Vittorio Feltri: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Vittorio Feltri==
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*Per quattordici anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l'altro la perla denominata 'decreto Berlusconi', cioè la scappatoia che consente all'intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna". (da<ref>Da ''L'Europeo'', 11 agosto 1990, subito dopo l'approvazione della legge Mammì).</ref>
*Sui 70 e passa finiti in galera e su altrettanti che sono sul punto di finirci, soltanto tre si sono ammazzati, gli altri si godono il bottino. (da<ref>Da ''l'Indipendente'', 30 luglio 1992).</ref>
*Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi [il primo avviso di garanzia] [...] Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l'appesantito Bettino è campione suonato) e ha colpito in basso e in alto, perfino lassù dove non osano nemmeno le aquile. Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l'errore… di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti… È una menzogna, onorevole: che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche… I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini, ritrovata dignità e capacità critica, sono dalla loro parte. Come noi dell'Indipendente, sempre. (da<ref>Da ''l'Indipendente'', 16 dicembre 1992).</ref>
*[[Bettino Craxi|Craxi]] ha commesso l'errore di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti:.. è una menzogna, onorevole. Che cosa vuole che importi a [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] delle finalità politiche. (da<ref>Da ''l'Indipendente'', 16 dicembre 1992).</ref>
*È impossibile che tutto il castello accusatorio sia parto della fantasia (malata o remunerata) dei picciotti passati dalla piovra alla Giustizia. C'è chi mira a delegittimare i pentiti. Delegittimandoli, infatti, gli imputati dei processi di mafia si assicurano l'impunibilità. (da<ref>Da ''l'Indipendente'', 21 aprile 1993, parlando del processo di Palermo contro [[Giulio Andreotti)]].</ref>
*Quegli onorevoli che oggi si stracciano il doppiopetto (pagato verosimilmente con le mazzette) perché molti politici finiscono in galera sino a che non dicono la verità, sbagliando a prendersela con Borrelli e compagnia bellissima. I magistrati fanno solo il loro dovere. E noi siamo con loro... [...] La cella è il luogo migliore per servire la giustizia, per riflettere e ricordare. (da<ref>Da ''l'Indipendente'', 10 luglio 1993).</ref>
*Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro. (da<ref>Da ''l'Indipendente'', 21 luglio 1993).</ref>
*In Italia le penne sono sempre state sporche. In alcuni casi luride. Motivo? Semplice. Tanto per cominciare, la tradizione. La nostra stampa (quotidiana e periodica) non è nata per informare, bensì per polemizzare. Chi aveva soldi e interessi da difendere, finanziava un giornale, magari con l'intento di farsi eleggere in Parlamento. E farsi eleggere in Parlamento significava, allora come oggi, abbassare gli avversari per innalzare se stessi. Per fare ciò era necessario assoldare giornalisti disponibili. Disponibili a che? A insultare tutti, tranne il padrone che pagava. Così nacquero le penne sporche, che hanno avuto molti figli e molti nipoti. Che a loro volta si riproducono perché, in fondo, il sistema non è cambiato. (prefazione<ref>Prefazione al romanzo di Tito Giliberto, ''Penne sporche'', Stampa Alternativa).</ref>
*A [[Indro Montanelli|Montanelli]] invidio tutto tranne che il Giornale. In fondo l'Indipendente continua a guadagnar copie, non c'è motivo perché io lo debba lasciare... Io a il Giornale? Ma che cretinata. Berlusconi non m'ha offerto neppure un posto da correttore di bozze. M'incazzo all'idea che io, proprio io, sembro voler fare la forca a Montanelli. Io qui a l'Indipendente, mi diverto, guadagno copie, faccio il padrone e il politico. Mi spiegate perché devo fare certe cazzate? A carico di Montanelli, poi... (dal<ref>Dal ''Corriere della sera'' e ''La Stampa'', 10 e 18 dicembre 1993).</ref>
