Francesco Domenico Guerrazzi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni su Francesco Domenico Guerrazzi: Michelangelo Castelli: l'incontro con Cavour
+ref, +paragrafo, +incipit
Riga 4:
 
==Citazioni di Francesco Domenico Guerrazzi==
*Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere, o col mutare disegno appena scelto o col mancare di coraggio alle prime contrarietà. (dalle ''Lettere'')
*Come il [[popolo]] è l'[[asino]]: utile, paziente e bastonato.<ref name=Fie>Citato nella rubrica ''Antologia'', ''La Fiera letteraria'', n. 5, 14 marzo 1971 ed in testata del settimanale ''L'Asino'' del 1892.</ref>
*E queste parole il camerario gli disse superbamente, imperciocchè i servi per ordinario posseggano l'odorato più sottile dei segugi per distinguere quando una persona è in fiore, quando è matura, e quanto sta per cascare dalla grazia del padrone. Il Luciani, offeso di quell'essere buttato là come un trabiccolo a mezzo [[luglio]], e più trafitto dal modo, guardò in cagnesco il camerario, quasi gli volesse dire:<br />– Attendi a starmi lontano, perché se mi capiti fra le mani io ti farò vedere che mai [[cane]] mi morse, ch'io non volessi del suo pelo. (da<ref>Da ''Beatrice Cenci'', cap. XXIV).</ref>
*Gli uomini hanno fatto Dio a similitudine di loro, e lo hanno conciato pel dì delle feste. (da<ref>Da ''Il buco nel muro'', 1862).</ref>
*È segno non mediocre di amare la patria coltivare la favella materna: le nazioni si distinguono dalla lingua. (dalle ''Lettere'')
*La [[elemosina]] anziché sollevare dalle necessità gli accattoni li mantiene nel vizio. (da<ref>Da ''Vita di Francesco Ferruccio‎Ferruccio'').</ref>
*Gli uomini hanno fatto Dio a similitudine di loro, e lo hanno conciato pel dì delle feste. (da ''Il buco nel muro'', 1862)
*La [[pazienza]] è cosa dura, e convien meglio alla groppa del somiero, che all'anima dell'uomo. (da<ref>Da ''L'assedio di Firenze'').</ref>
*Il [[matrimonio]] è il sepolcro dell'amore; però dell'amor pazzo, dell'amore sensuale. (dalla lettera ad Antonio Mangini, 6 ottobre 1853, nelle ''Lettere'')
*Le [[Arte|arti]] tutte, ma più specialmente la [[musica]] e la [[poesia]], possono stimarsi due lampi balenati da un medesimo sguardo di [[Dio]]. (da<ref>Da ''Manzoni, Verdi, e l'Albo Rossiniano'')<ref>Erroneamente; erroneamente attribuita anche a [[Paolo Mantegazza]].</ref>
*La [[elemosina]] anziché sollevare dalle necessità gli accattoni li mantiene nel vizio. (da ''Vita di Francesco Ferruccio‎'')
*La [[pazienza]] è cosa dura, e convien meglio alla groppa del somiero, che all'anima dell'uomo. (da ''L'assedio di Firenze'')
*Le [[Arte|arti]] tutte, ma più specialmente la [[musica]] e la [[poesia]], possono stimarsi due lampi balenati da un medesimo sguardo di [[Dio]]. (da ''Manzoni, Verdi, e l'Albo Rossiniano'')<ref>Erroneamente attribuita anche a [[Paolo Mantegazza]].</ref>
*L'[[ingratitudine]] è la moneta ordinaria con la quale pagano gli uomini.<ref>Citato in A. Arthaber, ''[http://books.google.it/books?id=lZ3LkkIytCsC&printsec=frontcover&dq=proverbi&hl=it&sa=X&ei=b_N_T73GJIGDOuuQrPsG&ved=0CEIQ6AEwAg#v=onepage&q=proverbi&f=false Dizionario comparato di proverbi e modi proverbiali in sette lingue]'', Hoepli, 1995, p. 328.</ref>
*Noi altri Italiani c'innamoriamo in [[chiesa (architettura)|chiesa]]. (da<ref>Da ''L'assedio di Firenze'', cap. VIII).</ref>
*[[Serse I|Serse]], antecessore di Dario<ref>Dario I di Persia, vedi [[w:Dario I di Persia|voce in Wikipedia]].</ref> al trono della Persia, quello spaccone che bastonò il mare<ref>Flagellazione dell'Ellesponto, vedi [[w:Flagellazione dell'Ellesponto|voce in Wikipedia]].</ref>, te ne ricordi? (da<ref>Da ''[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/guerrazzi/l_asino_sogno/pdf/l_asin_p.pdf L'asino: sogno]'', p. 153).</ref>
*Tu devi capire che ogni uomo ha da proporsi un fine nella sua vita, e a quello tendere costantemente, unicamente, se vuole riuscire a qualche cosa. (dalla lettera a Giovanni Bertani, 22 decembre 1850; in ''Lettere '', [http://www.forgottenbooks.com/readbook_text/Lettere_v1_1300004654/245 p. 232])
 
