Lenin: differenze tra le versioni

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*Compagni! La rivoluzione degli operai e dei contadini, che da sempre i bolscevichi hanno ritenuto una necessità, è compiuta!<ref>Dalla ''Seduta del Soviet dei Deputati Operai e Soldati di Pietrogrado'', 25 ottobre (7 novembre) 1917; pubblicata nell'Izvestia del CEC, n. 207, 26 ottobre 1917.</ref>
*Da noi si guarda la cooperazione con disprezzo, non comprendendo l'importanza esclusiva che ha la cooperazione, dal punto di vista del passaggio a un ordine nuovo per la via più semplice, facile a accessibile ai contadini.<ref>Da ''Le cooperative sotto il socialismo'', in ''Opere scelte'', Editori riuniti, 1965.</ref>
*Finché le donne non saranno chiamate, non soltanto alla libera partecipazione alla [[vita]] [[politica]] generale, ma anche al servizio civico permanente o generale, non si potrà parlare non solo di [[socialismo]], ma neanche di [[democrazia]] integrale e duratura. (da<ref>Da ''I compiti del proletariato nella rivoluzione attuale'', in ''Opere scelte'''.</ref><ref name=mitch/>)
*Dal momento che non si può parlare di una ideologia indipendente, elaborata dalle stesse masse operaie nel corso del loro movimento, la questione si può porre ''solamente così'': o ideologia [[Borghesia|borghese]] o ideologia socialista. Non c'è [[via di mezzo]] (poiché l'umanità non ha creato una «terza» ideologia e, d'altronde, in una società dilaniata dagli antagonismi di classe, non potrebbe mai esistere una ideologia al di fuori o al di sopra delle classi). Perciò ''ogni'' diminuzione dell'ideologia socialista, ''ogni allontanamento'' da essa implica necessariamente un rafforzamento dell'ideologia borghese. (da ''Che fare?'', in ''Opere scelte''<ref name=mitch>Citato in Juliet Mitchell, ''La condizione della donna'' (''Woman's Estate''), traduzione di Giovanna Stefancich, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1972.</ref>)
*Fino a quando gli uomini non avranno imparato a discernere, sotto qualunque frase, dichiarazione e promessa morale, religiosa, politica e sociale, gli interessi di queste o quelle classi, essi in politica saranno sempre, come sono sempre stati, vittime ingenue degli inganni e delle illusioni. (da<ref>Da ''Tre fonti e tre parti integranti del marxismo'').</ref>
*È molto più difficile impadronirsi di una decina di teste forti che non di un centinaio di imbecilli.<ref>Da ''Che fare?'', 1902; citato in ''[https://www.marxists.org/italiano/lenin/1902/3-chefare/cf4.htm Che fare?]'', ''.marxists.org''.</ref>
*Epurandosi un [[partito]] si rafforza. (da ''Che fare?'')
*Finché le donne non saranno chiamate, non soltanto alla libera partecipazione alla [[vita]] [[politica]] generale, ma anche al servizio civico permanente o generale, non si potrà parlare non solo di [[socialismo]], ma neanche di [[democrazia]] integrale e duratura. (da ''I compiti del proletariato nella rivoluzione attuale'', in ''Opere scelte'''<ref name=mitch/>)
*Fino a quando gli uomini non avranno imparato a discernere, sotto qualunque frase, dichiarazione e promessa morale, religiosa, politica e sociale, gli interessi di queste o quelle classi, essi in politica saranno sempre, come sono sempre stati, vittime ingenue degli inganni e delle illusioni. (da ''Tre fonti e tre parti integranti del marxismo'')