*{{NDR|[[Francesco De Lorenzo]]}} Voleva il Premio Nobel [...] Gli hanno dato la galera. Con grande ritardo rispetto alle previsioni [...]. Se penso agli insulti che mi son beccato dai colleghi per aver scritto con due anni di anticipo in che mani fosse l'Italia, mi viene voglia di [...]. E poi no, ho i cassetti pieni di querele, ma continuerò. (da<ref>Da ''il Giornale'', 13 maggio 1994).</ref>
*Non ho mai scritto che [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile? (da<ref>Da ''Il Giornale'' del 25 novembre 1994).</ref>
*La redazione {{NDR|di un giornale}} è il terminale della società. (citato<ref>Citato in Marco Neirotti, ''Eroi del bene? Figli del male'', ''La Stampa'', 3 dicembre 1995, p. 20).</ref>
*La Repubblica di [[Eugenio Scalfari|Scalfari]] stilava ogni giorno il certificato di morte a [[Bettino Craxi|Craxi]], e Craxi campò [in totale] tre anni e mezzo. Quella di Mauro fa altrettanto con [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], e Berlusconi camperà cinque anni e vincerà anche le prossime elezioni. A una condizione: che guardi di più alla Thatcher e meno ad [[Giulio Andreotti|Andreotti]], al quale, gobba a parte, c'è poco da invidiare. (da<ref>Da ''Libero'', 28 settembre 2003, pag. 2).</ref>
*{{NDR|Dopo la caduta del regime sovietico}}i comunisti [italiani] con una mossa trasformistica si sono ripresentati sul mercato elettorale con la bottega ripittata e una nuova insegna, però vendendo la solita merce putrida in confezione liberale. […] hanno profittato di Mani Pulite e affini per allearsi con le toghe rosse e sgominare gli avversari. […] Risultato: la DC in galera e il vecchio PCI restaurato al governo. Questa è l'anomalia italiana, altro che Berlusconi e la sua banda di dilettanti. (da<ref>Da ''Libero'', 2 novembre 2003, prima pagina).</ref>
*[...] non ho capito un'acca. So soltanto che mancano in cassa [quattro miliardi di Euro]. E che l'azienda sta sprofondando, né potrebbe essere diversamente con quel buco nello scafo. Allora chiedo: [come mai non c'è] nessuno in grado di fornire spiegazioni? Nel caso della Parmalat, non vi è alcuno della famiglia del vecchio Calisto [che sia stato] in grado di convocare gli azionisti e raccontare come sia effettivamente andata. […] Miliardi che [sono usciti] dal portafoglio e ti [sei accorto] del disastro solo quando non hai [avuto] più nemmeno i soldi per pagare il lattaio. Sarà così? Pur con ogni sforzo è dura da bere. (da<ref>Da ''Libero'', 21 dicembre 2003, prima pagina).</ref>
*{{NDR|La [[RAI]] compie 50 anni}} Non c'è nulla di più falso del rimpianto dei bei tempi andati. I bei tempi non sono mai esistiti, [...]. Eppure è diffusa l'abitudine pigra di serbarne selezionati e dolci ricordi. (da<ref>Da ''Libero'', 4 gennaio 2004, prima pagina).</ref>
*Che [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] sia o no un venditore di carabattole, lo verificheremo alla fine della legislatura. Alla lunga illusionismo o mistica che siano, non tengono alla prova della realtà. (da<ref>Da ''Libero'', 12 febbraio 2004).</ref>
*{{NDR|Su Enzo Baldoni}} Già ieri abbiamo scritto: un uomo della sua età, moglie e due figli a carico, avrebbe fatto meglio a farsi consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere vacanze sia pure estreme (si dice così?). Evidentemente, da buon giornalista della domenica egli ha preferito cedere all'impulso delle proprie passioni insane per l'Iraq piuttosto che adattarsi al senso comune. (da<ref>Da ''Libero'', 27 agosto 2004).</ref>
