Hippolyte Taine: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sui napoletani}} La gente del popolo è molto sobria, pranza con pane e cipolle. Conosco un vecchio operaio che ha fatto di suo figlio un mezzo signore, e che non mangia che pochi soldi di pane al giorno. Essi lavorano da mattina a sera, qualche volta sino a mezzanotte, ad eccezione della siesta da mezzogiorno alle tre. Si vedono ciabattini all'aria aperta tirare la lesina dal mattino alla sera. Calderai che, in prossimità del porto, occupano intere strade, non cessano di battere. (da ''Napoli''. – ''Nelle strade, a passeggio'', pp. 58-59)
*{{NDR|Sui napoletani}} È gente brillante, volubile, pronta all'entusiasmo, senza equilibrio, che si lascia trasportare dalla propria natura. In condizioni normali, sono amabili e persino dolci; ma nei pericoli e nei momenti di collera, in tempi di rivoluzioni o di fanatismo, essi arrivano fino all'estremo limite del furore e della follia. (da ''Napoli''. – ''Nelle strade, a passeggio'', p. 59)
*Una città compiuta in sé stessa, con arte propria, ricca d'animazione senza essere eccessivamente popolosa, non troppo grande, pur essendo capitale, bella e gaia: ecco la prima impressione su [[Firenze]]. (da ''Firenze ''. – ''La città'', 8 aprile 1864, p. 150)
*Vi sono razze così privilegiate, che non possono decadere del tutto. la genialità è così innata in questi spiriti, ch'essi si potranno guastare, ma non distruggere; e potranno diventare dilettanti o sofisti, ma non appariranno mai muti o sciocchi. Anzi, proprio nei periodi decadenti si può vederne l'intima essenza, e scoprire che in loro, come nei Greci del tardo Impero, l'intelligenza soverchia il carattere, poiché sopravvive anche quando questo si dissolve. Già sotto i primi Medici, i piaceri più forti sono quelli dell'intelligenza, e lo spirito dei fiorentini si manifesta vivace e caustico. (da ''Firenze ''. – ''La città'', 8 aprile 1864, p. 151)
*Gli storici antichi chiamano [[Firenze]] «la nobile città, la figlia di [[Roma]]». Pare che tetraggine del medioevo l'abbia appena sfiorata; Firenze è una pagana elegante, che, non appena si è sentita in grado di pensare, si è dichiarata, timidamente, prima, e apertamente, in seguito, elegante e pagana. (da ''Firenze ''. – ''La città'', 8 aprile 1864, p. 155)
 
==Citazioni su Hyppolite Taine==