Georges Ivanovič Gurdjieff: differenze tra le versioni

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*Affermazione e negazione esistono sempre e dovunque, non solo in rapporto a ogni individuo, ma per l'umanità nel suo insieme. Se mezza umanità afferma una cosa, l'altra metà la nega. Per esempio, ci sono due correnti contrarie, la [[scienza]] e la [[religione]]. Ciò che la scienza afferma, la religione nega, e viceversa. È una legge meccanica, e non può essere altrimenti. Essa opera ovunque a ogni livello, nel mondo, nelle città, nella famiglia, nella vita interiore dell'individuo umano. Un centro dell'uomo afferma, un altro nega. Noi siamo sempre divisi tra i due. Questa è una legge oggettiva, e tutti noi ne siamo schiavi; per esempio, io devo essere schiavo o della scienza, o della religione. In entrambi i casi, l'uomo è schiavo di questa legge oggettiva. È impossibile liberarsene. È libero soltanto colui che sta nel mezzo: chi ne è capace, sfugge a questa legge di schiavitù. (da ''Affermazione e negazione. New York, 20 febbraio 1924'', p. 193)
*Forse rammentate che avevo paragonato l'uomo a una carrozza con un padrone, un cocchiere, un cavallo e una vettura. Il padrone è fuori discussione perché non c'è; di conseguenza, possiamo parlare solo del cocchiere. La nostra mente è il cocchiere. La mente vuol fare qualcosa si è presa l'impegno di lavorare in modo diverso da quanto ha fatto finora: vuole ricordare se stessa. Ma l'interesse che abbiamo al cambiamento e alla trasformazione di noi stessi, è unicamente mentale, appartiene soltanto al cocchiere, cioè è unicamente mentale. Quanto al corpo e al sentimento, queste altre parti non sono minimamente interessate a mettere in pratica il ricordo di sé. E invece, è essenziale cambiare non nella mente, ma nelle parti che non sono interessate. La mente può cambiare molto facilmente, ma la trasformazione non si ottiene con la mente; se è mentale, è del tutto inutile. Ecco perché si deve insegnare, e si deve imparare, non attraverso la mente, ma per mezzo del sentimento e del corpo <ref> Nota del contributore: nella metafora della carrozza di Gurdjieff, il sentimento è il cavallo e il corpo è la vettura.</ref>. Nello stesso tempo, il sentimento e il corpo non usano il nostro linguaggio e non hanno la nostra comprensione. Essi non capiscono né il russo né l'inglese; il cavallo non capisce il linguaggio del cocchiere, né la vettura quello del cavallo. Se il cocchiere dice in inglese: "Gira a destra", nn succede proprio niente. Il cavallo capisce il linguaggio delle redini, e gira a destra solo obbedendo alle redini. Oppure svolta senza le redini, se viene toccato in posti dove è abituato a essere toccato, come succede con gli asini addestrati in Persia. La stessa cosa vale per la vettura: essa ha una propria struttura. Se le stanghe girano a destra, le ruote posteriori vanno a sinistra. Poi un altro movimento e le ruote vanno a destra. Siccome la vettura capisce solo quel tipo di movimento, reagisce a modo suo. Quindi, il cocchiere deve conoscere i lati deboli, ossia le caratteristiche della vettura: in tal caso può guidarla nella direzione voluta. Se però se ne sta semplicemente seduto a cassetta, dicendo nel proprio linguaggio "a destra" o "a sinistra", la carrozza non si muoverà mai, dovesse anche gridare per un anno. Noi siamo la copia esatta di questa carrozza. [...] Il potere di trasformazione non sta nella mente, ma nel corpo e nel sentimento. (da ''La carrozza. Prieuré, 19 gennaio 1923'', pp. 213-214)
 
==Citazioni su Georges Ivanovič Gurdjieff==
*"''Kipling disse una volta che questi gemelli – intendeva dire l'Oriente e l'Occidente – non sarebbero mai potuti andare d'accordo. Ma nella vita di Gurdjieff, nella sua opera e nella sua parola vi è una filosofia, uscita dalle profondità della saggezza dell'Asia, c'è'' qualcosa ''che l'uomo d'Occidente può capire. E nell'opera di quest'uomo e nel suo pensiero – in ciò che ha fatto e nel modo in cui lo ha fatto'' – l'Occidente incontra veramente l'Oriente". ([[Frank Lloyd Wright]])
 
==Note==