*Chissà perché non si può esportare la [[democrazia]], tuttavia si esportano il volontariato e il neocomunismo. (da<ref>Da ''Libero'', 12 settembre 2004, pag. 2).</ref>
*Per quale motivo in Italia anche la stampa più autorevole e i telegiornali più accreditati fanno l'occhiolino agli estremisti e deplorano i tutori della legalità? Lo fanno per convenienza. Lo fecero nel Sessantotto e anni successivi, non hanno mai smesso di farlo, continuano a farlo. Hanno l'esigenza insopprimibile di essere apprezzati dalla sinistra. (da<ref>Da ''Libero'', 8 dicembre 2005).</ref>
*Strano che nessuno se ne sia accorto. Neanche i giornali intelligenti e fini, tipo Repubblica e Corriere della Sera. Ma prima o poi i poveri si accorgeranno: se i ricchi stanno con i [[comunismo|comunisti]] o c'è qualcosa che non va nei ricchi o c'è qualcosa che non va nei comunisti. (da<ref>Da ''Libero'', 7 gennaio 2007).</ref>
*Il [[laico]] ha sempre ragione, tranne quando tenta di imporre agli "avversari" di esserlo. (da<ref>Da ''Libero'', 11 marzo 2007).</ref>
*In Campania si ruba su tutto anche sulle supposte. (da<ref>Da ''Matrix'', 23 gennaio 2008).</ref>
*Quando la politica si trasforma e si svilisce scadendo nel gossip, quando gli addetti all'informazione si rassegnano a pescare sui fondali del pettegolezzo spacciando per notizie le attività più intime degli uomini e delle donne, fatalmente la vita pubblica peggiora e riserva sorprese cattive. E se il livello della polemica è basso, prima o poi anche chi era abituato a volare alto, o almeno si sforzava di non perdere quota, è destinato a planare per rispondere agli avversari. La Repubblica da tempo si dedica alla speleologia e scava nel privato del premier, e l'Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, ha pure messo manoal piccone per recuperare materiale adatto a creare una piattaforma su cui costruire una campagna moralistica contro Silvio Berlusconi, accusato di condurre un'esistenza dissoluta in contrasto con l'etica richiesta a una persona che ricopra cariche istituzionali. Mai quanto nel presente periodo si sono visti in azione tanti moralisti, molti dei quali, per non dire quasi tutti, sono sprovvisti di titoli idonei. Ed è venuto il momento di smascherarli. (da<ref>Da ''il Giornale'', 28 agosto 2009).</ref>
*Ma andate all'inferno; laggiù [[giornalista|cari colleghi]] ci incontreremo tutti, più tardi possibile. (da<ref>Da ''Il Giornale'', 2 settembre 2009).</ref>
*[[Eugenio Scalfari|Scalfari]], da quando non dirige più, dà le pagelle a chiunque, anche al Papa a cui spesso impartisce lezioni di teologia. È un filosofo della libertà di stampa. Lui è libero. (citato<ref>Citato in ''Panorama'', 16 ottobre 2009).</ref>
*E non è neppure vero, come afferma [[Gianfranco Fini|Fini]], che è [[italia]]no chi ama l'Italia... Occorre dimostrare di conoscere almeno sommariamente la nostra cultura, le nostre tradizioni, la lingua; e adattarsi o, meglio, sposare i nostri costumi.<ref (daname=pan>Da ''[http://blog.panorama.it/opinioni/2009/11/30/feltri-caro-fini-torna-lo-stronzo-di-una-volta/ Caro Fini, torna lo stronzo di una volta]'', ''Panorama'', 30 novembre 2009).</ref>
*Diventi [[italia]]no chi non fa l'indiano e non si proponga di colonizzarci in casa nostra.<ref (''ibidem'')name=pan/>
*Non sono io ad essere berlusconiano ma [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ad essere feltriano.<ref (citatoname=freg>Citato in Gianna Fregonara, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/07/Feltri_contro_cofondatore_Gli_basta_co_8_100107032.shtml Feltri contro il cofondatore. Gli ex An: basta, parli il premier]'', ''Corriere della sera'', 7 gennaio 2010, p. 7).</ref>
