Luigi Garlando: differenze tra le versioni
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'''Luigi Garlando''' (1962 – vivente), giornalista e scrittore italiano.
==Citazioni di Luigi Garlando==
*Il tunnel che porta da uno spogliatoio a un campo di calcio è sempre un fascio di emozioni. È l'intestino che collega il ''santa sanctorum'' della squadra, la zona più intima, all'altare della celebrazione pubblica, la zona più esposta; un piccolo ponte nascosto che unisce due galassie distanti anni luce. È una vena che in un verso, dallo spogliatoio al campo, fa scorrere sangue limpido di sogni e nell'altro, dal campo allo spogliatoio, diventa spesso un'arteria di sangue intossicato: Materazzi che brutalizza Cirillo e zuffe varie. È praticamente impossibile attraversare quel ponte con pulsazioni regolari.<ref>Citato in ''Mancini e Valdifiori nel tunnel delle emozioni'', ''Sportweek'', 11 aprile 2015.</ref>▼
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*"[[Giuseppe Meazza|Meazza]] faceva così" riprende il Giacomo: "si fermava davanti al portiere, lo invitava a uscire, come il torero col drappo rosso in pugno: Aca toro!. Il portiere usciva dai pali, il Peppino lo aggirava e metteva il pallone in rete. Un giorno lo ha fatto per ben tre volte col portiere della Roma, Ballante: tre gol. La quarta volta il guardiano è rimasto inchiodato sulla linea di porta. Il Peppino allora ha fatto qualche passo avanti e ha messo in rete senza problemi. Ballante ha festeggiato col gesto dell'ombrello: Tiè!. Meazza gli ha fatto notare: Guarda che il pallone è entrato. Lo so – ha risposto il numero uno –. Però stavolta non mi hai fregato. Non sono uscito! Capisci, Ambrogio? Il Peppino faceva diventare matti i portieri".<ref>Da ''Ora sei una stella'', Mondadori;
*La gente pensa che i calciatori dal campo vedano soltanto un muro informe, invece riconoscono nitidamente i volti, le espressioni, leggono perfino le parole sulle labbra, perché lo stadio è un cannocchiale: da un lato gli spettatori vedono i giocatori, dall'altro i giocatori osservano i tifosi da vicino. Se ti odiano, ti insultano, o ti urlano buuu, non puoi non farci caso, ignorare quelle facce deformate e tirare dritto senza danni. Anche se scappi veloce sulla fascia, ti arriva tutto sulla schiena, come una frustata.<ref>Da ''Buuu'', con [[Mario Balotelli]], Einaudi, 2010, ISBN 978-88-06-20492-1</ref>
▲*Il tunnel che porta da uno spogliatoio a un campo di calcio è sempre un fascio di emozioni. È l'intestino che collega il ''santa sanctorum'' della squadra, la zona più intima, all'altare della celebrazione pubblica, la zona più esposta; un piccolo ponte nascosto che unisce due galassie distanti anni luce. È una vena che in un verso, dallo spogliatoio al campo, fa scorrere sangue limpido di sogni e nell'altro, dal campo allo spogliatoio, diventa spesso un'arteria di sangue intossicato: Materazzi che brutalizza Cirillo e zuffe varie. È praticamente impossibile attraversare quel ponte con pulsazioni regolari.<ref>Citato in ''Mancini e Valdifiori nel tunnel delle emozioni'', ''Sportweek'', 11 aprile 2015.</ref>
▲*"[[Giuseppe Meazza|Meazza]] faceva così" riprende il Giacomo: "si fermava davanti al portiere, lo invitava a uscire, come il torero col drappo rosso in pugno: Aca toro!. Il portiere usciva dai pali, il Peppino lo aggirava e metteva il pallone in rete. Un giorno lo ha fatto per ben tre volte col portiere della Roma, Ballante: tre gol. La quarta volta il guardiano è rimasto inchiodato sulla linea di porta. Il Peppino allora ha fatto qualche passo avanti e ha messo in rete senza problemi. Ballante ha festeggiato col gesto dell'ombrello: Tiè!. Meazza gli ha fatto notare: Guarda che il pallone è entrato. Lo so – ha risposto il numero uno –. Però stavolta non mi hai fregato. Non sono uscito! Capisci, Ambrogio? Il Peppino faceva diventare matti i portieri".<ref>Da ''Ora sei una stella'', Mondadori; riportato in ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2007/07_Luglio/09/garlandouno.shtml L'invito di Meazza]'', ''Gazzetta.it'', 10 luglio 2007.</ref>
*[[Johan Cruijff]] [...] era un attaccante che costruiva gioco e che trovavi anche in difesa. Era tutto. Se proprio vogliamo definirlo: era un calciatore in viaggio perenne con la palla al piede.<ref>Da ''C'era Cruijff sulla Luna con Armstrong'', ''Sportweek'', nº 25 (942), 22 giugno 2019, p. 11.</ref>
▲*[...] nessuno è stato grande come [[Gaetano Scirea|Gaetano]], perché gli altri, compresi i sommi [[Franz Beckenbauer|Beckenbauer]] e [[Franco Baresi|Baresi]], erano difensori che avanzavano, lui era difensore in difesa, centrocampista vero a centrocampo, attaccante vero in attacco. Era unico.<ref>Da ''[http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/03/esempio_Scirea_una_favola_che_ga_0_9909039821.shtml L'esempio di Scirea, una favola che vive]'', ''La Gazzetta dello Sport'', 3 settembre 1999.</ref>
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*[[Javier Zanetti]] è una figurina che ogni padre metterebbe in mano al proprio figlio come un santino, a prescindere dal campanile del tifo: gioca come lui, comportati come lui. Il capitano nerazzurro è da anni una stella polare indicata ai giovani che si incamminano nello sport. La sua lezione più preziosa è la dignitosa accettazione della sconfitta e l'orgoglioso sforzo per ripartire. Una lezione straordinariamente moderna oggi che ai ragazzi si insegna altro: che la sconfitta è la spia del fallimento, da evitare in tutti i modi, e non un passaggio naturale e istruttivo per migliorarsi.
*[[Javier Zanetti|Zanetti]] ha annodato una all'altra quelle delusioni e ne ha fatto una corda solidissima con cui si è arrampicato fino alla gloria somma del Triplete. La sua traiettoria calcistica ha la forza di una parabola.
*La rottura del
*Una grande bandiera smette di appartenere solo a se stesso, deve rendere conto anche a chi la sventola: chi lo ama vuole che resti il trattore che arava la fascia, che sradicava palloni, che si avvitava su stesso e ripartiva inarrestabile. Almeno nel ricordo.
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==Altri progetti==
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[[Categoria:Giornalisti italiani|Garlando, Luigi]]
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