Menghistu Hailè Mariàm: differenze tra le versioni

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*Menghistu lavorava giorno e notte. I beni materiali non gli interessavano, voleva solo il potere assoluto. Gli bastava regnare.
*Ricordo questo Mariam quando, ancora capitano, veniva a Palazzo. Sua madre faceva la domestica a corte. Non so chi gli avesse reso possibile frequentare l'accademia militare e diplomarsi. Era un tipo snello, minuto, che dava l'impressione di essere sempre teso, ma con una grande capacità di dominarsi. Conosceva a menadito la distribuzione interna del Palazzo, sapeva perfettamente chi fossero i vari personaggi e chi bisognasse arrestare affinché la corte smettesse di funzionare, perdesse forza e potere e si trasformasse in quel vuoto modellino architettonico che giace in abbandono sotto gli occhi di tutti.
 
===[[David A. Korn]]===
*Dobbiamo scartare una volta per tutte la nozione che l'Etiopia sia governata da una giunta militare o che Menghistu regni solo come un ''primus inter pares''. Ancora oggi, gli scrittori occidentali dell'Etiopia continuano ad usare il termine "Derg" per descrivere l'istituzione apparentemente responsabile del governo in Etiopia. Questo alimenta un' impressione totalmente falsa di un processo decisionale collettivo quando in realtà la direzione degli affari è concentrata nelle mani di un solo individuo.
*I ministri di Menghistu stanno sull'attenti in sua presenza e non azzardano opinioni dissenzienti. Nelle sue rare apparizioni in Addis Abeba, il leader etiopico sta seduto su una specie di trono, una sedia laccata d'oro rivestita di velluto rosso posta al di sopra e di fronte alle sedie meno ornate fornite per le altre figure di spicco del regime. In questo ed in altri modi, Menghistu Haile Mariam è una figura che resta nel solco della tradizione etiope che può essere considerata come un monarca, un imperatore, un successore di Haile Selassie e di Menelik.
*La sua visione è quella di uno stato unitario e totalitario in cui le differenze regionali ed etniche verranno sommerse dall'ideologia politica e in cui tutte le attività saranno controllate e disciplinate dal partito, dallo Stato e dalle sue vari organi. Questo, è quasi superfluo dirlo, è un programma ambizioso, in particolar modo per un Paese che è fra i più poveri ed arretrati del mondo e che per storia e tradizione è stato destinato al separatismo e all'anarchia.
*Menghistu e gli altri nel Derg avevano due ragioni per volere armi sovietiche. In primo luogo, assunsero il potere come rivoluzionari con un programma radicale. Denunciavano regolarmente l'imperialismo, e tuttavia restavano fortemente dipendenti dal baluardo di ciò che loro chiamavano imperialismo, gli Stati Uniti, per la più essenziale delle merci, l'armamento per il loro esercito. Potevano essere autentici rivoluzionari e socialisti e tuttavia mantenere un legame così vitale con gli Stati Uniti? Era molto imbarazzante. Ma era più di questo. Il secondo ed altrettanto potente motivo che li spinse verso i sovietici era che volevano un esercito molto più grande di quello di cui disponeva l'Etiopia allo scoppio della rivoluzione. La decisione di optare per una soluzione militare in Eritrea rese ciò assolutamente essenziale, e c'era anche una crescente preoccupazione per la minaccia della Somalia.
 
==Note==