Vittorio Feltri: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Vittorio Feltri==
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*Per quattordici anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l'altro la perla denominata 'decreto Berlusconi', cioè la scappatoia che consente all'intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna".
*Sui 70 e passa finiti in galera e su altrettanti che sono sul punto di finirci, soltanto tre si sono ammazzati, gli altri si godono il bottino.
*Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi [il primo avviso di garanzia] [...] Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l'appesantito Bettino è campione suonato) e ha colpito in basso e in alto, perfino lassù dove non osano nemmeno le aquile. Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l'errore… di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti… È una menzogna, onorevole: che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche… I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini, ritrovata dignità e capacità critica, sono dalla loro parte. Come noi dell'Indipendente, sempre.
*[[Bettino Craxi|Craxi]] ha commesso l'errore di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti:.. è una menzogna, onorevole. Che cosa vuole che importi a [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] delle finalità politiche.
*È impossibile che tutto il castello accusatorio sia parto della fantasia (malata o remunerata) dei picciotti passati dalla piovra alla Giustizia. C'è chi mira a delegittimare i pentiti. Delegittimandoli, infatti, gli imputati dei processi di mafia si assicurano l'impunibilità.
*Quegli onorevoli che oggi si stracciano il doppiopetto (pagato verosimilmente con le mazzette) perché molti politici finiscono in galera sino a che non dicono la verità, sbagliando a prendersela con Borrelli e compagnia bellissima. I magistrati fanno solo il loro dovere. E noi siamo con loro... [...] La cella è il luogo migliore per servire la giustizia, per riflettere e ricordare.
*Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro.
*In Italia le penne sono sempre state sporche. In alcuni casi luride. Motivo? Semplice. Tanto per cominciare, la tradizione. La nostra stampa (quotidiana e periodica) non è nata per informare, bensì per polemizzare. Chi aveva soldi e interessi da difendere, finanziava un giornale, magari con l'intento di farsi eleggere in Parlamento. E farsi eleggere in Parlamento significava, allora come oggi, abbassare gli avversari per innalzare se stessi. Per fare ciò era necessario assoldare giornalisti disponibili. Disponibili a che? A insultare tutti, tranne il padrone che pagava. Così nacquero le penne sporche, che hanno avuto molti figli e molti nipoti. Che a loro volta si riproducono perché, in fondo, il sistema non è cambiato.
*A [[Indro Montanelli|Montanelli]] invidio tutto tranne che il Giornale. In fondo l'Indipendente continua a guadagnar copie, non c'è motivo perché io lo debba lasciare... Io a il Giornale? Ma che cretinata. Berlusconi non m'ha offerto neppure un posto da correttore di bozze. M'incazzo all'idea che io, proprio io, sembro voler fare la forca a Montanelli. Io qui a l'Indipendente, mi diverto, guadagno copie, faccio il padrone e il politico. Mi spiegate perché devo fare certe cazzate? A carico di Montanelli, poi...
*{{NDR|[[Francesco De Lorenzo]]}} Voleva il Premio Nobel [...] Gli hanno dato la galera. Con grande ritardo rispetto alle previsioni [...]. Se penso agli insulti che mi son beccato dai colleghi per aver scritto con due anni di anticipo in che mani fosse l'Italia, mi viene voglia di [...]. E poi no, ho i cassetti pieni di querele, ma continuerò.
*Non ho mai scritto che [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile?
*La redazione {{NDR|di un giornale}} è il terminale della società.
*La Repubblica di [[Eugenio Scalfari|Scalfari]] stilava ogni giorno il certificato di morte a [[Bettino Craxi|Craxi]], e Craxi campò [in totale] tre anni e mezzo. Quella di Mauro fa altrettanto con [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], e Berlusconi camperà cinque anni e vincerà anche le prossime elezioni. A una condizione: che guardi di più alla Thatcher e meno ad [[Giulio Andreotti|Andreotti]], al quale, gobba a parte, c'è poco da invidiare.
*{{NDR|Dopo la caduta del regime sovietico}}i comunisti [italiani] con una mossa trasformistica si sono ripresentati sul mercato elettorale con la bottega ripittata e una nuova insegna, però vendendo la solita merce putrida in confezione liberale. […] hanno profittato di Mani Pulite e affini per allearsi con le toghe rosse e sgominare gli avversari. […] Risultato: la DC in galera e il vecchio PCI restaurato al governo. Questa è l'anomalia italiana, altro che Berlusconi e la sua banda di dilettanti.
