenticato che [[Gilbert Keith Chesterton|Chesterton]] fu, tra le altre cose, un ammirevole poeta. Nella poesia "La ballata del Cavallo Bianco" si trovano metafore che [[Victor Hugo]] avrebbe ammirate. (da<ref>Da ''Conversazioni'', 1987; citato in Andrea Monda, ''[http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=5176 G. K. Chesterton, anche un grande poeta]'', ''Roma Sette'', 28 settembre 2009).</ref>
*Si [[leggere|legge]] quello che piace leggere, ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere, bensì quello che si è capaci di scrivere. (da<ref>Da ''Il credo di un poeta''; citato in ''Poesia'', anno XIV, maggio 2001, n. 150, Crocetti Editore).</ref>
* Sospetto che [[Giovanni Papini|Papini]] sia stato immeritatamente dimenticato. (dalla<ref>Dalla prefazione a Giovanni Papini, ''Lo specchio che fugge'', a cura di J. L. Borges, Franco Maria Ricci, Parma-Milano, 1975).</ref>
 
*Su un muro vidi uno scaffale. Aprii un volume a caso; i caratteri erano chiari e indecifrabili, e tracciati a mano... Pensai che gli uomini del futuro erano non solo più alti, ma anche più abili. Istintivamente guardai le dita lunghe e sottili dell'uomo. Lui mi disse: "Ora ti mostrerò qualcosa che non hai mai visto". Mi tese con cura un esemplare dell'Utopia di [[Tommaso Moro|Moro]], stampato a Basilea nel 1518, a cui mancavano pagine e tavole. Lessi il titolo a voce alta. L'altro rise. "Nessuno può leggere duemila libri. Nei miei quattro secoli di vita non avrò superato la mezza dozzina. E poi l'importante non è leggere, ma rileggere. La stampa, ora abolita, è stata uno dei peggiori mali dell'uomo, perché tendeva a moltiplicare testi superflui fino alla vertigine".
* Sospetto che [[Giovanni Papini|Papini]] sia stato immeritatamente dimenticato. (dalla prefazione a Giovanni Papini, ''Lo specchio che fugge'', a cura di J. L. Borges, Franco Maria Ricci, Parma-Milano, 1975)
<ref>Da ''Il libro di sabbia'', a cura di Tommaso Scarano, traduzione di Ilide Carmignani, Biblioteca Adelphi, 2006, p. 76.</ref>
*Vedo me stesso essenzialmente come un lettore. Mi è accaduto di avventurarmi a scrivere, ma ritengo che quello che ho letto sia molto più importante di quello che ho scritto. (da<ref>Da ''Il credo di un poeta''; citato in ''Poesia'', anno XIV, maggio 2001, n. 150, Crocetti Editore).</ref>
 
{{Intestazione|Dall'intervista di Marcello Staglieno, ''Sono un amanuense dello Spirito e della Musa'', ''Prospettive libri'', aprile 1981, pp. 3-5}}
 
*All'Odissea ho sempre preferito l'Iliade, dove l'eroe non è però Achille, bensì Ettore. Sì, ho simpatia, come Tocqueville, per i vinti, i reietti, i ''wriked'', purché a riscattarli intervenga, come nei personaggi di Conrad, l'[[individualismo]]: e quella categoria dello spirito iberico che è ''el honor''. Per questo, nelle mie poesie non mancano riferimenti a personaggi sconfitti dalla vita, ma salvi davanti a se stessi. Per esempio nei versi da me dedicati a un soldato confederato del remoto Sud, morto combattendo per il generale [[Robert Edward Lee|Lee]]: ''Sei piedi di terra saranno la tua gloria, | il dolman grigio si chiazzò del tuo sangue | mentre alta s'agitava la bandiera''.
*Amo l'asciuttezza ironica di Voltaire, la prosa e la struttura romanzesca di Stevenson; e poi il senso dell'onore individuale che anima tutti i personaggi di Conrad che per me, come lo fu per Eliot il grande Pound, è stato a posteriori "il miglior fabbro". Come dimenticare Lord Jim.
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==''Altre inquisizioni''==
*Chi dice che l'[[arte]] non deve propagandare dottrine si riferisce di solito a dottrine contrarie alle sue. (da ''Il primo Wells'')
*Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, (c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche. (da ''L'idioma analitico di John Wilkins'')
*Il [[libro]] non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
*L'[[arte]] vuol sempre irrealtà visibili. (da ''Metamorfosi della tartaruga'')
*La [[notte]] [...] ci piace perché, come il ricordo, sopprime i particolari oziosi.
*Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, (c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche. (da ''L'idioma analitico di John Wilkins'')
*L'opera che perdura è sempre capace di un'infinita e plastica ambiguità; è tutto per tutti […]; è uno [[specchio]] che svela tratti del lettore ed è insieme una mappa del mondo. (da ''Il primo Wells'')
*La [[notte]] [...] ci piace perché, come il ricordo, sopprime i particolari oziosi.
*Chi dice che l'[[arte]] non deve propagandare dottrine si riferisce di solito a dottrine contrarie alle sue. (da ''Il primo Wells'')
*La [[vita]] è troppo misera per non essere anche immortale. (2002)
*Paragonato ad altri libri classici (l'Iliade, l'Eneide, la Farsaglia, la Commedia dantesca, le tragedie e le commedie di [[William Shakespeare|Shakespeare]]) il Don Chisciotte è realista; questo realismo, però, differisce essenzialmente da quello cui dette vita il secolo XIX. [[Joseph Conrad]] poté scrivere che escludeva dalla sua opera il soprannaturale, perché ammetterlo equivaleva a negare che il quotidiano fosse meraviglioso: ignoro se [[Miguel de Cervantes]] condividesse tale intuizione, ma so che nel Don Chisciotte egli contrappose un mondo immaginario poetico a un mondo reale prosaico. Conrad ed [[Henry James]] fecero argomento romanzesco della realtà perché la giudicavano poetica; per Cervantes il reale e il poetico sono antinomie.
 
