Giovanni IV d'Etiopia: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giovanni IV d'Etiopia==
*{{NDR|Rivolto a missionari protestanti svedesi}} Come? Per venire sino a qui siete passati a traverso paesi musulmani e non vi ci siete fermati? Non avete neppur tentato di convertire i seguaci di Maometto e venite a infastidire i devoti di Cristo? Quello il campo vostro: qui non c'è bisogno di voi.<ref>Citato in [[Ferdinando Martini]], ''Nell'Affrica italiana'', Fratelli Treves editore, 1895, p. 134</ref>
*Io non sono il padrone di questo paese, che appartiene a Dio, e solo mi è concesso di governarlo: tutta la gente buona è quindi libera di entrarvi. Ho avuti molti altri bianchi, ma ho dovuto persuadermi che fanno molte promesse e mantengono poco, per finire poi ad immischiarsi negli affari religiosi, ciò che io non tollero, perché stimo buona la religione del mio popolo e non voglio che la cambii.<ref>Citato in [[Giuseppe Vigoni]], ''[https://archive.org/details/VigoniAbissinia/page/n5 Abissinia, giornale di un viaggio]'', Ulrico Hoepli, 1881, p. 80</ref>
*Le mie terre sono le terre del Signore, ed io non posso chiuderle che ai cattivi; gli Italiani sono buoni ed io desidero di vederli.<ref>Citato in [[Pellegrino Matteucci]], ''In Abissinia. Viaggio di Pellegrino Matteucci'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1880, p. 77</ref>
*Un piccolo albero facilmente piegasi all'infuriare dei venti; ma un grosso baobab rimane ritto e fermo come una roccia.<ref>Citato in [[Guglielmo Massaia]], ''[https://archive.org/details/imieitrentacinqu0912mass/page/n401 I miei trentacinque anni di missione nell'Alta Etiopia]'', vol. undecimo, Società Tipografica A. Manuzio, Roma, 1930, p. 47.</ref>