Viktor Andrijovyč Kravčenko: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: il patto Molotov-Ribbentropp
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*La mia decisione di rompere col regime sovietico, cioè, in effetti, la mia dichiarazione di guerra personale a quello stato poliziesco e a tutti quelli che gli assomigliano, non era il risultato di un colpo di testa, ma la conseguenza naturale di tutto ciò che che mi era accaduto di vedere, pensare e soffrire; in questo senso, non era tanto una decisione nel vero senso della parola, cioè la manifestazione di una volontà, quanto la conclusione logica e inevitabile di un processo evolutivo. (vol. 1, cap. 1, p. 15)
 
*{{NDR|dopo la firma nel 1939 del [[Patto Molotov-Ribbentrop|Trattatotrattato di non aggressione fra il Reich e l'Unione Sovietica]]<ref>Noto anche come patto Molotov-Ribbentrop.</ref>}} Dovemmo vedere coi nostri occhi le attualità cinematografiche e le fotografie dei giornali che mostravano uno Stalin sorridente, con la mano nella mano di von Ribbentropp, per cominciare finalmente a credere all'incredibile. A Mosca gli stendardi con la svastica e le bandiere con la falce e il martello sventolavano insieme. Poi Molotov ci spiegò che il fascismo, dopo tutto, era soltanto una 'questione di gusto', e Stalin rivolse al suo collega in dittatura le dichiarazioni più fervorose sulla loro 'amicizia cementata nel sangue'. (vol. 2, cap. 21, pp. 600-601)
 
*I Russi lo chiamano con una parola: ''Vlast'', 'il potere'. Questa parola designa parimenti Stalin, il ''Politburo'', la Polizia Segreta e i favoriti del dittatore, sia quelli che posseggono titoli ufficiali, sia i cortigiani veri e propri. Il cittadino comune non la pronuncia, questa tremenda parola, che con espressione di collera e di paura. In bocca sua, equivale a: 'i nostri padroni', ed esprime l'infinita distanza che separa questi padroni dal gregge volgare dei comuni mortali. (vol. 2, cap. 24, p. 706)
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===[[Explicit]]===
Dedico questo libro al popolo russo, al popolo da cui sono uscito. Lo dedico malla memoria dei milioni di creature morte nella lotta contro l'assolutismo sovietico; ai milioni di innocenti che languiscono nelle innumerevoli prigioni e nei campi di lavoro forzato del Kremlino; alla memoria dei milioni di miei compatrioti che hanno donato la vita per la difesa della nostra patria amatissima, sognando un avvenire migliore per il nostro popolo. Infine, dedico questo libro a tutti gli uomini di buona volontà, ansiosi di progresso e di giustizia sociale, che in tutto il mondo lavorano all'avvento di quella 'Russia democratica' senza la quale non portà esservi pace durevole sulla terra.<br>''New York, 11 febbraio 1946''.<!--(Post-scriptum, vol. 2, p. 860)-->
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==