Léopold Sédar Senghor: differenze tra le versioni

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*''Ecco che muore l'Africa degli imperi, agonia di principessa pietosa | ed anche l'Europa a cui l'ombelico ci unisce. | Fissate gli immutabili occhi sui figli vostri che ricevono ordini | che danno la vita come il povero l'ultimo suo vestito. | Fate che noi rispondiamo presente alla rinascita del Mondo | come il lievito necessario alla bianca farina. | Chi insegnerà il ritmo al mondo defunto delle macchine e dei cannoni? | Chi lancerà il grido di gioia per risvegliare i morti e gli orfani all'aurora? | Dite, chi renderà memoria di vita all'uomo dalle speranze violate? | Ci chiamano gli uomini del cotone, del caffè, dell'olio | ci dcono gli uomini della morte. | Gli uomini siamo della danza, e novella Forza è ai nostri piedi il suolo duramente percosso.'' (da ''Preghiera alle maschere''<ref>In ''Poeti dell'Africa nera'', a cura di Cristina Brambilla, Carucci, 1958, pp. 29-30; in [[Ulla Schild]], ''Storia della letteratura africana, (Letteratura Universale, vol. 45)'', supervisione di [[Janheinz Jahn]], Fratelli Fabbri Editori, Milano, p. 51.</ref>)
*Io so che i Latini e soprattutto i Greci hanno scoperto le «idee generali»: prima e meglio di altri, le hanno messe in piena luce grazie ad un'arte nella quale l'economia dei mezzi concorreva alla loro efficacia. Io so che, per i popoli negro-africani, non esiste scuola migliore, perché, se l'[[educazione]] è sviluppo delle qualità native, essa è anche correzione dei difetti ereditari e acquisizione delle virtù contrarie.<ref>Dal saggio ''Vue sur l'Afrique noire, ou assimiler, non être assimilés'', 1945, in seguito ristampato in ''Liberté I. Negritude et humanisme'', Parigi, 1964, p. 67. Citato in Italo Lana e Armando Fellin, ''Civiltà letteraria di Roma antica'', vol. I, p. 16; in [[Italo Lana]] e [[Armando Fellin]], ''Civiltà letteraria di Roma antica'', Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1973, vol. I, p. 13.</ref>
*Nel 1943, [[William Tubman]] [...] stava per rivoluzionare la Liberia, e darladarle non solo un ideale moderno, ma i mezzi moderni per ottenerlorealizzarlo.
:''In 1943, William Tubman [...] was going to revolutionize Liberia, and give it not only a modern ideal but modern means to achieve it.''<ref>Citato in D. McBride, ''Missions for Science: U.S. Technology and Medicine in America's African World'', Rutgers University Press, 2002, p. 174, ISBN 0813530679</ref>
*{{NDR|Alla domanda: Che cosa avete voi [[Africa|Africani]] dato al [[Brasile]]?, Senghor, in visita in Brasile nel 1964 rispose:}} Un'irreprimibile vitalità che permise all'uomo brasiliano di resistere alla torpidezza e ad ogni ostacolo che qui incontrava. C'è poi il suo senso dell'amicizia, della fraternità umana che contribuì a dare alla vostra gentilezza una caratteristica tutta peculiare. C'è infine e soprattutto una visione nuova del mondo, un dinamismo creatore che distingue le arti negre dall'architettura sino alla danza, passando per la scultura, la musica e la pittura. In altre parole, il contributo del negro nelle arti consiste essenzialmente in quei simboli, in quelle immagini ritmate nelle quali si riconosce la [[negritudine]].<ref>Citato in ''Poeti e Poesia, Rivista internazionale, Anno 4 – n. 3 – Dicembre 2000'', Pagine, Roma, p. 79.</ref>