==''La battaglia di Benevento''==
Line 28 ⟶ 24:
*Il conte di Provenza, più la guardava {{NDR|[[Benevento]]}}, più gli pareva degna di essere conquistata; la circondò molte volte degli occhi per iscoprirne il debole nel quale far breccia e tentare l'assalto; la conobbe munita con tanta maestria di guerra che impossibile cosa fosse espugnarla per forza; – gemé, si volse a considerare la sottoposta valle; – spaziosa compariva e degna di combattervi campale battaglia; i fiumi Calore e Savato, confuse le acque alla estremità di Benevento, l'attraversavano, e un ponte magnifico dava il passo dall'una all'altra sponda: domandava come avesse nome la pianura, – gli rispondevano: – Santa Maria della Grandella. – (cap. XXVIII; pp. 756-757)
*Raccolse, ciò detto, le sue virtù; e da che gli era impedito di vivere, ruinava nel furore della battaglia per morirvi da re. (cap. XXVIII; p. 775)
 
==''Lettere''==
*Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere, o col mutare disegno appena scelto o col mancare di coraggio alle prime contrarietà. (dalle ''Lettere'')
*È segno non mediocre di amare la patria coltivare la favella materna: le nazioni si distinguono dalla lingua. (dalle ''Lettere'')
*Il [[matrimonio]] è il sepolcro dell'amore; però dell'amor pazzo, dell'amore sensuale. (dalla<ref>Dalla lettera ad Antonio Mangini, 6 ottobre 1853, nelle ''Lettere'').</ref>
*Tu devi capire che ogni uomo ha da proporsi un fine nella sua vita, e a quello tendere costantemente, unicamente, se vuole riuscire a qualche cosa. (dalla<ref>Dalla lettera a Giovanni Bertani, 22 decembre 1850; in ''Lettere '', [http://www.forgottenbooks.com/readbook_text/Lettere_v1_1300004654/245 p. 232]).</ref>
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Amelia Calani ed altri scritti''===
====''Amelia Calani''====
Ottimamente, secondo la opinione mia, certo filosofo antico rassomigliò la buona memoria della vita passata al profumo che lascia nella casa degli Dei il grano dello incenso arso nel turibolo; e come quanto più dura la soavità del profumo, tanto maggiore si conosce essere stata la eccellenza dell'olibano, così non senza ragione misurano la bontà dei defunti dal desiderio che nei superstiti si conserva di quelli: per la quale cosa, anzichè riuscirmi argomento di pudore giungere tardo a scrivere della Signora Contessa Amelia Calani Carletti, nè meno lode, parendo a me, che questo indugio abbia a ridondare in massima onoranza di lei.
 
====''Dello Scrittore italiano''====
Avendo meco stesso considerato questa materia dello italiano scrittore con quella gravità che il mio intelletto mi consentiva, tale e tanta ella venne ad allargarmisi per mano, ch'io la conobbi argomento di nobilissimo volume.
 
====''L'Albo''====
Al comune degli uomini fa specie considerare come gli antichi legislatori, esauste prima le virtù, mettessero mano anche ai vizii ordinandoli fondamento degl'istituti, che parvero loro più acconci allo assetto di questo nostro umano consorzio.
 
