Francesco Dall'Ongaro: differenze tra le versioni

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*{{NDR|A Guglielo Stefani}} Unificata l'[[Italia]], o almeno gran parte della medesima, si andrà formando insensibilmente un centro comune a cui fluiranno interessi e persone. Se codesto centro fosse nel medesimo tempo la capitale politica e letteraria d'Italia, com'è [[Parigi]] rispetto alla [[Francia]], non ti sarebbe forse difficile porre ad esecuzione il tuo vagheggiato progetto. Fammi di [[Firenze]] o di [[Roma]] il [[Washington]] dell'Italia, ed io ti concedo di far contribuire tutta la penisola all'erezione di un [[teatro]] modello.
*Vorrei che ogni città d'Italia avesse un [[teatro]] comunale, libero da ogni servitù, proprietà non di privati, ma pubblica. Il municipio lo amministra e dirige per modo che possa concederlo gratuitamente per buona parte dell'anno ad una o più compagnie che presentino certe guarentigie ed accettino certi patti.
 
==[[Incipit]] di ''Racconti''==
===''La Donna bianca dei Collalto''===
Gli uomini più saputi e più accorti del nostro tempo, udendo parlare di leggende, di tradizioni, d'apparizioni, si contentano di sorridere, e danno dei semplici, per non dir altro, ai nostri nonni che vi prestavano tanta fede.
 
===''I complimenti di Ceppo''===
Chi non abbia vissuto alcun tempo in una piccola città di provincia, non può dire di avere conosciuto intimamente nè il mondo nè l'uomo.
 
===''I due castelli in aria''===
Matilde, quando io la vidi la prima volta, poteva avere tutt'al più sedici anni. Ella era l'unica figlia del conte Rinaldo di Susans, una delle più ricche e nobili case della provincia.
 
===''Il Diritto e il Torto''===
Questi due nomi, o meglio le due idee, i due giudicii che esprimono, si alternano, si intrecciano, si confondono nel mondo morale, come il filo bianco e il nero in que' tessuti misti che sono il più volgare indumento degli uomini che vestono panni.
 
===''Il berretto di pel di lupo''===
Il mare che varia in cento guise la costa occidentale dell'Istria, ora lambendone le sponde selvose, ora addentrandosi con seni profondi: qui largo e diffuso, là frastagliato da isolette e da scogli verdi d'ulivi e di mirti, a poche miglia dalla rada di Trieste circonda Capo d'Istria come di due braccia amorose, e ne farebbe un'isola se la mano degli uomini non l'avesse qua e là congiunta alla terra.
 
===''La valle di Resia''===
Io rivedeva la mia diletta penisola dopo dieci anni di vario pellegrinaggio. Ad ognuno che abbia cuore credo inutile il dire s'io la ritrovassi più bella. A quelli che non hanno patria, a quelli che amano tutto ciò ch'è straniero, per ciò solamente ch'è straniero; a quelli che s'attaccano senza discernimento all'ultima cosa che veggono, solamente perchè è l'ultima; a tutti gli uomini, dico, che appartengono a codeste tre classi, io non dirigo per ora le mie parole.
 
===''Istoria di una casa''===
Io non corro la città in una superba carrozza magnificando ai nobili malati e alle isteriche dame i misteri della omeopatia, o consigliando loro le terme degli Euganei, le acque di Recoaro o di Biarriz.
 
===''La giardiniera delle male erbe''===
Chi di voi, cari amici, non è stato testimonio d'alcuno di quegli atti di spensierata crudeltà onde i fanciulli sogliono aggravar la disgrazia di un loro compagno maltrattato dalla sorte o dalla natura?
 
===''La fidanzata del Montenegro''===
Ho conosciuto, non sono molti anni, a Trieste questo singolar personaggio. Principe e vescovo della ''montagna nera'', riuniva in sè i due poteri, spirituale e civile della repubblica; e com'era il miglior tiratore del paese, e viaggiava armato come un aiduco, si potrebbe dire senza esagerazione che cumulava cogli altri il poter militare. Giammai capo d'uno Stato fu più assoluto e più compiuto di lui.
 
===''Gentilina''===
I colli Euganei, che sono un vero paradiso della Venezia, ritornano sovente alla mia memoria coll'amara dolcezza di un frutto vietato, di un Eden conteso ai miei passi.
 
===''Fanny''===
Or son vent'anni, viveva in una città d'Italia una bella ragazza chiamata Francesca, o piuttosto com'ella voleva, Fanny. Il nome di Francesca le pareva così prosaico, così lungo, così insignificante! Ebbe vaghezza di mutargli terminazione e si fe' chiamare Fanny.
 
===''Il palazzo de' Diavoli''===
Sopra una delle porte di [[Siena]] sta scolpita questa bella iscrizione:<br>
COR MAGIS TIBI SENA PANDIT<br>
ch'io tradurrei a chi non sa di latino:<br>
Più largo t'apre il cor l'ospite Siena.
 
===''Un viaggetto nuziale''===
— S'io fossi in voi, mia cara Claudina, vorrei proprio abbandonarne il pensiero....<br>
— Oibò, signorino! Ponetevi in mente una cosa: io non cambio punto la mia risoluzione una volta presa. Appena sposati, in vapore, e via subito, lasciando la terra a chi l'ama.
 
===''L'ora degli Spiriti''===
Aveva un bel frugarmi in tutte le tasche: la mia chiave non c'era. O l'avevo lasciata a casa, o l'avevo perduta per via.
 
==Bibliografia==
*Francesco Dall'Ongaro, ''Del teatro drammatico contemporaneo'', ''Rivista contemporanea'', Volume 22, Unione Tipografico Editrice, Torino, 1860.
*Francesco Dall'Ongaro, ''[https://www.gutenberg.org/files/57883/57883-h/57883-h.htm Racconti]'', Le Monnier, 1869.
 
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