==''Cos'è il buddismo''==
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*Le guerre di religione sono una prerogativa del [[Ebraismo|giudaismo]] e delle sue diramazioni, cristianesimo e islamismo, che hanno ereditato quel modo di conversione. In oriente, è possibile professare allo stesso tempo diverse religioni, che non si danno a vicenda fastidio e le cui cerimonie convivono. (p. 68)
*Per lo [[Buddhismo Zen|Zen]], gli atti più comuni possono essere compiuti con spirito religioso e debbono elevare la nostra vita. (p. 97)
 
==''Elogio dell'ombra''==
*[[Abele e Caino]] s'incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: "Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima". "Ora so che mi hai perdonato davvero" disse Caino "perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare". Abele disse lentamente: "È così. Finché dura il rimorso dura la colpa". (da ''Elogio dell'ombra''; citato<ref>Citato in Fabio Ciardi, ''La storia di Dio e la mia. La Bibbia fonte di ispirazione per l'uomo'', Città Nuova, 2010, [http://books.google.it/books?id=R9y8a7n4X5MC&pg=PA120 p. 120]).</ref>
*Ho affidato quanto è da scrivere a un uomo qualunque; non sarà mai quello che voglio dire, ne sarà almeno il suo riflesso. Dalla Mia eternità cadono segni. Altri, non questi che è il suo amanuense, scriva l'opera. Domani sarò tigre fra le tigri e dirò la Mia legge nella selva, o un grande albero in Asia. Ricordo a volte, e ho nostalgia, l'odore di quella bottega di falegname.
*La poesia non è meno misteriosa degli altri elementi dell'Universo. (da ''Elogio dell'ombra'', introduzioneIntroduzione)
*Là sono i giardini, i templi e la giustificazione dei templi, la retta musica e le rette parole, i sessantaquattro esagrammi, i riti che son l'unica sapienza che agli uomini concede il Firmamento, la dignità di quell'imperatore la cui serenità venne riflessa dal mondo, specchio suo, così che i campi davano i loro frutti e i torrenti rispettavano le sponde, l'unicorno ferito che ritorna per indicare la fine, le segrete leggi eterne, il concerto dell'orbe; tali cose o la loro memoria sono nei libri che custodisco nella torre.
 