====''Lettera a Pietro Ellero''====
''Mio riverito signore ed amico,''<br>
La pena di morte è una questione intorno alla quale si sono piuttosto affaticate, che esercitate le menti degli uomini; e con quanto frutto non so; certo se ne dovessimo giudicare dal resultato, dovremmo dire poco; imperciocchè i Governi che in ogni altra cosa peccano del gretto, in questa poi procedono liberali, anzi spreconi; massime il Piemontese, che per la morte a piene mani nel suo codice largita si acquistò meritamente fama di munificentissimo.
 
====''Ritratto morale di Leopoldo II''====
Leopoldo II ha sempre aborrito qualunque limite alla sua potestà assoluta, o sia che tale gli persuadesse la propria natura, o la indole ricevuta; e quantunque mostrasse diversamente nel 1848, esse furono lustre per parere, onde molte volte la memoria mi ha riportato il caso che adesso dirò.
 
====''Racconto d'Erodoto, applicabile ai nostri tempi''====
Narrasi da Erodoto nel libro settimo delle Storie intitolato a ''Polinnia'' come: — «i Greci, instando Serse con l'enormi sue forze terrestri e marittime, si adunassero insieme in un medesimo luogo, e, datasi fede scambievole, deliberassero prima di tutto ''riconciliarsi e far pace delle ingiurie passate''; conciossiachè la guerra durasse allora vivissima tra diverse città, e segnatamente tra gli Ateniesi e gli Egineti».
 
====''Il Porto di Piombino''====
Io me ne stava seduto sopra un mortaio di bronzo napoleonico alla Stella (la quale per parentesi non era la ''Stella di Venere'', ma la fortezza ove il 9 gennaio dalla salutifera incarnazione 1848 mi trasportarono), e, quantunque non paresse, aspettava con impazienza la barca della posta.
 
====''Sermide''====
Padri, madri, spose, figli, sacerdoti, campagnuoli, cittadini, ricchi e poveri, uditemi tutti; io vi parlo la voce della patria, — la voce di Dio.
 
====''I Moderati''====
Allora possiamo augurare bene della Libertà, quando almeno gli uomini ardiscono aprire i labbri al vero; non protervo, non petulante, ma pure dignitoso e schietto.
 
===''Apologia della vita politica''===
Me accusano di tradimento: e tale apposero accusa anche a [[Focione]]; e condottolo a bere la cicuta, i suoi nemici non riputarono averne vittoria intera, finché non fecero decretare, che il suo corpo fosse gittato fuori dei confini dell'Attica, e nessuno Ateniese si attentasse a somministrare fuoco pei suoi funerali. Per la quale cosa non vi fu alcuno dei suoi amici che ardisse di pur toccare il cadavere infelice: solo un certo Conopione, uomo plebeo, notte tempo, recatoselo sulle spalle, lo trasportò al disopra di Eleusina, e tolto il fuoco dal territorio di [[Megara (Attica)|Megara]], abbruciollo. Una donna megarese, assistendo ai funerali, formò un tumulo vuoto, e versovvi sopra i libamenti, e postesi le ossa in seno portossele a casa, e le seppellì accanto del focolare, dicendo: «''O lari amici, io depongo appo voi queste reliquie di un uomo dabbene. Voi restituitele poscia ai sepolcri dei di lui antenati, quando gli Ateniesi fatto abbiano senno''.» Per verità, non andò guari che le loro faccende medesime fecero conoscere agli Ateniesi quale sopraintendente, e custode della temperanza e della giustizia avessero perduto, e gl'innalzarono una statua di rame, e ne seppellirono le ossa a pubbliche spese<ref>Plutarco, ''Vita di Focione'', volgarizzamento di G. Pompei.</ref>.
Line 35 ⟶ 66:
===''Beatrice Cènci''===
Non so se più soave, ma certamente simile alla Madonna della Seggiola di Raffaello avrebbe dipinto un quadro colui, che avesse tolto a imitare per via di colori il gruppo, che stava aspettando Francesco Cènci nella sala del suo palazzo. Una sposa di forse venti anni, seduta sopra i gradini di un finestrone, teneva al petto il suo pargolo; e dietro alla sposa un giovane di egregie sembianze, col volto basso, contemplava cotesto spettacolo di amore: egli solleva le mani giunte e alquanto piegate verso la spalla sinistra, per ringraziare Dio di tanta prosperità che gli manda. La sembianza e lo atteggiamento dimostrano come in quel punto lo commuovano tre affetti, che fanno l'uomo divino. Le mani erano a Dio, lo sguardo al figlio, il sorriso alla sposa. – Però la donna non vedeva cotesto sorriso, chè lei assorbivano intera i doveri e la dignità di madre. Il fanciullo sembrava un angiolo, il quale avesse smarrita la via per tornarsene in cielo.
 