*Fra un secolo tra i popoli civilizzati non ci sarà altra forma di governo [se non quella dell'URSS]. Tuttavia, credo che continuerà a sussistere, sotto le macerie delle attuali istituzioni, la [[gerarchia]] cattolica, perché in essa si effettua sistematicamente l'educazione di coloro i quali hanno il compito di guidare gli altri. Non nascerà alcun vescovo o papa, come finora è nato un principe, un re o un imperatore, perché per diventare un capo, una guida, nella Chiesa cattolica, è necessario aver già dato prova di capacità. È in questa saggia disposizione la grande forza morale del cattolicesimo, che da 2000 anni resiste a tutte le tempeste e rimarrà invincibile anche in futuro.<ref>Citato in ''Osservatore Romano'', 23 agosto 1924; ripreso in ''Avvenire'', 12 luglio 2007.</ref>
*Gli Stati Uniti d'Europa in regime capitalistico sarebbero o impossibili o reazionari.<ref name=europa>Da ''Sulla parola d'ordine degli Stati uniti d'Europa'', ''Sotsial-Demokrat'', n. 14, 23 agosto 1915.</ref>
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*Il [[comunismo]] è il potere sovietico più l'elettrificazione di tutto il paese.<ref>Slogan politico del 1920 per la diffusione del programma di elettrificazione in Russia. {{c|fonte secondaria?}}</ref>
*Il governo degli operai e dei contadini, sorto dalla rivoluzione del 24 e del 25 ottobre e che si appoggia sui Soviet dei delegati degli operai, dei soldati e dei contadini, propone a tutti i popoli belligeranti e ai loro governi di cominciare immediatamente le trattative per una pace giusta e democratica. Il governo intende per pace giusta e democratica... la pace immediata senza annessioni, cioè senza conquista di territori stranieri, senza annessioni forzate di altre nazionalità, e senza contribuzioni.<ref>Dal ''Proclama ai popoli e ai governi di tutti i paesi belligeranti'', 26 ottobre 1917; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 698-699.</ref>
*Il marxismo ha aperto la via a uno studio universale, completo, del processo di origine, di sviluppo e di decadenza delle formazioni economico-sociali, considerando l'insieme di tutte le tendenze contraddittorie, riconducendole alle condizioni esattamente determinabili di vita e di produzione delle varie classi della società, eliminando il soggettivo e l'arbitrario nella scelta di singole idee direttive o nella loro interpretazione, scoprendo nella condizione delle forze materiali di produzione le radici di tutte le idee e di tutte le varie tendenze senza eccezione alcuna. (da<ref>Da ''Karl Marx'', 1914).</ref>
*Il [[riformismo]] è l'inganno borghese degli operai che, nonostante i parziali miglioramenti, restano sempre schiavi salariati finché esiste il dominio del capitale.<ref name=riformismo/>
*In Italia, compagni, c'era un solo socialista capace di guidare il popolo alla rivoluzione: [[Benito Mussolini|Mussolini]]. Ebbene, voi lo avete perduto e non siete capaci di ricuperarlo!<ref>Citato in Ivan Buttignon, ''Compagno Duce. Fatti, personaggi, idee e contraddizioni del fascismo di sinistra'', prefazione di Giorgio Galli, Hobby & Work Publishing, Milano, 2010.</ref>
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*L'ora della [[rivoluzione]] differisce dalle ore abituali, comuni, dalle ore che preparano la storia, appunto perché lo stato d'animo, l'effervescenza, la convinzione delle masse devono tradursi e si traducono in azione.<ref name=tattiche>Da ''Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica'', 1905; citato in ''[http://dizionari.corriere.it/dizionario-citazioni/R/rivoluzione.shtml Rivoluzione]'', ''dizionari.corriere.it''.</ref>
*La [[borghesia]] liberale, porgendo con una mano le riforme, con l'altra mano le ritira sempre, le riduce a nulla, se ne serve per asservire gli operai, per dividerli in gruppi isolati, per perpetuare la schiavitù salariata dei lavoratori. Il [[riformismo]], perfino quando è del tutto sincero, si trasforma quindi di fatto in uno strumento di corruzione borghese e di indebolimento degli operai. L'esperienza di tutti i paesi dimostra che prestando fede ai riformisti gli operai hanno sempre finito con l'essere gabbati.<ref name=riformismo/>
