Giuseppe Giacosa: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giuseppe Giacosa==
*''Dal Cenisio al Mongibello | Dal mare greco al Tosco mar | Ogni villa, ogni castello | È concorde in esultar. | La cagion di tanta gioia | Regal vergine ''{{NDR|[[Margherita di Savoia]]}}'' sei tu | Tu la perla dei Savoia | Fior di grazia e di virtù.''<ref>Ballata composta nell'aprile 1868 in occasione delle nozze del principe ereditario Umberto I di Savoia con la cugina Margherita (Romano Bracalini, ''La regina Margherita'', Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1985, ISBN 88-17-16555-7).</ref>
*''Paggio Fernando, perché mi guardi e non favelli? Guardo i tuoi [[occhi]] che son tanto belli.'' (da<ref>Da ''Una partita a scacchi'').</ref>
*'''Campioni''': Io non so come si gridi tanto alla difficoltà che c'è a trovare argomenti nuovi e ad essere originali! Sono lì, gli argomenti, non c'è che a stendere la mano. [...] Io voglio dimostrare che la matematica regge colle sue norme immutabili anche la poesia. [...] Un verso composto di un numero dispari di parole, è matematicamente più armonico di quello in cui il numero sia pari... e così per le sillabe, e così per le lettere. [...] Nell<nowiki>'</nowiki>''Orlando furioso'' ci sono in tutto 375 mila 197 parole. Dispari il numero totale, e non solo dispari il numero totale, ma dispari anche le cifre che lo compongono. Eccole spiegata la sorprendente bellezza del libro. Nel primo canto, ci sono 5041 parole, altro numero dispari. Prendiamo due versi a casaccio. ''(Apre il manoscritto)''. Canto quattordicesimo, ottava trentasettesima, verso primo: <br /> ''«Come lupo o mastin ch'ultimo giugne...»'' <br /> sette parole, che bel verso! e subito <br /> ''«Al bue lasciato morto dai villani...»'' <br /> sei parole, verso orribile, quasi che i villani dei buoi morti non sapessero che farsene, magari! <br /> [...] <br /> '''Carlo''': Le dico schietto che lei ha fatto opera di profondo studioso, di buongustaio, di grande ingegno e di gran cittadino. <br /> '''Campioni''': Ah! Perché la poesia... <br /> '''Carlo''': È il cardine. <br /> '''Campioni''': È il cardine. Guardi: cardine: bellissima parola: sette lettere. Osservi il nome dei massimi poeti. [[Dante Alighieri|Dante]], cinque lettere; [[Ludovico Ariosto|Ariosto]], sette; [[Torquato Tasso|Tasso]], cinque; [[Francesco Petrarca|Petrarca]] invece otto, difatti è molle ed effeminato. [[Ugo Foscolo|Foscolo]], sette; [[Vittorio Alfieri|Alfieri]], sette; [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], sette; [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], otto, ed è uno scettico. Le pare? È novità codesta? <br /> '''Carlo''': E come! <br /> '''Campioni''': Pensare che in tanti grandi ingegni che furono con tante arti poetiche e regole di scuola scritte in tutte le lingue, nessuno ancora considerò l'estetica in rapporto coi numeri. Le note musicali, sette. Perché la scienza moderna ci insegna a generalizzare. Trovato un principio, a volerlo applicare ammodo, si vede che calza per tutto. Qual è il tipo della famiglia bene assortita? Un padre, una madre e un figliolo. Tre. Sono considerazioni codeste?! <br /ref> (daDa ''La gente di spirito'', [[s:La gente di spirito/Atto secondo/Scena quarta|Atto II, Scena IV]]).</ref>
 
*'''Campioni''': Io non so come si gridi tanto alla difficoltà che c'è a trovare argomenti nuovi e ad essere originali! Sono lì, gli argomenti, non c'è che a stendere la mano. [...] Io voglio dimostrare che la matematica regge colle sue norme immutabili anche la poesia. [...] Un verso composto di un numero dispari di parole, è matematicamente più armonico di quello in cui il numero sia pari... e così per le sillabe, e così per le lettere. [...] Nell<nowiki>'</nowiki>''Orlando furioso'' ci sono in tutto 375 mila 197 parole. Dispari il numero totale, e non solo dispari il numero totale, ma dispari anche le cifre che lo compongono. Eccole spiegata la sorprendente bellezza del libro. Nel primo canto, ci sono 5041 parole, altro numero dispari. Prendiamo due versi a casaccio. ''(Apre il manoscritto)''. Canto quattordicesimo, ottava trentasettesima, verso primo: <br /> ''«Come lupo o mastin ch'ultimo giugne...»'' <br /> sette parole, che bel verso! e subito <br /> ''«Al bue lasciato morto dai villani...»'' <br /> sei parole, verso orribile, quasi che i villani dei buoi morti non sapessero che farsene, magari! <br /> [...] <br /> '''Carlo''': Le dico schietto che lei ha fatto opera di profondo studioso, di buongustaio, di grande ingegno e di gran cittadino. <br /> '''Campioni''': Ah! Perché la poesia... <br /> '''Carlo''': È il cardine. <br /> '''Campioni''': È il cardine. Guardi: cardine: bellissima parola: sette lettere. Osservi il nome dei massimi poeti. [[Dante Alighieri|Dante]], cinque lettere; [[Ludovico Ariosto|Ariosto]], sette; [[Torquato Tasso|Tasso]], cinque; [[Francesco Petrarca|Petrarca]] invece otto, difatti è molle ed effeminato. [[Ugo Foscolo|Foscolo]], sette; [[Vittorio Alfieri|Alfieri]], sette; [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], sette; [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], otto, ed è uno scettico. Le pare? È novità codesta? <br /> '''Carlo''': E come! <br /> '''Campioni''': Pensare che in tanti grandi ingegni che furono con tante arti poetiche e regole di scuola scritte in tutte le lingue, nessuno ancora considerò l'estetica in rapporto coi numeri. Le note musicali, sette. Perché la scienza moderna ci insegna a generalizzare. Trovato un principio, a volerlo applicare ammodo, si vede che calza per tutto. Qual è il tipo della famiglia bene assortita? Un padre, una madre e un figliolo. Tre. Sono considerazioni codeste?! <br /> (da ''La gente di spirito'', [[s:La gente di spirito/Atto secondo/Scena quarta|Atto II, Scena IV]])
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Acquazzoni in montagna''===
'''Garbini''': È possibile trovare una buona guida?<br>
'''Carletto''': All<nowiki>'</nowiki>''Hôtel du Mont-Rose'' a Gressoney sempre: ce ne abbiamo oggi appunto una famosa.
 
