Impero anglo-indiano: differenze tra le versioni

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===[[Jawaharlal Nehru]]===
[[File:Jnehru.jpg|thumb|[[Jawaharlal Nehru]]]]
*L'India per secoli fu divisa da sanguinose lotte interne. Poi vennero gli inglesi e ci diedero l'unità. Ma era l'unità di un popolo di schiavi.
*Per molte generazioni gli inglesi hanno trattato l'India come una specie di enorme casa di campagna (secondo il vecchio costume inglese) di loro proprietà. Essi erano i ricchi che possedevano la casa e ne occupavano le parti migliori mentre gli indiani venivano relegati nelle stanze della servitù, nella dispensa e nella cucina. E come in ogni casa di campagna che si rispetti, c'era una gerarchia fissa negli strati inferiori - maggiordomo, portinaio, cuoco, cameriere, donna di servizio, lustrascarpe, ecc. - e fra loro veniva osservata la rigorosa dipendenza. Ma fra gli altri strati superiori della casa esisteva, socialmente e politicamente, una barriera insormontabile. Il fatto che il Governo britannico ci abbia imposto questa situazione non è sorprendente, ma ciò che sembra sorprendente è che noi, o la maggior parte di noi, l'avessimo accettata come l'ordinamento naturale ed inevitabile della nostra vita e del nostro destino. Noi abbiamo sviluppato la mentalità di un buon servitore di una casa di campagna. Qualche volta ci veniva riservato un onore raro, ci veniva data una tazza di té nel salotto. Il sommo della nostra ambizione era diventare rispettabili ed essere promossi individualmente agli strati superiori. Questo trionfo psicologico degli inglesi in India era maggiore di qualsiasi vittoria militare o diplomatica. Lo schiavo aveva incominciato a pensare da schiavo, come avevano detto i saggi vecchi di un tempo.
*Una delle legende sull'India, che i nostri dominatori inglesi hanno fatto tenacemente circolare in tutto il mondo, è che l'India avrebbe centinaia di lingue, non me ne ricordo il numero esatto. E a riprova di ciò c'è il censimento. Di queste parecchie centinaia è un fatto straordinario che pochissimi inglesi ne conoscono appena una discretamente bene, nonostante risiedano per tutta la vita nel nostro paese. Essi ne classificano parecchie insieme e le chiamano «vernacolo», il linguaggio degli schiavi (dal latino ''verna'', uno schiavo nato in casa) e molti della loro gente hanno accettato, senza saperlo, questa nomenclatura. È sorprendente come gli inglesi trascorrano una vita intera in India senza prendersi la briga di impararne bene la lingua. Essi hanno sviluppato, con l'aiuto dei loro ''khansamahs'' e dei loro ''ayahs'', un gergo straordinario, una specie di [[Lingua indostana|indostano]] fasullo, che essi si immaginano essere la vera lingua. Così come apprendono i fatti relativi alla vita dell'India dai loro subordinati e sicofanti, essi si formano una idea dell'indostano dai propri domestici, i quali si fanno obbligo di parlare la loro lingua fasulla al ''Sahib'' di casa, nel timore che questi non capisca null'altro. Gli inglesi sembrano ignorare totalmente il fatto che l'indostano, come pure le altre lingue indiane, hanno un alto merito letterario ed una vasta letteratura.