Sandro Pertini: differenze tra le versioni

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*Ebbene, [[fascismo|neofascisti]] che ancora una volta state nell'ombra a sentire, io mi vanto di avere ordinato la fucilazione di [[Benito Mussolini|Mussolini]], perché io e gli altri, altro non abbiamo fatto che firmare una condanna a morte pronunciata dal popolo italiano venti anni prima.<ref>Discorso di Pertini a Genova, piazza della Vittoria, 28 giugno 1960; riportato in ''[https://www.rassegna.it/userdata/custom/pdf/rassegnasindacale/1960/pertini.pdf rassegna.it]''</ref>
*Ho vissuto a [[Milano]] una esperienza che mi ha confermato nell'idea che il [[Italia|nostro popolo]] è capace delle più grandi cose quando lo anima il soffio della libertà e del [[socialismo]].<ref name=miltor/>
*I [[giovinezza|giovani]] non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. (dal<ref>Dal discorso di fine anno, 31 dicembre 1978).</ref>
*Il compagno [[Stalin]] ha terminato bene la sua giornata, anche se troppo presto per noi e per le sorti del mondo. L'ultima sua parola è stata di pace. [...] Si resta stupiti per la grandezza di questa figura che la morte pone nella sua giusta luce. Uomini di ogni credo, amici e avversari, debbono oggi riconoscere l'immensa statura di Giuseppe Stalin. Egli è un gigante della storia e la sua memoria non conoscerà tramonto.<ref>Citato in Vittorio Messori, ''Pensare la storia'', Edizioni San Paolo, Milano, 1992, p. 111.</ref>
*Il [[fascismo]] per me non può essere considerato una fede [[politica]]. Sembra assurdo quello che dico, ma è così: il fascismo a mio avviso è l'antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche. Non si può parlare di fede politica parlando del fascismo, perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui.<ref>Da un'intervista disponibile su ''[http://www.pertini.it/cesp/video/tolleranza.wmv CESP Pertini.it]''.</ref>
*Il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi.<ref>Dalla dichiarazione a seguito del terremoto in Irpinia; citato in ''[http://www.raistoria.rai.it/articoli/terremoto-in-irpinia-pertini-aiutate-i-vivi/11362/default.aspx Raistoria.rai.it]'', 25 novembre 1980.</ref>
*Io speravo che ad Atene i capi di Stato raggiungessero un accordo per dar vita veramente all'[[Unione Europea|unità europea]], per fare dell'Europa una grande nazione che con il suo potenziale umano, tecnologico, con la sua trazione storica, farebbe sentire il suo peso fra le due superpotenze. Invece ad Atene si è impedita questa vera unità europea. Si vogliono escludere nazioni come la [[Spagna]] e il [[Portogallo]] per la questione degli agrumi, del vino. Questo è un ragionare da mercanti, non è più ragionare da uomini politici che hanno a cuore veramente le sorti dell'Europa e quindi del mondo intero.<ref>Dal messaggio di fine anno del 1983; riportato in ''[http://presidenti.quirinale.it/Pertini/documenti/per_disc_31dic_83.htm Quirinale.it]''.</ref>
*L'Italia desidera riaffermare la sua totale opposizione ai principi dell'"[[apartheid]]" tuttora vigenti, con attenuazioni sino ad ora del tutto insufficienti. (dal<ref>Dal discorso in occasione del "Giorno dell'Africa", 5 giugno 1984<ref>. Citato in [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/06/10/botha-da-oggi-roma.html?ref=search ''Botha da oggi a Roma''], ''la Repubblica'', 10 giugno 1984.</ref>)
*La borghesia [[Italia|nostrana]] – la più gretta, egoistica e meschina di tutte le borghesie d'Europa, ostile a ogni rinnovamento sociale, aggrappata ai residui della feudalità – non esita a spingere il fascismo, uscito da una sanguinosa avventura nazionalistica, contro la classe operaia nella insensata idea di arrestarne l'ascesa.<ref>Da ''La Resistenza secondo Risorgimento nazionale'', in ''Gioventù socialista'', aprile 1954; riportato in ''[http://www.pertini.it/cesp/doc_61.htm Pertini.it]''.</ref>