*[...] non ho capito un'acca. So soltanto che mancano in cassa [quattro miliardi di Euro]. E che l'azienda sta sprofondando, né potrebbe essere diversamente con quel buco nello scafo. Allora chiedo: [come mai non c'è] nessuno in grado di fornire spiegazioni? Nel caso della Parmalat, non vi è alcuno della famiglia del vecchio Calisto [che sia stato] in grado di convocare gli azionisti e raccontare come sia effettivamente andata. […] Miliardi che [sono usciti] dal portafoglio e ti [sei accorto] del disastro solo quando non hai [avuto] più nemmeno i soldi per pagare il lattaio. Sarà così? Pur con ogni sforzo è dura da bere.
*{{NDR|La [[RAI]] compie 50 anni}} Non c'è nulla di più falso del rimpianto dei bei tempi andati. I bei tempi non sono mai esistiti, [...]. Eppure è diffusa l'abitudine pigra di serbarne selezionati e dolci ricordi.
*Che [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] sia o no un venditore di carabattole, lo verificheremo alla fine della legislatura. Alla lunga illusionismo o mistica che siano, non tengono alla prova della realtà.
*{{NDR|Su Enzo Baldoni}} Già ieri abbiamo scritto: un uomo della sua età, moglie e due figli a carico, avrebbe fatto meglio a farsi consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere vacanze sia pure estreme (si dice così?). Evidentemente, da buon giornalista della domenica egli ha preferito cedere all'impulso delle proprie passioni insane per l'Iraq piuttosto che adattarsi al senso comune.
*Chissà perché non si può esportare la [[democrazia]], tuttavia si esportano il volontariato e il neocomunismo.
*Per quale motivo in Italia anche la stampa più autorevole e i telegiornali più accreditati fanno l'occhiolino agli estremisti e deplorano i tutori della legalità? Lo fanno per convenienza. Lo fecero nel Sessantotto e anni successivi, non hanno mai smesso di farlo, continuano a farlo. Hanno l'esigenza insopprimibile di essere apprezzati dalla sinistra.
*Strano che nessuno se ne sia accorto. Neanche i giornali intelligenti e fini, tipo Repubblica e Corriere della Sera. Ma prima o poi i poveri si accorgeranno: se i ricchi stanno con i [[comunismo|comunisti]] o c'è qualcosa che non va nei ricchi o c'è qualcosa che non va nei comunisti.
*Il [[laico]] ha sempre ragione, tranne quando tenta di imporre agli "avversari" di esserlo.
*In Campania si ruba su tutto anche sulle supposte.
*Quando la politica si trasforma e si svilisce scadendo nel gossip, quando gli addetti all'informazione si rassegnano a pescare sui fondali del pettegolezzo spacciando per notizie le attività più intime degli uomini e delle donne, fatalmente la vita pubblica peggiora e riserva sorprese cattive. E se il livello della polemica è basso, prima o poi anche chi era abituato a volare alto, o almeno si sforzava di non perdere quota, è destinato a planare per rispondere agli avversari. La Repubblica da tempo si dedica alla speleologia e scava nel privato del premier, e l'Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, ha pure messo manoal piccone per recuperare materiale adatto a creare una piattaforma su cui costruire una campagna moralistica contro Silvio Berlusconi, accusato di condurre un'esistenza dissoluta in contrasto con l'etica richiesta a una persona che ricopra cariche istituzionali. Mai quanto nel presente periodo si sono visti in azione tanti moralisti, molti dei quali, per non dire quasi tutti, sono sprovvisti di titoli idonei. Ed è venuto il momento di smascherarli.
*Ma andate all'inferno; laggiù [[giornalista|cari colleghi]] ci incontreremo tutti, più tardi possibile.
*[[Eugenio Scalfari|Scalfari]], da quando non dirige più, dà le pagelle a chiunque, anche al Papa a cui spesso impartisce lezioni di teologia. È un filosofo della libertà di stampa. Lui è libero.