===''Come le foglie: commedia in quattro atti''===
Al sorgere della tela, tre facchini, carichi di valigie, vengono dalla sala da pranzo ed escono per la Comune. Si vede nella sala da pranzo LUCIA che viene e va, portando robe che depone sulla tavola. NENNELE nel salone, ritta presso una ''consolle'' sta registrando su di un foglio volante il numero dei colli. Si ode di quando in quando uno scampanellìo rabbioso ed impaziente.
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{{centrato|'''Paolo'''.}}
Ti avevo detto di vedere in camera sua od in giardino. C'è bisogno di andar via per il paese?
 
===''Impressioni d'America''===
Alle dieci della mattina il grande bastimento si stacca dal Dock e move lentamente rasentando i muraglioni bianchi del porto: scricchiola quasi compresso nella stretta di un ponte girante e procede cauteloso nei bacini senza dar fumo nè fischi, la macchina inerte, tirato a rimorchio da un vaporetto a prua, tenuto a segno da un altro vaporetto a poppa.
 
===''La zampa del gatto''===
Appena levato il sipario si ode di fuori una scampanellata.<br>
'''Marcello''' (''che stava scrivendo si alza''): Ah! finalmente! (''lunga pausa'') Che tempo ci mette! (''suona due volte il campanello. Anselmo entra''). È la posta?<br>
'''Anselmo''': No, signore. È venuto Clemente.<br>
'''Marcello''': A che ora arriva la posta?<br>
'''Anselmo''': Verso le tre.
 
===''Non dir quattro se non l'hai nel sacco''===
Laura è seduta presso un tavolino da lavoro e sta ricamando. È una giornata d'autunno. All'aprirsi della scena le finestre mettono ancora un po' di luce.
<center>(''Nordi entra'').</center>
'''Laura''': Siete voi Nordi? Buonasera.<br>
'''Nordi''': Buonasera, signora Laura. Ci volete lasciare gli occhi? Che cosa fate con questo buio?<br>
'''Laura''': Ricamo.
 
===''Resa a discrezione''===
'''Elena''': Filippo.<br>
'''Filippo''': Eccomi.<br>
'''Elena''': Chiudete quell'uscio e servite il caffè.<br>
'''Filippo''': Subito. (''fa per chiudere'').
 
===''Storia vecchia''===
'''Alfonso''' (''al Servo''): Direte che scendano le mie robe.<br>
'''Servo''': Il signor duca parte oggi?<br>
'''Alfonso''': Parto oggi.
 
===''Tristi amori''===
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== Citazioni su Giuseppe Giacosa ==
*Cantò tutta la notte un coro</br>di trilli arguti e note gravi;
::e il plenilunio d'oro
:::splendé sul letto dove riposavi.
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==Bibliografia==
*Giuseppe Giacosa, ''[https://www.gutenberg.org/files/32264/32264-h/32264-h.htm Acquazzoni in montagna]'', F. Casanova, 1890.
*Giuseppe Giacosa, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/giacosa/index.htm Come le foglie: commedia in quattro atti]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1921.
*Giuseppe Giacosa, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/giacosa/index.htm Diritti dell'anima. Commedia in un atto in prosa]'', Milano, Treves, 1900.
*Giuseppe Giacosa, ''[https://www.gutenberg.org/files/46835/46835-h/46835-h.htm Impressioni d'America]'', Cogliati, 1908.
*Giuseppe Giacosa, ''[https://www.gutenberg.org/files/33866/33866-h/33866-h.htm La zampa del gatto]'', F. Casanova, 1888.
*Giuseppe Giacosa, ''[https://www.gutenberg.org/files/32265/32265-h/32265-h.htm Non dir quattro se non l'hai nel sacco]'', F. Casanova, 1890.
*Giuseppe Giacosa, ''[https://www.gutenberg.org/files/33865/33865-h/33865-h.htm Resa a discrezione]'', F. Casanova, 1888.
*Giuseppe Giacosa, ''[https://www.gutenberg.org/files/32263/32263-h/32263-h.htm Storia vecchia]'', F. Casanova, 1890.
*Giuseppe Giacosa, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/giacosa/index.htm Una partita a scacchi. Leggenda drammatica in un atto]'', Casa editrice Madella, 1912.
*Giuseppe Giacosa, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/giacosa/index.htm Tristi amori. Commedia in tre atti in prosa]'',