Viktor Andrijovyč Kravčenko: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: inizio dell'invasione nazista
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*{{NDR|dopo la firma nel 1939 del [[Patto Molotov-Ribbentrop|trattato di non aggressione fra il Reich e l'Unione Sovietica]]<ref>Noto anche come patto Molotov-Ribbentrop.</ref>}} Dovemmo vedere coi nostri occhi le attualità cinematografiche e le fotografie dei giornali che mostravano uno Stalin sorridente, con la mano nella mano di von Ribbentropp, per cominciare finalmente a credere all'incredibile. A Mosca gli stendardi con la svastica e le bandiere con la falce e il martello sventolavano insieme. Poi Molotov ci spiegò che il fascismo, dopo tutto, era soltanto una 'questione di gusto', e Stalin rivolse al suo collega in dittatura le dichiarazioni più fervorose sulla loro 'amicizia cementata nel sangue'. (vol. 2, cap. 21, pp. 600-601)
 
*Il mattino del 22 giugno 1941<ref>Tra le 3:15 e le 3:45 di quel giorno, iniziò l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica (operazione Barbarossa).</ref> le città e gli aeroporti sovietici subirono i primi bombardamenti e gli eserciti sovietici, presi dal panico, si ritirarono su un vasto fronte davanti alle divisioni blindate dei nazisti.<br>I giornali del mondo intero annunciarono a grandi caratteri l'improvvisa invasione della Russia da parte della Germania. Quel mattino, poco prima dell'alba, la polizia segreta cominciò ad arrestare gli 'indesiderabili', a decine di migliaia in tutto il Paese. (vol. 2, cap. 22, p. 633)
 
*I Russi lo chiamano con una parola: ''Vlast'', 'il potere'. Questa parola designa parimenti Stalin, il ''Politburo'', la Polizia Segreta e i favoriti del dittatore, sia quelli che posseggono titoli ufficiali, sia i cortigiani veri e propri. Il cittadino comune non la pronuncia, questa tremenda parola, che con espressione di collera e di paura. In bocca sua, equivale a: 'i nostri padroni', ed esprime l'infinita distanza che separa questi padroni dal gregge volgare dei comuni mortali. (vol. 2, cap. 24, p. 706)