Denis Mukwege: differenze tra le versioni

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*I matrimoni interreligiosi dovrebbero diventare la norma, perché è la relazione con Dio a salvare l'uomo, non la religione. (p. 51)
*{{NDR|Sulla [[Rivolta dei Simba]]}} Il loro capo era il giovane politico [[Pierre Mulele]] che, come Kashamura, aveva ricoperto la carica di ministro nel governo di Lumumba. Per attrarre nuove leve nel suo esercito si serviva della superstizione e della stregoneria. Ogni nuovo soldato doveva compiere un rito d'iniziazione in cui veniva asperso con un'acqua benedetta composta da varie erbe. Quella pozione magica avrebbe dovuto neutralizzare le pallottole dei nemici: invece che colpirli, sarebbero cadute a terra come gocce di pioggia.<br>Molte delle reclute erano ragazzini sbandati. Il volto dipinto con caolino bianco e argilla rossa, il capo acconciato con foglie di banano, seminudi ed esaltati per l'effetto di droghe, si lanciavano all'attacco al grido di «Maji ya Mulele!» («L'acqua di Mulele!»), certi di essere invulnerabili. Gli stessi soldati dell'esercito regolare, spaventati dalla stregoneria di Mulele, ricoprivano i loro fucili con corone di foglie per proteggersi dal pericoloso effetto della pozione. (p. 55)
*[...] nel 1996, quando ci trovammo intrappolati in quella che fu definita «la [[prima guerra del Congo]]», dovetti scontrarmi con la dura verità che al mondo non c'è niente di sacro e che nessuno è intoccabile. Chiunque può essere aggredito. (p. 71)
*Nella nostra cultura, i figli maschi ereditano la terra e, prima che raggiungano l'età da matrimonio, i padri devono provvedere ad accumulare una mandria di mucche abbastanza numerosa da poter pagare una dote. Senza una famiglia alle spalle, ci si presenta in società a mani vuote e diventa molto difficile prendere moglie. (p. 74)
*Sento dire spesso che Dio sarebbe stato portato in Africa dai missionari europei, che ci avrebbero imposto una religione diversa dalla nostra. Io rifiuto questa interpretazione della storia e credo invece che quando i missionari sbarcarono con i loro Vangeli e il messaggio di un Dio onnipotente, gli africani lo accolsero perché era un principio a loro familiare. Da tempi antichi era diffusa nel nostro continente l'idea di un Padre protettore e garante di una vita nell'aldilà. Celata dietro nomi e forme diverse, l'idea di Dio era presente nelle credenze popolari della maggior parte delle tribù e dei gruppi etnici. Quello a cui appartenevo io, i ''bashi'', non faceva eccezione. Dio era chiamato Namuzinda, che significa «l'Ultimo». In altre parole, colui che sarebbe rimasto anche dopo la fine del mondo. (p. 80)