*La [[Costituzione della Repubblica italiana|Costituzione]] è un buon documento; ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la [[Resistenza italiana|Resistenza]] continua.<ref>Da ''Il libretto rosso di Pertini'', a cura di Massimiliano Di Mino e Pier Paolo Di Mino, Castelvecchi Purple Press, Roma, 2011, p. 31. ISBN 978-88-95903-50-7</ref>
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*Non mi sembrò un tipo umano, [[Richard Nixon|Nixon]]. Mi sembrò molto arrogante, molto pieno di sé. Uh, quella mascella! Non mi piace proprio, quella mascella. E quei lineamenti da bulldog. Non mi piacciono proprio. Denunciano una prepotenza.<ref name=fallaci/>
*Oggi, dopo le tristi esperienze subite, noi tutti sappiamo che la società contemporanea rimane sempre esposta al ''[[totalitarismo|virus totalitario]]'': l'arco dei mezzi di persuasione e di dominio del [[consenso]] a disposizione del potere è amplissimo, le possibilità di corruzione delle libere coscienze sono infinite, la tecnologia più raffinata consente ora l'uso della [[violenza]] ''dolce e silenziosa'', laddove nell'evo antico e nell'età più prossima funzionava la violenza bruta e l'annientamento fisico del dissidente.<ref>Da ''Il libretto rosso di Pertini'', a cura di Massimiliano Di Mino e Pier Paolo Di Mino, Castelvecchi Purple Press, Roma, 2011, p. 32. ISBN 978-88-95903-50-7</ref>
*Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà. [...] E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato! (audio<ref>Audio su ''[http://www.youtube.com/watch?v=RYKLgZAD2uM youtube]'' del discorso del 31 dicembre 1983).</ref>
*Ormai a tutti è noto che l'[[Unione Europea]] e gli organismi derivanti dal Piano Marshall non sono l'espressione spontanea della volontà e delle esigenze dei popoli europei, bensì sono stati artificiosamente creati con lo scopo politico di fare d'un gruppo di nazioni europee uno schieramento in funzione antisovietica, e con lo scopo economico di fare dell'Europa Occidentale un campo di sfruttamento della finanza americana.<ref>Da ''L'Europa e il Piano Marshall'', ''Avanti!'', 30 giugno 1949; riportato in ''[http://www.pertini.it/cesp/doc_73.htm Pertini.it]''.</ref>
*Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io. (da<ref>Da un'[http://www.pertini.it/cesp/video/socialismo2.wmv Intervista - Centro Espositivo Sandro Pertini]<ref>. Vedi anche [http://www.pertini.it/cesp/p_video.htm Video CESP - Centro Espositivo Sandro Pertini].</ref>)
*{{NDR|Sulla morte di [[Umberto Terracini]]}} Perdo con lui un grande amico e compagno di lotta nelle carceri fasciste e nella Resistenza. Terracini è una delle figure più rappresentative del movimento operaio italiano e dell'antifascismo.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1034_01_1983_0289_0001_14777495/ È morto Terracini]'', ''La Stampa'', 7 dicembre 1983.</ref>
*Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io. (da un'[http://www.pertini.it/cesp/video/socialismo2.wmv Intervista - Centro Espositivo Sandro Pertini]<ref>Vedi anche [http://www.pertini.it/cesp/p_video.htm Video CESP - Centro Espositivo Sandro Pertini].</ref>)
*{{NDR|Su [[Mu'ammar Gheddafi]]}} Quell'uomo è un pazzo. Un pericolo per la pace.<ref name=Tiempo/>
*{{NDR|Sullo stato della Repubblica nel dopoguerra}} Siamo caduti nella zona di influenza [[america]]na: Piano Marshall, Patto atlantico, [[NATO]]. Gli americani temevano una rivoluzione e ci hanno impedito di fare ciò che avremmo dovuto. Ci hanno rimesso in mano i vecchi arnesi del fascismo, i questori Guida, sicché è un po' successo in Italia ciò che successe in Francia dopo la [[rivoluzione francese]]: quando tornarono a galla i vecchi arnesi del vecchio regime.<ref name=fallaci/>