*Poveraccio mi rendo conto che sia in difficoltà. Nessuno sa che cosa abbia in testa. Io continuo a sostenere che non lo sappia neanche [[Gianfranco Fini|Fini]]... Non è del resto facile decrittare il suo pensiero perché non è facile decrittare il vuoto.<ref (''ibidem'')name=freg/>
*{{NDR|Su [[Bettino Craxi]]}} A distanza di due lustri dalla sua morte, ormai dimenticate le macchie del passato, i compagni (di merende) forse per rimorso cercano di riabilitare il defunto Cinghialone riconoscendogli oggi ciò che gli dovevano anche ieri: il merito di essere stato il più intelligente politico della sua epoca e di non avere intascato una lira del bottino che loro invece si sono spartiti impunemente, e seguitano a spartirsi grazie ai ricchi rimborsi elettorali nettamente superiori agli esborsi, vivendo felici e contenti. E magari rubando ancora per arrotondare. (da<ref>Da ''[http://blog.panorama.it/opinioni/2010/01/08/feltri-craxi-non-era-un-santo-ma-era-il-migliore/ Craxi non era un santo, ma era il migliore]'', ''Panorama'', 8 gennaio 2010).</ref>
*{{NDR|Sugli [[attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia]]}} Ciononostante, poiché la strage si è consumata in 30 minuti, c'è da chiedersi comunque perché il pluriomicida non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio. Ragioniamo. Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarmate, non sono in grado di annientare un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco. Ma 50 – e sull'isola ce n'erano dieci volte tante – se si lanciano insieme su di lui, alcune di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani. [...] Ma è incredibile come, in determinate circostanze, ciascuno pensi soltanto a salvare se stesso, illudendosi di spuntarla, anziché adottare la teoria più vecchia (ed efficace) del mondo: l'unione fa la forza. [...] Evidentemente l'uomo non ha, o forse ha perso nei secoli, l'abitudine e l'attitudine a combattere in favore della comunità della quale pure fa parte. In lui prevalgono l'egoismo e l'egotismo. Non è più capace di identificarsi con gli altri e di sacrificarsi per loro, probabilmente convinto che loro non si sacrificherebbero per lui. (da<ref>Da ''[http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=12GIET]'' ''Il Giornale'', 25 luglio 2011).</ref>
*Tutti teniamo a passare per evoluti, ma quando si tratta di parlare di omosessuali, bene che vada ricorriamo a logori luoghi comuni, banalità sconce da caserma, frasario da bar. Nel linguaggio corrente mancano perfino le definizioni appropriate: frocio, culattone, busone, orecchione, finocchio eccetera. Un vocabolario meschino, oltre che triviale, totalmente inadeguato a un discorso non dico serio, ma almeno sereno, per discutere di una questione vecchia come il mondo.<ref>Citato in Vittorio Feltri, ''[http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1EPTZ9 Amore e fame valgono per tutti anche per i gay]'', il Giornale, 10 maggio 2012.</ref>
*In fondo a sinistra c'è sempre una banca.<ref name=mps>[http://www.ilgiornale.it/news/interni/fondo-sinistra-c-sempre-banca-879449.html In fondo a sinistra c'è sempre una banca], il Giornale, 27 gennaio 2013.</ref>
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{{intestazione|1=Intervista di Stefano Lorenzetto, ''[http://www.ilgiornale.it/interni/articolo-id=454449 "Appena assunto mettevo i nomi ai trovatelli e tagliavo le rette ai matti"]'', ''il Giornale.it'', 20 giugno 2010}}
*A quel tempo, 1964, chi sape­vasapeva usare la macchina per scrivere era consi­deratoconsiderato un astronauta, un padreterno.
*Do quest'impressione, di non essere affida­bileaffidabile. È quello che ripete sempre anche Silvio Berlusconi: "Bisogna stare attenti, perché a questo qui non si può dire niente, si offende. Se gli girano le balle, va a casa e fa un altro giornale".
