Benito Mussolini: differenze tra le versioni

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+ Sottosezione Marcello Dell'Utri.
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*Di fronte a una [[Razzismo|razza]] inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini d'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani.<ref>Citato in Luigi Salvatorelli e Giovanni Mira, ''Storia d'Italia nel periodo fascista'', Giulio Einaudi, Torino, 1964, p. 161.</ref>
*{{NDR|Dopo aver parlato con [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], nel 1931}} È un santone, un genio, che, cosa rara, usa la bontà come arma.<ref>Citato in ''Storia del fascismo'', diretta da [[Enzo Biagi]], ed. Sadea, Firenze, 6 agosto 1964, fascicolo n. 23<!--non vidi-->; citato in [[Aldo Capitini]], ''La compresenza dei morti e dei viventi'', Il Saggiatore, Milano, 1966, p. 139.</ref>
{{NDR|Su Filippo Corridoni}} Egli era un nomade della vita, un pellegrino che portava nella sua bisaccia poco pane e moltissimi sogni e camminava così, nella sua tempestosa giovinezza, combattendo e prodigandosi, senza chiedere nulla. Leviamoci un momento dalle bassure della vita parlamentare; allontaniamoci da questo spettacolo mediocre e sconfortante; andiamo altrove col nostro pensiero che non dimentica; portiamo altrove il nostro cuore, le nostre angosce segrete, le nostre speranze superbe, e inchiniamoci sulla pietra che, nella desolazione dell'Altipiano di Trieste, segnò il luogo dove Filippo Corridoni cadde in un tumulto e in una rievocazione di vittoria.<ref>Il "Il Popolo d'Italia", 23 ottobre [[1917]], ora, in A. Benzi, Scritti di Filippo Corridoni.</ref>
*Era necessario farci strada con la violenza, con il sacrificio, con il sangue; era necessario stabilire un ordine e una disciplina voluti dalle masse, ma impossibili da ottenere con una propaganda all'acqua di rose, con parole, parole e ancora parole e con ingannevoli battaglie parlamentari e giornalistiche. (da ''La mia vita'', 1983, p. 101)
*Fate che le glorie del [[passato]] siano superate dalle glorie dell'avvenire. (da ''Scritti e discorsi'', vol VII, p. 256)