*Sono al fianco di chi soffre umiliazioni e oppressioni per il colore della sua pelle. [[Adolf Hitler|Hitler]] e [[Benito Mussolini|Mussolini]] avevano la pelle bianchissima, ma la coscienza nera. [[Martin Luther King]] aveva la pelle color dell'ebano, ma il suo animo brillava della limpida luce, come i diamanti che negri oppressi estraggono dalle miniere del Sudafrica, per la vanità e la ricchezza di una minoranza dalla pelle bianca.<ref>Citato nella canzone ''Il bianco e il nero'' nell'album ''Verba Manent'' (1993) di [[Frankie hi-nrg mc]].</ref> (da un discorso del 1982; citato in Michelangelo Jacobucci, ''Pertini uomo di pace'', Rizzoli, 1985)
*Sono del parere che la televisione rovina gli uomini politici, quando vi appaiono di frequente. (alla Camera il 22 luglio 1971, rivolgendosi all'Onorevole [[Giuseppe Niccolai]])
*Sono socialista, da più di mezzo secolo. Per me socialismo vuol dire esaltazione della dignità dell'[[uomo]]; e quindi il socialismo non può andare disgiunto dalla [[libertà]]. (citato in [[Gianni Bisiach]], ''Pertini racconta'', Milano 1983, p. 46)
*Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà. [...] E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato! (audio su ''[http://www.youtube.com/watch?v=RYKLgZAD2uM youtube]'' del discorso del 31 dicembre 1983)
*{{NDR|Il giorno della Liberazione di [[Firenze]]}} Presi contatto con il tenente Frank, rappresentante degli alleati il quale mi disse: "Entreremo in città quando avrete ripulito Firenze da tutti i franchi tiratori". E quando questo accadde puntualmente entrarono a Firenze. Frank mi accompagnò a Roma. Di quei giorni porto con me, costantemente, l'immagine della nostra diffusione dell'«Avanti!». In piazza San Marco mi ferma un signore, avrà avuto 70, 75 anni; senza dire una parola stese la mano a prendere il foglio; prese il foglio come un credente può prendere un'immagine sacra. E lo baciò. Baciò l'"Avanti!" e si mise a piangere. Un ricordo che mi commuove ancora.<ref>Da ''Quei giorni della liberazione a Firenze'', in: ''Il socialismo a Firenze e in provincia, 1871 – 1961'', a cura di S. Carretti e M. Degl'Innocenti, Pisa, Nistri-Lischi, 1987, p. 148.</ref>
*{{NDR|Su [[Mu'ammar Gheddafi]]}} Quell'uomo è un pazzo. Un pericolo per la pace.<ref name=Tiempo/>
*Questo [[Patto Atlantico]] in funzione antisovietica varrà a dividere maggiormente l'[[Europa]], scaverà sempre più profondo il solco che già separa questo nostro tormentato continente.<ref>Dagli [http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/487027.pdf Atti parlamentari, 27 marzo 1949] pag 30; riportato in ''[http://www.pertini.it/cesp/doc_72.htm Pertini.it]''.</ref>
*Se i [[umanità|popoli della terra]], coralmente, potessero esprimersi, al di sopra di ogni differenza ideologIca, politica, di ogni razza, al di sopra di ogni credo, e di ogni differenza di credo religioso, tutti i popoli della terra si pronuncerebbero per la [[pace]] contro la guerra.<ref>Dal messaggio di fine anno del 1979; riportato in ''[http://presidenti.quirinale.it/Pertini/documenti/per_disc_31dic_79.htm Quirinale.it]''.</ref>
*Se tutti i popoli della terra, tutti i [[giovani]] della terra potessero trovarsi uniti e potessero quindi coralmente esprimere il loro desiderio, la loro volontà, tutti si esprimerebbero per la pace, contro la guerra. E noi vogliamo che i nostri giovani possano vivere sicuri della pace e della libertà. Vogliamo che essi siano degli uomini liberi, in piedi, a fronte alta, padroni del loro destino e non dei servitori in ginocchio.<ref>Dal messaggio di fine anno del 1983; riportato in ''[http://presidenti.quirinale.it/Pertini/documenti/per_disc_31dic_83.htm Quirinale.it]''.</ref>
