Mohammad Reza Pahlavi: differenze tra le versioni

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*Quando si costruisce una nazione, i bei discorsi non riescono mai a sostituire il lavoro intenso e sistematico. (p. 163)
 
*Non è un caso che ogni anno migliaia di persone fuggano, attraverso la cortina di ferro, dalla Germania orientale verso quella occidentale. Esse sanno cosa significa la libertà e sono pronte a rischiare la vita, oltre che i loro beni, per conquistarla. Per la maggior parte si tratta di intellettuali e di professionisti che hanno sofferto particolarmente sotto il regime comunista. Molti potrebbero pure fuggire dalla Germania occidentale verso quella orientale, se lo volessero, ma praticamente nessuno lo ha mai fatto. (p. 187)
 
*Per giudicare uno qualsiasi di questi regimi si possono usare due mezzi. Uno consiste nel vedere quale rapporto esista fra i governanti, da un lato e il proletariato o gente comune, dall'altro. Sono, questi governanti, membri del proletariato come vorrebbero farci credere e identificano veramente i loro interessi con quelli del semplice cittadino? Sembra invece che tutte le [[Dittatura del proletariato|dittature proletarie]] siano in effetti controllate da una piccola élite che si preoccupa molto poco dei diritti dell'uomo comune.<br>In secondo luogo bisogna domandarsi se il proletariato abbia voce in capitolo per quanto riguarda la linea politica dei governanti. In base alla mia esperienza devo dire che la gente del popolo ha pochissimo, o addirittura nessuno influsso sul governo, sulla propria vita e sul proprio futuro.<br>I dittatori comunisti hanno in comune coi fascisti la loro simpatia per le elezioni. Con ciò sperano di dare al semplice lavoratore l'impressione di contribuire al governo del paese. Essi però accettano un solo partito politico; chiunque tenti di farne sorgere un alto, o chiunque esprima un'opinione contraria al partito al governo, corre il rischio di venire eliminato. Nelle elezioni (ammesso che le si possa chiamare tali) l'elettore non ha scelta, giacché i soli candidati in lista sono quelli del partito al potere. Il cittadino viene sollecitato a votare (o gli viene ordinato di votare) semplicemente per una questione di forma; poi le autorità annunciano trionfalmente che, diciamo, il novantanove per cento dei voti era a favore del parito al governo. Mi domando come tante persone intelligenti possano lasciarsi ingannare da questo genere di cose. (p. 188)
 
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