*Uno spirito camaleontico. Non lo faccio per interesse: solo per adattarmi al lavoro che mi è richiesto. Però alle linee fondamentali della mia morale, che sono la lealtà e la franchezza, non ho mai derogato. Mi dico­nodicono: ma tu eri segretario provinciale dei giova­nigiovani socialisti e sei diventato anticraxiano. Per forza, mi sono accorto che il Psi s'era chiuso in una torre d'avorio e tutti rubavano. Mi di­conodicono: poi sei diventato leghista. In quel mo­mentomomento era giusto esserlo, oggi vedo che Um­bertoUmberto Bossi difende le Province e allora lo so­nosono molto meno. Mi dicono: adesso come mai sei berlusconiano? Non è che sono berlusco­nianoberlusconiano, ma se non faccio il tifo per Berlusconi per chi dovrei farlo? Per Bersani? Per Veltro­niVeltroni? In politica non puoi combinare nulla, ha ragione il Cavaliere. Qualunque cosa tu fac­ciafaccia, scontenti sempre qualcuno e perdi con­sensiconsensi. Ti ritrovi contro l'opposizione, i sinda­catisindacati, il presidente della Repubblica, la Corte costituzionale. Insomma, non riesci a muo­vertimuoverti. Parte una legge vi­olaviola e torna indietro bianconera: obiezioni, com­promessicompromessi, limature. La Prima repubblica mi fa­cevafaceva schifo, speravo che la Seconda fosse miglio­remigliore. Adesso mi rendo con­toconto che non lo è.
*La storia della mia pre­dilezionepredilezione infantile per l'[[Unione Sovietica|Urss]] è una leggenda metropolitana. Sempli­c­ementeSemplicemente vivevo a Berga­moBergamo, dove tutti votavano per la Dc. A 13-14 anni il concetto teorico del­ldell'uguaglianza mi affasci­navaaffascinava, così mi parve giusto schierarmi con gli indiani, anziché con i cowboy, come faceva­nofacevano i bambini al cinema parrocchiale. Poi co­minciaicominciai a leggere che in Russia non c'erano i partiti, imperava la dittatura del proletaria­toproletariato, vigeva la tetraggine. La simpatia per gli indiani svanì.
*Non ho la libi­dinelibidine del potere. Che poi quello di direttore è un potere del menga.
*{{NDR|[[Indro Montanelli]]}} Io mi sono limitato ad adottare la sua formula giornali­sticagiornalistica. Ma l'ho realizzata meglio perché mi sono sempre esposto, ci ho messo la faccia. Lui invece era come Veltroni: "Sì ma an­cheanche". Non si schierava nettamente, il suo editoriale era così in chiaroscuro che alla fine non capivi mai se fosse chiaro o scuro. Il che non significa che non resti il migliore di tutti noi. Ho venduto più di lui solo perché a me la gente non fa schifo.
*Per sistema­resistemare i conti devi far del male: in via Solferino ci vorrebbe la Rivoluzione d'ottobre. La crisi dell'editoria, accentuata da quella economica, è diventata strutturale. Il giornale supermercato è finito. Bisogna passare al giornale boutique, un oggetto di lusso con poche pa­ginepagine, pochi redattori fissi e molti collaboratori esterni ben pagati. Il Corriere non sfugge alla regola.
*Qui ormai ti querelano non appena intingi la pen­napenna nel calamaio.
*{{NDR|[[Renato Farina]]}} L'Ordine dei giornalisti ne ha decretato la morte professionale. Io non capisco: Adriano Sofri, condannato per omi­cidioomicidio, può scrivere dappertutto, da Repubbli­caRepubblica al Foglio. Farina no. Ma perché? Chi ha ammazzato? E Piero Marrazzo? Ti risulta che sia stato censurato dall'Ordine?
*Il [[giornale]] è la vita. Noi viviamo attraverso le vite degli altri. Smettere di fare i giornali equivarrebbe a smettere di vivere.
*Bei tempi quando le [[banche]] erano come le chiese, tutti zitti e al loro posto.