*La concezione del mondo degli [[Anarchia|anarchici]] è la concezione borghese capovolta. Le loro teorie individualistiche, il loro ideale individualistico sono diametralmente opposti al [[socialismo]]. [...] La loro tattica, che si riduce alla negazione della lotta politica, divide i proletari e in realtà li trasforma in compartecipi passivi di questa o quella politica borghese, poiché un'effettiva astensione dalla politica è per i lavoratori impossibile e irrealizzabile.<ref>Da ''[https://archive.org/stream/LeninOpereComplete/Lenin_Collected%20works_4th%20edition_Vol_10_Italian_djvu.txt Socialismo e anarchia]'', 25 novembre 1905, p. 64.</ref>
*La [[dittatura del proletariato]], se si traduce quest'espressione latina, scientifica, storico-filosofica, in un linguaggio più semplice, ecco che cosa significa: solo una classe determinata, e precisamente gli operai delle città e, in generale, gli operai di fabbrica e di officina, gli operai industriali, sono in grado di dirigere tutta la massa dei lavoratori e degli sfruttati nella lotta per abbattere il giogo del capitale, di dirigerli nel corso del suo abbattimento, nella lotta per mantenere e consolidare la vittoria, nella creazione di un nuovo regime sociale, di un regime socialista, in tutta la lotta per la soppressione completa delle classi.<ref>Da ''La grande iniziativa'', 1919.</ref>
*La [[dittatura del proletariato]] è la forma particolare dell'alleanza di classe tra il [[proletariato]], avanguardia dei lavoratori, e i numerosi strati non proletari di lavoratori (piccola borghesia, piccoli proprietari, contadini, intellettuali, ecc.), o la maggioranza di essi, alleanza diretta contro il capitale, alleanza che ha per scopo il rovesciamento completo del capitale, lo schiacciamento completo della resistenza della borghesia e dei suoi tentativi di restaurazione, alleanza che ha per scopo l'instaurazione e il consolidamento definitivi del socialismo.<ref>Dalla prefazione a ''Come s'inganna il popolo con le parole d'ordine di libertà e d'eguaglianza'', 1919.</ref>
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*Non c'è altra via verso il socialismo se non attraverso la democrazia, attraverso la libertà politica.<ref>Da ''Opere complete''<!--questa è la fonte primaria citata da Gorbaciov-->, vol. 12, p. 44; citato in [[Michail Gorbačëv|Michail Gorbaciov]], ''La casa comune europea'', traduzione a cura della APN Publishing House, Mondadori, Milano, 1989, p. 293. ISBN 88-04-33183-6</ref>
*Non è di slanci isterici che abbiamo bisogno, ma dei passi misurati dei ferrei battaglioni del [[proletariato]].<ref>Vladimir Il'ič Ul'janov, [https://books.google.it/books?id=HylhDwAAQBAJ Economia della rivoluzione], Il Saggiatore, 2017. ISBN 8865765844</ref>
*Non è tutt'oro quel che riluce. Le frasi di [[Lev Trotsky|Trotsky]] sono molto luccicanti e sonore, ma non hanno contenuto. (da<ref>Da ''Come si viola l'unità gridando che si cerca l'unità'') .</ref>
*Non giocare mai con l'insurrezione. Ma quando la si inizia, mettersi bene in testa che bisogna andare sino in fondo. (da<ref>Da ''Consigli di un assente'').</ref>
*Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo.<ref>Scritta il 26 marzo (8 aprile) 1917; pubblicata il 1º maggio 1917 in Jugend-Internationale, n. 8, Opere, vol. 23.</ref>
