David Thomson (storico): differenze tra le versioni

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*Il [[Governo di Vichy|regime di Vichy]] fu instaurato nell'intervallo fra Dunkerque e la battaglia di Gran Bretagna, quando la maggior parte degli esperti militari e dei politici francesi – e non solo francesi – ritenevano che il conflitto sarebbe presto finito, che la Germania avesse già vinto la guerra e fosse in procinto di instaurare l'«Ordine Nuovo» nazista in Europa. (cap. 6, In pieno scisma, p. 241)
 
*Il regime {{NDR|di Vichy}} sopravvisse principalmente in forza del prestigio personale di [[Philippe Pétain|Pétain]], della prontezza di spirito di [[Pierre Laval|Laval]]<ref>Pierre Laval (1883–1945), politico francese, presidente del Consiglio dei ministri di Vichy dal 1942 al 1944.</ref> e della intrinseca incapacità della Germania di costringere all'obbedienza, senza provocare aperte ribellioni sul suo vulnerabile fronte occidentale. Oltre a ciò, unica risorsa di Vichy fu la pressione sempre più forte che gli Alleati esercitavano sulla Germania. (cap. 6, In pieno scisma, p. 244)
 
*Il carattere essenziale della politica di Vichy dopo il dicembre 1940 fu nella sopravvivenza di un regime provvisorio e improvvisato in condizioni totalmente diverse da quelle per le quali era stato escogitato. Gli uomini, i movimenti e i gruppi sociali che si raccolsero sotto il maresciallo Pétain e l'ammiraglio [[François Darlan|Darlan]]<ref>François Darlan (1881–1942), ammiraglio e politico francese, vicepresidente del Consiglio dei ministri di Vichy.</ref> erano uniti solo dal desiderio di sfruttare quell'occasione per sradicare le ultime istituzioni e gli ultimi ideali della Repubblica parlamentare. Per costoro la Repubblica – ''la gueuse'' – era stata finalmente screditata dalla disfatta nazionale<ref>L'invasione tedesca nella seconda guerra mondiale (1940-1944).</ref>, ed ora, se si voleva che la nazione sopravvivesse, bisognava che la Francia assumesse una veste politica che le desse diritto a un posto nell'Europa dell'«Ordine Nuovo» di Hitler. (cap. 6, In pieno scisma, pp. 244-245)
 
*[[Félix Gaillard]], nei suoi tentativi di risolvere le difficoltà finanziarie della Francia nel 1957-1958, si trovò di fronte a un dilemma abbastanza familiare ai suoi predecessori; la pressione incoerente della destra perché, invece di imporre nuove tasse, si decurtassero le spese, senza però togliere gli aiuti a quei gruppi economicamente privilegiati, come gli agricoltori e i piccoli produttori, del cui appoggio egli aveva bisogno; e la pressione, del pari incoerente, della sinistra, la quale pretendeva che l'inflazione fosse arrestata senza ridurre le spese per i dipendenti pubblici o per i servizi sociali. (cap. 7, La Quarta Repubblica, p. 281)