Daniel Defoe: differenze tra le versioni

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*Compresi allora, benchè troppo tardi, quanta sia la stoltezza di cominciare un lavoro prima di averne computata l’importanza e misurata rettamente la proporzione tra le nostre forze e il suo compimento. (1842, [[s:Avventure di Robinson Crusoe/28|28]], p. 158)
*A mio avviso tutti i nostri sconforti per le cose di cui manchiamo, scaturiscono dalla nostra [[ingratitudine]] per quelle che abbiamo. (1842, [[s:Avventure di Robinson Crusoe/29|29]], p. 161)
*Non vediamo mai il nostro vero stato, se non quando ci viene fatto manifesto da uno stato peggiore, nè conosciamo il prezzo di quanto abbiamo se non allor che ci manca. (1842, [[s:Avventure di Robinson Crusoe/30|30]], p. 171)
*Gli affetti traggono alimento da certi stimoli segreti che, quando vengono suscitati dalla vista di qualcosa, o anche da cose che non siano direttamente visibili dai nostri occhi, ma si prospettano alla nostra mente per effetto dell'immaginazione, trascinano l'animo nostro coi loro sommovimenti impetuosi a identificarsi con l'oggetto visivo che hanno evocato, e con un desiderio così ardente, che la sua mancanza diventa intollerabile. (Diario; 1976, p. 200)
*Così accade che il timore del [[pericolo]] atterrisce diecimila volte più del pericolo stesso quando lo abbiamo dinanzi agli occhi, e che troviamo il peso dell'angoscia più grave del male stesso su cui ci angosciamo. (1842, [[s:Avventure di Robinson Crusoe/34|34]], pp. 195-196)