*Non urlate tanto sul [[cinismo]]! Il cinismo non sta nelle parole che descrivono la realtà ma nella realtà stessa. (da<ref>Da ''Caratteristiche del romanticismo economico'').</ref>
*Ogni cuoco deve imparare a governare lo stato.<ref>Citato in [[Aleksandr Isaevič Solženicyn|A. I. Solženicyn]], ''Il primo cerchio''.</ref>
*[[Paul Levi]] vuole conquistarsi le simpatie della borghesia – e, conseguentemente, dei suoi agenti, la [[Seconda Internazionale]] e l'[[Unione dei Partiti Socialisti per l'Azione Internazionale|Internazionale due e mezzo]] – pubblicando proprio le opere di [[Rosa Luxemburg]] in cui ella aveva torto. A ciò noi rispondiamo citando poche righe di una vecchia favola russa: a volte un'aquila può volare più in basso di una gallina, ma una gallina non può mai salire tanto in alto quanto un'aquila. Rosa Luxemburg errò nella questione dell'indipendenza polacca; errò nel 1903 nel valutare il menscevismo; errò nella teoria dell'accumulazione del capitale; errò quando nel luglio 1914 si batté con [[Georgij Valentinovič Plechanov|Plechanov]], [[Emile Vandervelde|Vandervelde]], [[Karl Kautsky|Kautsky]] e altri per l'unificazione dei bolscevichi con i menscevichi; errò nei suoi scritti dal carcere nel 1918 (anche se in gran parte ella stessa corresse i propri errori dopo essere uscita dal carcere, alla fine del 1918 e al principio del 1919). Ma nonostante tutti questi errori era e rimane un'aquila: e non solo la sua memoria rimarrà sempre cara ai comunisti del mondo intero, ma anche la sua biografia e l'edizione ''integrale'' delle sue opere [...] costituiranno una lezione molto utile nell'educazione di molte generazioni di comunisti del mondo intero.<ref>Da ''Appunti di un giornalista'' scritto nel febbraio 1922 e pubblicato per la prima volta su ''Pravda'', 16 aprile 1924; citato in Peter J. Nettl, ''Rosa Luxemburg'', Milano, Il Saggiatore, 1970, II, p. 370.</ref>
*Per fare una frittata bisogna rompere delle uova.<ref>Citato in James Gelvin, ''Il conflitto israelo-palestinese. Cent'anni di guerra'' (''The Israel-Palestine Conflict'', Cambridge University Press, 2005), Torino, Einaudi, 2007, pp. 179-180.</ref>
*Quando avremo vinto alla scala mondiale, con l'[[oro]] si faranno gli orinatoi delle grandi città. (da<ref>Da un articolo sulla ''Pravda''. <ref>Citato in [[Pitigrilli]], ''L'ombelico di Adamo'', Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1951.</ref>)
*Quanto più forte è l'influenza dei [[Riformismo|riformisti]] sugli operai, tanto più impotenti questi sono, tanto più dipendono dalla borghesia, tanto più per questa è facile ridurre a nulla, con diversi sotterfugi, le riforme. Quanto più il movimento operaio è autonomo, profondo, largo di prospettive, quanto più esso è libero dalla grettezza del riformismo, tanto meglio gli operai riusciranno a consolidare e a utilizzare singoli miglioramenti.<ref name=riformismo/>
*{{NDR|Sulla pace}} Senza annessioni né indennità.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/730#c1908|698]].</ref>
*Senza teoria [[Rivoluzione|rivoluzionaria]] non vi può essere movimento rivoluzionario.<ref>Da ''Che fare?'', 1902; citato in ''[http://dizionari.corriere.it/dizionario-citazioni/R/rivoluzione.shtml Rivoluzione]'', ''dizionari.corriere.it''.</ref>
*Soltanto dei mascalzoni o dei semplicioni possono credere che il [[proletariato]] debba prima conquistare la maggioranza alle elezioni effettuate sotto il giogo della [[borghesia]], sotto il giogo della schiavitù salariata, e poi conquistare il potere. È il colmo della stupidità o dell'ipocrisia; ciò vuol dire sostituire alla lotta di classe e alla [[rivoluzione]] le elezioni fatte sotto il vecchio regime, sotto il vecchio potere.<ref>Saluto ai comunisti italiani, francesi e tedeschi, 10 ottobre 1919; citato in ''[http://www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemcia02-019878.htm 19° IMCWP: Contributo del Partito Comunista Operaio Russo (RCWP)]'', ''Resistenze.org''.</ref>