*{{NDR|Sullo stato della Repubblica nel dopoguerra}} Siamo caduti nella zona di influenza [[america]]na: Piano Marshall, Patto atlantico, [[NATO]]. Gli americani temevano una rivoluzione e ci hanno impedito di fare ciò che avremmo dovuto. Ci hanno rimesso in mano i vecchi arnesi del fascismo, i questori Guida, sicché è un po' successo in Italia ciò che successe in Francia dopo la [[rivoluzione francese]]: quando tornarono a galla i vecchi arnesi del vecchio regime.<ref name=fallaci/>
*Siamo preoccupati per quello che accade nell'[[Afghanistan]]. Ma come, noi che siamo stati [[partigiani]], che abbiamo lottato contro i nazisti e contro i fascisti per la libertà, dovremmo rimanere indifferenti di fronte alla lotta che stanno sostenendo i partigiani afghani contro il dominatore straniero? La nostra solidarietà quindi ai partigiani afghani.<ref name= Per981 >Dal messaggio di fine anno del 1981; riportato in ''[http://www.fondazionepertini.it/asp/leggi.asp?IdSez=3&idcontenuto=193&IdSottoSez=41 FodazionePertini.it]''.</ref>
*Sono al fianco di chi soffre umiliazioni e oppressioni per il colore della sua pelle. [[Adolf Hitler|Hitler]] e [[Benito Mussolini|Mussolini]] avevano la pelle bianchissima, ma la coscienza nera. [[Martin Luther King]] aveva la pelle color dell'ebano, ma il suo animo brillava della limpida luce, come i diamanti che negri oppressi estraggono dalle miniere del Sudafrica, per la vanità e la ricchezza di una minoranza dalla pelle bianca.<ref>Citato nella canzone ''Il bianco e il nero'' nell'album ''Verba Manent'' (1993) di [[Frankie hi-nrg mc]].</ref> (daDa un discorso del 1982; citato in Michelangelo Jacobucci, ''Pertini uomo di pace'', Rizzoli, 1985).</ref>
*Sono del parere che la televisione rovina gli uomini politici, quando vi appaiono di frequente. (alla<ref>Alla Camera il 22 luglio 1971, rivolgendosi all'Onorevole [[Giuseppe Niccolai]]).</ref>
*Sono socialista, da più di mezzo secolo. Per me socialismo vuol dire esaltazione della dignità dell'[[uomo]]; e quindi il socialismo non può andare disgiunto dalla [[libertà]]. (citato<ref>Citato in [[Gianni Bisiach]], ''Pertini racconta'', Milano 1983, p. 46).</ref>
*Uomini di ogni credo politico, amici ed avversari, debbono oggi riconoscere l'immensa statura di [[Josif Stalin|Giuseppe Stalin]]. Egli è un gigante della storia e la sua memoria non conoscerà tramonto. Siamo costernati dinanzi a questa morte per il vuoto che Giuseppe Stalin lascia nel suo popolo e nella umanità intera. Signori, se abbandonate per un istante le vostre ostilità politiche, come le abbandono io in questo momento, dovete riconoscere con me che la vita di quest'uomo coincide per trent'anni con il corso dell'umanità stessa.<ref>[http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/487877.pdf Commemorazione al senato], 6 marzo 1953 (pag 4)</ref>
*{{NDR|Nel 1978 sull'amnistia agli anarchici}} Vede, io sono un vigliacco. Tutti noi siamo dei vigliacchi. Quando parliamo di democrazia siamo tutti in malafede. Democrazia significa governo del popolo, ma se governasse il popolo non governeremmo noi. Lo facciamo perché il governo è più facile dell'autogestione, più comodo. E perché, ammettiamolo, un po' ci piace avere tutto questo potere. E continueremo a governare. Ma l'amnistia è un atto dovuto, visto che hanno ragione loro. E una parte di me spera che prima o poi vinceranno. (citato<ref>Citato in Livio Zanetti, ''Pertini sì Pertini no'').</ref>
*{{NDR|Riguardo le spedizioni punitive dei [[fascismo|fascisti]]}} Voi sapete come facevano: aspettavano – erano degli eroi! – di essere in venti o in trenta per aggredire gli [[antifascismo|antifascisti]] quando si trovavano isolati. Se eravamo in tre, allora non ci aggredivano più!<ref>Dagli Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, Legislatura II, seduta del 23 febbraio 1955, p. 404; riportato in ''[http://www.pertini.it/cesp/doc_11.htm Pertini.it]''.</ref>