Alda Merini: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Alda Merini==
*''[[Bacio]] che sopporti il peso | della mia anima breve | in te il mondo del mio discorso | diventa suono e paura.'' (da ''Clinica dell'abbandono'', Einaudi)
*{{NDR|Su ''[[LilloBeatitudini Gullodalle e Flora Graiffpoesie|Beati]]}} ''Beati coloro che hanno | due fedi al dito | una quella degli sponsali | e l'altra quella dell'arte. | Beati coloro che si [[bacio|baceranno]] | sempre al di là delle labbra | varcando dei gemiti | il confine del piacere | per cibarsi dei sogni. | (a [[Lillo Gullo e Flora Graiff]])<ref>Citato in ''Amore'', foto di Piero Cavagna, Edizioni Pulcinoelefante, Edizione N. 4673, Osnago, 40 copie, Febbraio 2002.</ref><ref>Citato in ''Il maglio del poeta'', sezione ''Dediche'', Manni Editore, Lecce, 2002, p. 24. ISBN 88-8176-331-1</ref><ref>Citato in ''Clinica dell'abbandono'', Giulio Einaudi Editore, Torino, 2003, p. 82. ISBN 978-88-06-14749-5</ref>
*''La visitazione dell’angelo | t'ingravida di poesia | ma poi ti lascia da sola | a dipanarla con parole | adeguate alla tua carne | e all'udito degli altri. | (a [[Lillo Gullo]])''<ref>Citato in ''La visitazione dell'angelo'', pastello di Flora Graiff, Edizioni Pulcinoelefante, Edizione 5329, 40 copie, Luglio 2003.</ref>
*{{NDR|Su [[Lillo Gullo e Flora Graiff]]}} ''Beati coloro che hanno | due fedi al dito | una quella degli sponsali | e l'altra quella dell'arte. | Beati coloro che si [[bacio|baceranno]] | sempre al di là delle labbra | varcando dei gemiti | il confine del piacere | per cibarsi dei sogni. | (a Lillo Gullo e Flora Graiff)<ref>Citato in ''Amore'', foto di Piero Cavagna, Edizioni Pulcinoelefante, Edizione N. 4673, Osnago, 40 copie, Febbraio 2002.</ref><ref>Citato in ''Il maglio del poeta'', sezione ''Dediche'', Manni Editore, Lecce, 2002, p. 24. ISBN 88-8176-331-1</ref><ref>Citato in ''Clinica dell'abbandono'', Giulio Einaudi Editore, Torino, 2003, p. 82. ISBN 978-88-06-14749-5</ref>
*Che cosa mi manca? Mi mancherebbe tanto di morire, perché io l'inferno della vita me lo sono goduto tutto. (citato in [[Paolo Di Stefano]], ''Alda Merini, la poetessa dei Navigli che cantò i poveri, l'amore e l'inferno'', ''Corriere della sera'', 2 novembre 2009, p.&nbsp;21)
*Credo che contro la pazzia niente e nulla possano valere. (da ''L'altra verità'')
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*La salute non ha mai prodotto niente. L'infelicità è un dono. Io mangio solo per nutrire il dolore. La preparazione alla morte dura una vita intera. (citato in ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/ottobre/17/Una_vita_vissuta_tra_follia_co_0_951017690.shtml Una vita vissuta tra follia e poesia]'', ''Corriere della sera'', 17 ottobre 1995, p.&nbsp;47)
*La [[verità]] è sempre quella, la [[cattiveria]] degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di [[odio]] dietro la porta socchiusa. Ma l'[[amore]] della povera gente brilla più di una qualsiasi [[filosofia]]. Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria. (da ''Terra d'amore'', Canzoniere)
*''La visitazione dell’angelo | t'ingravida di poesia | ma poi ti lascia da sola | a dipanarla con parole | adeguate alla tua carne | e all'udito degli altri. | (a [[Lillo Gullo]])''<ref>Citato in ''La visitazione dell'angelo'', pastello di Flora Graiff, Edizioni Pulcinoelefante, Edizione 5329, 40 copie, Luglio 2003.</ref>
*Le mosche non riposano mai perché la merda è davvero tanta. (da ''Alla tua salute, amore mio'', Acquaviva, 2004)
*Prima di entrare in quel popolo che di solito è chiamato "dei matti" bisogna ricordarsi che tra loro ci sono stati Campana, la Merini, il Tasso, Hölderlin e tanti altri. (da ''Lettere a un racconto'', Rizzoli)