*Stalin è troppo arrogante e questo difetto, che può essere tollerato tra di noi e nei rapporti tra comunisti, non è tollerabile in chi occupa il posto di Segretario generale. Perciò propongo che i compagni esaminino la possibilità di allontanare Stalin da tale carica e di sostituirlo con un altro uomo che, prima di tutto, si differenzi da Stalin per una sola dote, cioè una maggiore tolleranza, una maggiore lealtà, una maggiore gentilezza, una maggiore considerazione per i compagni, un temperamento meno capriccioso.<ref>Dall'aggiunta del 24 dicembre 1922 alla ''Lettera al Congresso'', conosciuta sotto il nome di ''Testamento''. {{c|fonte secondaria?}}</ref>
*Tutta l'esperienza della storia moderna e, in particolare, la lotta rivoluzionaria del proletariato di tutti i paesi, sviluppatasi per più di cinquant'anni, dopo la pubblicazione del ''[[Manifesto del Partito Comunista|Manifesto comunista]]'', dimostrano inconfutabilmente che la concezione [[marxista]] del mondo è la sola espressione giusta degli interessi, delle opinioni e della cultura del [[proletariato]] rivoluzionario. (da<ref>Da ''La cultura proletaria'').</ref>
*Un prete cattolico che violenti fanciulle... è molto meno pericoloso per la democrazia di un prete senza abiti sacri, un prete senza religione grossolana, un prete ideale e democratico che predica la creazione di un nuovo [[Dio]]. Poiché smascherare il primo prete è facile, non è difficile condannarlo e scacciarlo – ma il secondo non si lascia scacciare così semplicemente; è mille volte più difficile smascherarlo, e nessun piccolo borghese " Fragile e incostante" si dichiarerà disposto a condannarlo.<ref>Tratto dalla ''Lettera a Maksim Gor'kij'', 14 novembre 1913; citato in ''Prima di morire – appunti e note di lettura'' di [[Che Guevara|Ernesto Che Guevara]].</ref>
*Uno [[Schiavitù|schiavo]] che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più schiavo, ma uomo libero.<ref>Citato in ''[https://www.lacittafutura.it/esteri/7-novembre-2017-cento-volte-grazie 7 Novembre 2017, Cento volte Grazie]'', ''Lacittafutura.it''.</ref>
 
=== ''Che fare? Problemi scottanti del nostro movimento'' ===
*Dal momento che non si può parlare di una ideologia indipendente, elaborata dalle stesse masse operaie nel corso del loro movimento, la questione si può porre ''solamente così'': o ideologia [[Borghesia|borghese]] o ideologia socialista. Non c'è [[via di mezzo]] (poiché l'umanità non ha creato una «terza» ideologia e, d'altronde, in una società dilaniata dagli antagonismi di classe, non potrebbe mai esistere una ideologia al di fuori o al di sopra delle classi). Perciò ''ogni'' diminuzione dell'ideologia socialista, ''ogni allontanamento'' da essa implica necessariamente un rafforzamento dell'ideologia borghese. (da ''Che fare?'', in ''Opere scelte''<ref name=mitch>Citato in Juliet Mitchell, ''La condizione della donna'' (''Woman's Estate''), traduzione di Giovanna Stefancich, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1972.</ref>)
*È molto più difficile impadronirsi di una decina di teste forti che non di un centinaio di imbecilli.<ref>Da ''Che fare?'', 1902; citatoCitato in ''[https://www.marxists.org/italiano/lenin/1902/3-chefare/cf4.htm Che fare?]'', ''.marxists.org''.</ref>
*Epurandosi un [[partito]] si rafforza. (da ''Che fare?'')