==''Finzioni''==
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===Citazioni===
*Accettiamo facilmente la [[realtà]], forse perché intuiamo che niente è reale. (da ''L'immortale'')
*Essi sapevano che in un tempo infinito ad ogni uomo accadono tutte le cose. Per le sue passate o future virtù, ogni uomo è creditore d'ogni bontà, ma anche di ogni tradimento, per le sue infamie del passato e del futuro.[...] Visti in tal modo tutti i nostri atti sono giusti, ma sono anche indifferenti. Non esistono meriti morali o intellettuali. [[Omero]] compose l'[[Odissea]]; dato un tempo infinito, con infinite circostanze e mutamenti, è impossibile non comporre, almeno una volta, l'Odissea. (da ''L'immortale'')
*Avevo compreso da tempo che non c'è cosa al mondo che non sia germe di un Inferno possibile; un volto, una parola, una pubblicità di sigarette potrebbero render pazza un persona, se questa non riuscisse a dimenticarli. (da ''Deutsches Requiem'')
*Chi ha scorto l'universo, non può pensare a un uomo, alle sue meschine gioie o sventure, anche se quell'uomo è lui. Non gl'importa la sorte di quell'altro, non gli importa la sua azione, poiché egli ora è nessuno. (da ''La scrittura del dio'')
*Come sarà il mio redentore? Sarà forse un toro col volto d'uomo? O sarà come me? (da ''La casa di Asterione'')
*Essere immortale è cosa da poco: tranne l'uomo, tutte le creature lo sono, giacché ignorano la morte; la cosa divina, terribile, incomprensibile, è sapersi immortali. (da ''L'immortale'')
*Essi sapevano che in un tempo infinito ad ogni uomo accadono tutte le cose. Per le sue passate o future virtù, ogni uomo è creditore d'ogni bontà, ma anche di ogni tradimento, per le sue infamie del passato e del futuro.[...] Visti in tal modo tutti i nostri atti sono giusti, ma sono anche indifferenti. Non esistono meriti morali o intellettuali. [[Omero]] compose l'[[Odissea]]; dato un tempo infinito, con infinite circostanze e mutamenti, è impossibile non comporre, almeno una volta, l'Odissea. (da ''L'immortale'')
*Nessuno è qualcuno, un solo uomo immortale è tutti gli uomini. Come [[Agrippa von Nettesheim|Cornelio Agrippa]], sono dio, sono eroe, sono filosofo, sono demonio e sono mondo, il che è un modo complicato per dire che non sono. (da ''L'immortale'')
*Io sono stato Omero; tra breve sarò Nessuno, come [[Odissea|Ulisse]]; tra breve sarò tutti: sarò morto. (da ''L'immortale'')
*La morte (o la sua allusione) rende preziosi e patetici gli uomini.[...] Tutto, tra i mortali, ha il valore dell'irrecuperabile e del casuale. Tra gl'Immortali, invece, ogni atto (e ogni pensiero) è l'eco d'altri che nel passato lo precedettero, senza principio visibile, o il fedele presagio di altri che nel futuro lo ripeteranno fino alla vertigine. Non c'è cosa che non sia come perduta tra infaticabili specchi. (da ''L'immortale'')
*Modificare il passato non è modificare un accadimento solo: è annullare le sue conseguenze, che tendono ad essere infinite. (da ''L'altra morte'')
*Come sarà il mio redentore? Sarà forse un toro col volto d'uomo? O sarà come me? (da ''La casa di Asterione'')
*Un tempo m'interessò la teologia ma da tale fantastica disciplina (e dalla fede cristiana) mi sviò per sempre [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]], con ragioni dirette, [[William Shakespeare|Shakespeare]] e [[Johannes Brahms|Brahms]], con l'infinita varietà del loro mondo. (da ''Deutsches Requiem'')
*Avevo compreso da tempo che non c'è cosa al mondo che non sia germe di un Inferno possibile; un volto, una parola, una pubblicità di sigarette potrebbero render pazza un persona, se questa non riuscisse a dimenticarli. (da ''Deutsches Requiem'')
*Morire per una religione è più semplice che viverla con pienezza; lottare in Efeso contro le fiere è meno duro (migliaia di martiri oscuri lo fecero) che essere Paolo, servo di [[Gesù|Gesù Cristo]]: un atto è meno che tutte le ore di un uomo. La battaglia e la gloria sono cose facili. (da ''Deutsches Requiem'')
*Chi ha scorto l'universo, non può pensare a un uomo, alle sue meschine gioie o sventure, anche se quell'uomo è lui. Non gl'importa la sorte di quell'altro, non gli importa la sua azione, poiché egli ora è nessuno. (da ''La scrittura del dio'')
*Nei [[linguaggio|linguaggi]] umani non c'è proposizione che non implichi l'universo intero. (da ''La scrittura del dio'')
*Nessuno è qualcuno, un solo uomo immortale è tutti gli uomini. Come [[Agrippa von Nettesheim|Cornelio Agrippa]], sono dio, sono eroe, sono filosofo, sono demonio e sono mondo, il che è un modo complicato per dire che non sono. (da ''L'immortale'')
*Accettiamo facilmente la [[realtà]], forse perché intuiamo che niente è reale. (da ''L'immortale'')
*Modificare il passato non è modificare un accadimento solo: è annullare le sue conseguenze, che tendono ad essere infinite. (da ''L'altra morte'')
*Oh, felicità di capire, maggiore di quella di immaginare o di sentire! (da ''La scrittura di Dio''")
*Ogni linguaggio è un alfabeto di simboli il cui uso presuppone un passato che gl'interlocutori condividono. (da "L'Aleph")
*Oh, felicità di capire, maggiore di quella di immaginare o di sentire! (da ''La scrittura di Dio''")
*Un tempo m'interessò la teologia ma da tale fantastica disciplina (e dalla fede cristiana) mi sviò per sempre [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]], con ragioni dirette, [[William Shakespeare|Shakespeare]] e [[Johannes Brahms|Brahms]], con l'infinita varietà del loro mondo. (da ''Deutsches Requiem'')
 
==''La cifra''==
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*Jorge Luis Borges, ''Altre inquisizioni'', traduzione di Francesco Tentori Montalto, Feltrinelli, 2002<sup>19</sup>.
*Jorge Luis Borges, ''Cos'è il buddismo'', a cura di Francesco Tentori Montalto, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma, 2012. ISBN 978-88-541-3510-9
*Jorge Luis Borges , ''Elogio dell’ombra'', traduzione di Francesco Tentori Montalto, Giulio Einaudi Editore, 1971.
*Jorge Luis Borges, ''Finzioni'' (''Ficciones'', 1944), a cura di Antonio Melis, Adelphi, Milano, 2003. ISBN 8845914275
*Jorge Luis Borges, ''Finzioni'', traduzione di Franco Lucentini, "Gettoni", Einaudi, Torino 1955.