*E non è neppure vero, come afferma [[Gianfranco Fini|Fini]], che è [[italia]]no chi ama l'Italia... Occorre dimostrare di conoscere almeno sommariamente la nostra cultura, le nostre tradizioni, la lingua; e adattarsi o, meglio, sposare i nostri costumi.<ref
*Diventi [[italia]]no chi non fa l'indiano e non si proponga di colonizzarci in casa nostra.<ref
*Non sono io ad essere berlusconiano ma [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ad essere feltriano.<ref
*Poveraccio mi rendo conto che sia in difficoltà. Nessuno sa che cosa abbia in testa. Io continuo a sostenere che non lo sappia neanche [[Gianfranco Fini|Fini]]... Non è del resto facile decrittare il suo pensiero perché non è facile decrittare il vuoto.<ref
*{{NDR|Su [[Bettino Craxi]]}} A distanza di due lustri dalla sua morte, ormai dimenticate le macchie del passato, i compagni (di merende) forse per rimorso cercano di riabilitare il defunto Cinghialone riconoscendogli oggi ciò che gli dovevano anche ieri: il merito di essere stato il più intelligente politico della sua epoca e di non avere intascato una lira del bottino che loro invece si sono spartiti impunemente, e seguitano a spartirsi grazie ai ricchi rimborsi elettorali nettamente superiori agli esborsi, vivendo felici e contenti. E magari rubando ancora per arrotondare.
*{{NDR|Sugli [[attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia]]}} Ciononostante, poiché la strage si è consumata in 30 minuti, c'è da chiedersi comunque perché il pluriomicida non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio. Ragioniamo. Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarmate, non sono in grado di annientare un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco. Ma 50 – e sull'isola ce n'erano dieci volte tante – se si lanciano insieme su di lui, alcune di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani. [...] Ma è incredibile come, in determinate circostanze, ciascuno pensi soltanto a salvare se stesso, illudendosi di spuntarla, anziché adottare la teoria più vecchia (ed efficace) del mondo: l'unione fa la forza. [...] Evidentemente l'uomo non ha, o forse ha perso nei secoli, l'abitudine e l'attitudine a combattere in favore della comunità della quale pure fa parte. In lui prevalgono l'egoismo e l'egotismo. Non è più capace di identificarsi con gli altri e di sacrificarsi per loro, probabilmente convinto che loro non si sacrificherebbero per lui.
*Tutti teniamo a passare per evoluti, ma quando si tratta di parlare di omosessuali, bene che vada ricorriamo a logori luoghi comuni, banalità sconce da caserma, frasario da bar. Nel linguaggio corrente mancano perfino le definizioni appropriate: frocio, culattone, busone, orecchione, finocchio eccetera. Un vocabolario meschino, oltre che triviale, totalmente inadeguato a un discorso non dico serio, ma almeno sereno, per discutere di una questione vecchia come il mondo.<ref>Citato in Vittorio Feltri, ''[http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1EPTZ9 Amore e fame valgono per tutti anche per i gay]'', il Giornale, 10 maggio 2012.</ref>
*In fondo a sinistra c'è sempre una banca.<ref name=mps>[http://www.ilgiornale.it/news/interni/fondo-sinistra-c-sempre-banca-879449.html In fondo a sinistra c'è sempre una banca], il Giornale, 27 gennaio 2013.</ref>
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{{intestazione|1=Intervista di Stefano Lorenzetto, ''[http://www.ilgiornale.it/interni/articolo-id=454449 "Appena assunto mettevo i nomi ai trovatelli e tagliavo le rette ai matti"]'', ''il Giornale.it'', 20 giugno 2010}}
*A quel tempo, 1964, chi
*Do quest'impressione, di non essere
*Uno spirito camaleontico. Non lo faccio per interesse: solo per adattarmi al lavoro che mi è richiesto. Però alle linee fondamentali della mia morale, che sono la lealtà e la franchezza, non ho mai derogato. Mi
*La storia della mia
*Non ho la
*{{NDR|[[Indro Montanelli]]}} Io mi sono limitato ad adottare la sua formula
*Per
*Qui ormai ti querelano non appena intingi la
*{{NDR|[[Renato Farina]]}} L'Ordine dei giornalisti ne ha decretato la morte professionale. Io non capisco: Adriano Sofri, condannato per
*Il [[giornale]] è la vita. Noi viviamo attraverso le vite degli altri. Smettere di fare i giornali equivarrebbe a smettere di vivere.
*Bei tempi quando le [[banche]] erano come le chiese, tutti zitti e al loro posto.
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