*In un'organizzazione numerosa una stretta clandestinità è impossibile. Come conciliare la necessità di avere molti iscritti e insieme una severa clandestinità?[...]Con la legalizzazione noi non possiamo risolvere il problema di creare un'organizzazione professionale che sia la meno clandestina e la più larga possibile. A noi resta la via delle organizzazioni professionali segrete e ''dobbiamo'' aiutare con tutte le nostre forze gli operai che già si mettono su questa strada. Le organizzazioni professionali possono essere utilissime non solo per sviluppare e consolidare la lotta economica, ma offrono inoltre un aiuto prezioso per l'agitazione politica e per l'organizzazione rivoluzionaria. (pp. 168, 170<ref name="Che fare" />)
*L'organizzazione degli operai deve innanzitutto essere professionale, poi essere la più vasta possibile e infine essere la meno clandestina possibile. Al contrario, l'organizzazione dei rivoluzionari deve comprendere prima di tutto e principalmente uomini la cui azione sia rivoluzionaria. [...] Per questa caratteristica comune ai membri dell'organizzazione ''nessuna distinzione deve assolutamente esistere fra operai e intellettuali'', e a maggior ragione nessuna distinzione sulla base di mestiere. Tale organizzazione necessariamente non deve essere molto estesa e deve essere quanto più clandestina è possibile. (p. 166 <ref name="Che fare" />)
* Nei paesi politicamente liberi la differenza fra l'organizzazione tradunionista e l'organizzazione politica è evidente, come è evidente la differenza fra i [[sindacato|sindacati]] e la socialdemocrazia. [...] Le organizzazioni operaie per la lotta economica devono essere organizzazioni tradunioniste. Ogni operaio socialdemocratico deve, per quanto gli è possibile sostenerle e lavorarvi attivamente. (pp. 166, 167<ref name="Che fare" />)
*Se per un socialdemocratico il concetto di "lotta politica"coincide con il concetto di "lotta economica contro i padroni e contro il governo", è naturale che per lui "l'organizzazione dei rivoluzionari" coincida più o meno con "l'organizzazione degli operai". E ciò effettivamente accade agli economisti, sicchè, discutendo con costoro sull'organizzazione parliamo letteralmente due linguaggi diversi. [...] La lotta politica della socialdemocrazia è molto più vasta e complessa della lotta economica degli operai contro i padroni e contro il governo. Perimenti (e per questa ragione) l'organizzazione di un partito socialdemocratico rivoluzionario deve necessariamente ''essere distinta'' dall'organizzazione degli operai per la lotta economica. ("Che fare, problemi scottanti del nostro movimento"<ref name="Che fare">V. Lenin, ''Che fare, problemi scottanti del nostro movimento", Stoccarda, Marzo 1901. <br />
Ristampa nella collana "La Biblioteca storica-documenti" , presentazione del dott. A. Sallusti, intr. di Francesco Perfetti; distribuito come supplemento gratuito al quotidiano ''Il Giornale'', OCLC 1046049632 (codice ISBN assente)</ref>
*Senza teoria [[Rivoluzione|rivoluzionaria]] non vi può essere movimento rivoluzionario.<ref>Da ''Che fare?'', 1902; citatoCitato in ''[http://dizionari.corriere.it/dizionario-citazioni/R/rivoluzione.shtml Rivoluzione]'', ''dizionari.corriere.it''.</ref>
*L'organizzazione degli operai deve innanzitutto essere professionale, poi essere la più vasta possibile e infine essere la meno clandestina possibile. Al contrario, l'organizzazione dei rivoluzionari deve comprendere prima di tutto e principalmente uomini la cui azione sia rivoluzionaria. [...] Per questa caratteristica comune ai membri dell'organizzazione ''nessuna distinzione deve assolutamente esistere fra operai e intellettuali'', e a maggior ragione nessuna distinzione sulla base di mestiere. Tale organizzazione necessariamente non deve essere molto estesa e deve essere quanto più clandestina è possibile. (p. 166 <ref name="Che fare" />)
* Nei paesi politicamente liberi la differenza fra l'organizzazione tradunionista e l'organizzazione politica è evidente, come è evidente la differenza fra i [[sindacato|sindacati]] e la socialdemocrazia. [...] Le organizzazioni operaie per la lotta economica devono essere organizzazioni tradunioniste. Ogni operaio socialdemocratico deve, per quanto gli è possibile sostenerle e lavorarvi attivamente. (pp. 166, 167<ref name="Che fare" />)
*In un'organizzazione numerosa una stretta clandestinità è impossibile. Come conciliare la necessità di avere molti iscritti e insieme una severa clandestinità?[...]Con la legalizzazione noi non possiamo risolvere il problema di creare un'organizzazione professionale che sia la meno clandestina e la più larga possibile. A noi resta la via delle organizzazioni professionali segrete e ''dobbiamo'' aiutare con tutte le nostre forze gli operai che già si mettono su questa strada. Le organizzazioni professionali possono essere utilissime non solo per sviluppare e consolidare la lotta economica, ma offrono inoltre un aiuto prezioso per l'agitazione politica e per l'organizzazione rivoluzionaria. (pp. 168, 170<ref name="Che fare" />)
 
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