===''Il destino''===
La Fulvia Piccolomini fu bellissima donna, anzi divina, nacque in Siena il 14 marzo 1630 al signore Alessandro, cui bastarono il cuore e i lombi per darle la compagnia nientemeno di quindici fratelli: di diciotto anni ella si maritò con Lelio Griffoli gentiluomo di Siena, e gli portò in dote fiorini 7376, che non furono troppi, ma nè anco sembreranno pochi a cui consideri la compagnia dei predetti quindici fratelli.
 
===''Il secolo che muore''===
— Oh! che lo invito glielo abbia a mandare?<br>
— Fa' quello che il cuore ti detta; io per me non glielo manderei...
 
===''Isabella Orsini, duchessa di Bracciano''===
“''Ave Maria!'' Creatura di cui la vista persuase l’Eterno a offerirsi vittima espiatoria per la stirpe onde nascesti alla giustizia irrevocabile della sua legge; — Vergine, nel seno della quale Dio penetrò come raggio purissimo in acqua pura;<ref>Come raggio di sole in acqua mera. ([[Dante]].) Gli Gnostici, distinti con lo epiteto di ''dociti'', negarono in Gesù Cristo la natura umana, e lo supposero un fantasma, però che: ''non dignum est ex utero credere Deum, et Deum Christum.... non dignum est, ut tanta majestas per sordes et squallores mulieris transire credatur''. Questa eresia fu condannata fino dai primordii della Chiesa da San Giovanni.</ref> — Madre, che nel tuo grembo, meglio che nell’Arca Santa, la Divinità conservasti, abbi misericordia di me.
 
===''L'asino: sogno''===
Line 51 ⟶ 92:
 
È corre vecchia fama che Roma sia parola arcana, e significhi ''Amor'', ed io ci credo, però che sappia come l'Amore nascesse ad un parto insieme coll'Odio; ora Roma, appunto rappresenta l'Amore indomato del sangue latino alla terra latina, e l'Odio religioso contro lo straniero da qualsivoglia plaga si muova per contaminare la terra latina.
 
===''Messere Arlotto Mainardi, Pievano di S. Cresci a Maciuoli''===
In certa bella città di questa Italia bellissima havvi un ''Diario'' il nome del quale è vietato rammentare per la stessa ragione per cui Monsignor della Casa proibisce, che tra le urbane brigate ricordinsi le cose oscene; vero è però, che il costume ha introdotto certe clausole preservative, come sarebbe quella, con ''rispetto parlando'', mercè le quali, forse le si potrebbono dire, ma io penso, che quanto può essere tollerato in un secolare disdica a un prete; però io me ne astengo addirittura, conoscendo come per quanto ci si usi cautela da colui, che parla di oscenità, egli non può impedire, che lo abbiano per isboccato.
 
===''Paolo Pelliccioni''===
— Santità, le faccio umilissimamente considerare come, da un'ora e più, con la reverenza debita al Vicario di Gesù Cristo redentore sopra la terra, le sia venuto esponendo il profondo disgusto del mio signore e padrone, Sua Maestà Cattolica, non che la repugnanza di tutto l'illustrissimo ed eccellentissimo clero di Spagna per questa sua ultima bolla, la quale giudichiamo perniciosissima alla quiete della santa madre Chiesa.
 
===''Pasquale Paoli''===
Gli dei di Ausonia se ne andarono, ed il suo cielo con essi! — esclamò Giacomo Boswell, fiore di galantuomo inglese, levando la faccia in alto e ricevendovi bravamente in mezzo uno sbuffo di acqua piovana.
 
