Jane Goodall: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 19:
*La [[iena]] è per diverse ragioni bene attrezzata per il suo ruolo di spazzino. Possiede denti e mandibole robustissime e quando, come spesso avviene, i resti della cena altrui sono scarsi, è capace di masticare e digerire ossa molto grosse e pelli assai spesse. Inoltre, grazie al suo finissimo udito può localizzare da grandi distanze il rumore che gli altri carnivori fanno nel divorar la preda. Può correre a 50 km. orari ed oltre e ha grande resistenza. Possiede anche un'infinita pazienza: un gruppo di iene può girare intorno alla vittima di un leone per otto ore o forse oltre, quando per esperienza sanno che ben poco è rimasto della carcassa e l'uccisore finalmente se ne andrà. (p. 25)
*Non ci volle molto per convincermi che le iene sono seconde solo agli scimpanzè quanto a fascino, perché sono dei pagliacci nati, assolutamente individualiste e vivono in una società ben ordinata ed estremamente complessa. (p. 28)
*{{NDR|Sui [[masai]]}} Questi sono un popolo splendido, di alta statura, con lineamenti fini e ben marcati, dalla pelle color rame con una tradizione tribale che sfugge all'influenza subdola e molle della civilizzazione occidentale. I Masai vagano per la pianura e i pendii montuosi, come i loro antenati hanno fatto per tante generazioni, conducendo al pascolo mandrie di bovini, greggi di pecore e capre che si trovano a fianco degli erbivori selvatici. Hanno una tradizione di coraggio ben meritata. Nei tempi andati, prima che fosse proibito dalla legge, un giovane Masai non poteva prender moglie prima di aver partecipato a una caccia al leone armato solo di lancia e scudo. Anche se per la conservazione della natura questo antico costume sia da condannare, chiunque abbia visto un leone caricare non può che riconoscere il coraggio quasi incredibile che un giovane indigeno deve aver mostrato in una simile impresa. (p. 35)
*È difficile descrivere, a chi non l'ha mai udito, il selvaggio "uuu-uhup" della iena. Ogni "uuu-uhup" fa parte di una serie di dieci o più richiami che iniziano molto forte e spesso finiscono con un soffice, molto soffice, monosillabico "uuu". È questo il più ricorrente di tutta l'incredibile serie di suoni e versi della iena e serve, tra l'altro, come mezzo di contatto tra i membri dispersi di un clan. Senza dubbio le iene si riconoscono tra di loro soltanto dalla voce tanto che io stessa posso identificare parecchi individui allo stesso modo. (pp. 153-154)
*Le iene, diversamente dalla gran parte degli altri carnivori, nascono in uno stadio di sviluppo avanzato, hanno gli occhi aperti, molti denti già erotti, sono sorprendentemente vivaci e in grado di spostarsi sulle zampe anteriori. (p. 156)
*Non è possibile distinguere a vista nelle iene un cucciolo maschio da uno femmina poiché la femmina è dotata di organi riproduttivi che esternamente appaiono straordinariamente simili a quelli del maschio. Il curioso fenomeno ha portato all'errata credenza che la iena sia ermafrodita. Un trappolatore, per esempio, aveva avuto la richiesta di catturare sei iene, tre per sesso. Egli riuscì presto a catturare tre "maschi" ma non riuscì a trovare una femmina. Mentre stava ancora cercando, uno dei suoi "maschi" partorì tre cuccioli. (p. 158)
*In una caccia di iene niente viene buttato via e questo è un aspetto apprezzabile. Ogni briciola di qualunque parte commestibile viene divorata e l'erba ripulita a leccate anche dall'ultima stilla di sangue. Solo la criniera, la coda, la barba dello gnu, le corna e parte del cranio vengono lasciati. Le corna, quando finalmente vengono abbandonate dagli adulti, sono spesso portate a una delle tane: i cuccioli vi si affilano i denti e giocano per ore con il trofeo. (pp. 166-167)
*La maggior parte dei carnivori allatta i piccoli soltanto per poche settimane: al paragone, i diciotto e più mesi d'allattamento dei cuccioli di iena sembrano incredibilmente lunghi. È però una cosa necessaria, perché mamma iena non porta i piccoli sulle prede né riporta regolarmente cibo alla tana. I giovani che debbono crescere dipendono dunque quasi unicamente dal latte materno. (pp. 196-197)
 
==''Il popolo degli scimpanzé''==