Curzio Malaparte: differenze tra le versioni

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*La sua conversione, in punto di morte, è stata forse un punto di arrivo. Curzio che continuamente si mascherava di sadismo, si nascondeva nel cinismo e si camuffava da istrione, aspettava forse una ''luce'' per uscire dalla esibizione e realmente diventare un eroe. In fondo, la vera anima di Curzio ha sempre cercato la ''luce eroica'' nelle strade romane, negli ozi di Forte dei Marmi, nella casa di Prato, nella pace di Capri [...] La sua anima ha cercato l'amore sempre, ma nessuna donna e nessun cane hanno mai saputo dargli l'amore come lui voleva. ([[Francesco Grisi]])
*Malaparte che pure finì comunista, era uno scrittore di destra. C'è, anche in lui, un costante prevalere degli impulsi emotivi sulla logica della ragione. ([[Geno Pampaloni]])
*Malaparte fu populista e individualista, amando le «plebi» e il nazionalpopolare. Restò sempre un Superuomo dannunziano, con una vena estetica, esibizionista ed erotica che eccedeva sulla tensione ideale, etica e politica. Ossimoro vivente, incarnò la rivoluzione conservatrice: portò agli eccessi i due poli, la rivolta e la restaurazione. ([[Marcello Veneziani]])
*Per dimenticare l'amarezza di passare per un collaborazionista, si rifugia nella lettura dell'amato Chateaubriand, di cui gli piace il disprezzo verso gli ''uomini nuovi''. ([[Giacinto Spagnoletti]])
*Sarà perché sono napoletano e ce l'ho con lui per come ha usato [[Napoli]], ma si sarà capito ormai che a me questo Malaparte non piace, non mi piace la sua orrificazione della realtà, soprattutto quella della Napoli del 1944 evocata ne ''La pelle'', e non posso fare a meno di ricordare con quanta maggiore pietà e precisione, e un umanissimo sense of humour, quella stessa realtà fu descritta dall'inglese [[Norman Lewis]] (in ''Napoli ' 44'', Adelphi). ([[Raffaele La Capria]])