===''Predica del venerdì santo''===
Line 102 ⟶ 152:
Sarà sepolto un dì?
'''Manente''' Credo.</poem>
 
===''Vita di Andrea Doria''===
Francesco Guicciardino, uomo nella pratica delle faccende umane certamente a veruno secondo, lasciò scritto, essere, giusta l'opinione sua, i contemporanei spositori di storie eccellentissimi, massime se, oltre all'ingegno arguto, avvenisse loro di pigliarci parte o come magistrati o come guerrieri; ed in questa sentenza si trova condotto dal considerare che, le cause degli avvenimenti umani essendo moltiplici, taluna ci opera a modo di principale, mentre tal altra ci fa officio di accessoria: questa comparisce meno, quella più; nè tutte spettano alla vita pubblica, anzi moltissime alla privata, e le seconde, per celarsi meglio, non esercitano minore virtù: donde accade che, chi viene dopo, ne ignori molte per necessità, avendole cancellate il tempo dalla mente degli uomini, ed egli, costretto a servirsi delle uniche che rimangono, le quali sono ordinariamente le più strepitose, il fatto gli si presenta spesso o non bene intero, o alterato, e quindi il giudizio o manco o fallace.
 
===''Vita di Francesco Burlamacchi''===
Line 114 ⟶ 167:
 
== Bibliografia ==
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[https://www.gutenberg.org/files/42436/42436-h/42436-h.htm Amelia Calani ed altri scritti]'', Guigoni, 1862.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm Apologia della vita politica di F.-D. Guerrazzi scritta da lui medesimo]'', Firenze, F. Le Monnier, 1851.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''Beatrice Cenci'', Tip. Vannucchi, Pisa, 1854. ([http://www.gutenberg.org/etext/17837 Testo completo] su Project Gutenberg.)
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm Beatrice Cènci: storia del secolo XVI]'', Tipografia Vannucchi, Pisa, 1854.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[httphttps://www.liberlibergutenberg.itorg/librifiles/g42411/guerrazzi42411-h/index42411-h.htm L'asino:Il sognodestino]'', TorinoTreves, 18581869.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[https://www.gutenberg.org/files/42775/42775-h/42775-h.htm Il secolo che muore]'', Verdesi, 1885.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[https://www.gutenberg.org/files/38298/38298-h/38298-h.html Isabella Orsini, duchessa di Bracciano]'', Le Monnier, 1880.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm L'asino: sogno]'', Torino, 1858.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm L'assedio di Firenze]'', Milano, Libreria editrice Dante Alighieri, 1869.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm La battaglia di Benevento. Storia del secolo 13 scritta da F. D. Guerrazzi]'', Le Monnier, Firenze, 1852.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm La torre di Nonza. Racconto storico]'', Milano, Sonzogno, 1883.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm Lo assedio di Roma]'', Tipografia A.B. Zecchini, Livorno, 1864.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[https://www.gutenberg.org/files/34517/34517-h/34517-h.htm Messere Arlotto Mainardi, Pievano di S. Cresci a Maciuoli]'', Gio. Battista Rossi editore, 1868.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[https://www.gutenberg.org/files/42502/42502-h/42502-h.htm Paolo Pelliccioni]'', Guigoni, 1864.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[https://www.gutenberg.org/files/48490/48490-h/48490-h.htm Pasquale Paoli, ossia, la rotta di Ponte Nuovo]'', Perino, 1883.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm Predica del venerdì santo]'', in "La vendetta paterna. Lettere inedite. Predica del venerdì santo", Roma, Edoardo Perino Tip. Edit., 1888.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm Racconti e scritti minori]'', Istituto editoriale italiano, Milano, [s.n.] (probabilmente 1914).
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm Scritti]'', Firenze, Le Monnier, 1847.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[https://www.gutenberg.org/files/46100/46100-h/46100-h.htm Vita di Andrea Doria]'', Guigoni, 1864.
*Francesco Domenico Guerrazzi, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/guerrazzi/index.htm Vita di Francesco Burlamacchi]'', Casa Editrice Italiana, Milano, 1868.