Ferdinando Galiani: differenze tra le versioni

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*L'uno {{NDR|Ferdinando Galiani}} era un piccolo magro, quasi gobbo a prima vista, contraffatto a giudicarlo così ad occhio e croce, più scimmia che uomo in apparenza, gli occhi vivissimi, le mani irrequiete, e saltava più che non camminasse. Vestiva di buon panno, portava parrucca, inforcava l'occhialino e gli stivaloni con la risvolta rossa rivelavano un piede quasi femminile. ([[Alessandro Varaldo]])
*Lo [[stile]] assoluto e sicuro del libro dei Delitti e delle Pene {{NDR|di [[Cesare Beccaria]]}} e l'elegante trattato del Galiani sulle Monete vivranno nobile ed eterno retaggio tra noi. ([[Ugo Foscolo]])
*Molto il [[Luigi Settembrini|Settembrini]] della maturità deve all'[[abate Galiani]]. Anche per le motivazioni (dimostrative) che lo portarono all'approntamento dell'edizione del ''Novellino'' di [[Masuccio Salernitano|Masuccio]]: se dagli scritti burleschi si passa al trattatello galianeo ''Del dialetto napoletano'' (1779), attuale all'antiquaria filologica dell'editore del novelliere aragonese. […] Galiani era per la “nazionalizzazione” del dialetto napoletano, che poteva vantare l'ufficialità di un uso illustre nel Quattrocento aragonese: “[...] ben lungi dall'innalzar lo stendardo della ribellione e della discordia tra 'l napoletano e l'italiano, noi crediamo non potersi far meglio quanto il cercare di raddolcire il nostro dialetto, d'italianizzarlo quanto più si può e di renderlo simile a quello che i nostri ultimi re, gli Aragonesi, non sdegnarono usare nelle loro lettere e diplomi e nella legislazione”. ([[Salvatore Silvano Nigro]])
*Votosi allo studio delle cose naturali, formò una collezione di tutte le pietre e materie vulcaniche del [[Vesuvio]], e nel donarla a [[Papa Benedetto XIV|Benedetto XIV]] scrisse sulle casse che la contenevano: ''Beatissime Pater, fac ut lapides isti panes flant''; ed il Papa fece il miracolo dandogli un canonicato che gli rendeva 400 ducati. ([[Giuseppe Maffei]])