Tommaso d'Aquino: differenze tra le versioni

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*Dio avrebbe potuto creare un mondo senza uomini, e in seguito avrebbe potuto produrre l'uomo.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 92. ISBN 9788858014165</ref>
*Dovremmo verificare se vi è contraddizione tra l'essere creato da Dio e l'essere eterno.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 93. ISBN 9788858014165</ref>
*Era conveniente che la donna fosse formata dalla costola dell'uomo. Primo, per indicare che tra l'uomo e la donna ci deve essere un vincolo di amore. D'altra parte la donna «non deve dominare sull'uomo» [''1 Tm'' 2, 12], e per questo non fu formata dalla testa. Né deve essere disprezzata dall'uomo come una schiava: perciò non fu formata dai piedi.<ref>Da [http://books.google.it/books?id=KZ2upLS89bUC&pg=PA833&dq=%22Tommaso+d%27Aquino%22+%22costola%22&client=firefox-a&cd=8#v=onepage&q=&f=false ''Somma teologica'', vol. I, articolo 3].</ref>
*I doni della grazia si aggiungono alla natura in modo da non toglierla di mezzo, ma da perfezionarla: perciò anche il lume della fede che ci fu infuso per grazia non distrugge il lume della conoscenza naturale che in noi è naturalmente presente. Sebbene il lume naturale della mente umana sia insufficiente alla manifestazione di quelle cose che attraverso la fede si manifestano, è tuttavia impossibile che le cose che ci sono attraverso la fede tramandate divinamente siano contrarie a quelle che ci sono date per natura. In questo caso occorrerebbe che o le une o le altre fossero false; e poiché sia le une sia le altre ci vengono da Dio, Dio sarebbe per noi autore della falsità: il che è impossibile. [...] Per conseguenza possiamo nella sacra scrittura adoperare la filosofia in tre modi. In primo luogo, a dimostrare i preamboli della fede, che sono necessari alla scienza della fede; tali sono le cose che si dimostrano intorno a Dio con la ragione naturale: che Dio esiste, che Dio è uno e altre verità di Dio e delle creature che in filosofia sono dimostrate e che la fede presuppone. In secondo luogo, la filosofia può essere adoperata a chiarire, mediante similitudini, cose che sono di pertinenza della fede; come Agostino nel de Trinitate si serve di numerose similitudini desunte da dottrine filosofiche per chiarire la Trinità. In terzo luogo, si può anche resistere alle obiezioni che si fanno alla fede sia mostrando che sono false, sia mostrando che non sono necessarie.<ref>Dal ''Commento al "De trinitate" di Severino Boezio'', proemio, q. 2, a. 3.</ref>
*Il [[maestro]] si limita a «muovere», a stimolare il discepolo e il discepolo solo se risponde a questo stimolo – sia durante che dopo l'esposizione del maestro – arriva ad un vero apprendimento.<ref>Citato in [[Albino Luciani]], ''Illustrissimi'', p. 135, premessa di [[Igino Giordani]], commento di [[Giovanni Mocchetti]], Edizioni A.P.E., Mursia, Milano, 1979.</ref>
*I [[peccato (religione)|peccati]] sono farina del nostro sacco; il bello, il buono che è in noi è frutto della [[misericordia]] di [[Dio]].<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori 1991, p. 7.</ref>
*I primi concetti dell'intelletto preesistono in noi come semi di scienza, questi sono conosciuti immediatamente dalla luce dell'intelletto agente dall'astrazione delle specie sensibili... in questi principi universali sono compresi, come germi di ragione, tutte le successive cognizioni.<ref>Dal ''De Veritate'', q. 11 a. 1 – co.</ref>
*La mia anima non è me stesso.<ref>Citato in [[Fulton J. Sheen]], ''Tre per sposarsi'', Edizioni Richter, Napoli, 1964.</ref>
*La pace è indirettamente opera della giustizia, in quanto questa ne rimuove gli ostacoli, ma è opera della carità che, in forza della sua natura, porta la pace.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della politica'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 64. ISBN 9788858019429</ref>
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*La scienza filosofica riguarda l'ente in quanto ente, cioè considera l'ente dal punto di vista della ratio universale di ente, e non dal punto di vista della ratio specifica di qualche ente particolare.<ref>Da ''In Met.'', XI, l. 3 n. 1.</ref>
*Nessun uomo dovrebbe vendere una cosa a un altro uomo per più del suo valore.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro dell'economia'', traduzione di Olga Amagliani e Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. xx. ISBN 9788858014158</ref>
*Quando si dice che l'intemperanza è il vizio più disonorante, s'intende tra i peccati umani […] Ma quei peccati che sorpassano i limiti della natura umana sono ancora più disonoranti. Tuttavia anche questi sembrano ridursi per eccesso al genere dell'intemperanza: il fatto, per esempio, di mangiare carne umana, o nel coito bestiale od [[omosessualità | omosessuale]].<ref>Da ''Somma Teologica, IIa-q.CXVII, a.4''.</ref>
*Quello che si [[speranza|spera]] si deve credere che possa essere ottenuto; è quanto aggiunge la speranza al puro desiderio.<ref>Da ''Comp. Theol.'' II, 8 – citato in [[Hans Urs von Balthasar|von Balthasar]], ''Sperare per tutti'', Jaca Book, Milano 1997, p. 55.</ref>
*Sebbene il lume naturale della mente umana sia insufficiente alla manifestazione di quelle cose che attraverso la fede si manifestano, è tuttavia impossibile che le cose che ci sono attraverso la fede tramandate divinamente siano contrarie a quelle che ci sono date per natura. In questo caso occorrerebbe che o le une o le altre fossero false; e poiché sia le une sia le altre ci vengono da Dio, Dio sarebbe per noi autore della falsità: il che è impossibile.<ref>Dal ''Commento al "De Trinitate" di Severino Boezio''.</ref>
*Se invero uno propone ad un altro cose che non sono incluse nei principi per sé noti, o che non appaiono chiaramente incluse, non produrrà in lui sapere, ma forse opinione o fede.<ref>Dal ''De Veritate'', q. 11 a. 1 – co.</ref>
*Solo [[Cristo]] è il vero sacerdote, gli altri sono i suoi ministri.<ref>Da ''In ad Hebraeos'', 7, 4: citato nel ''Compendio del Catechismo''.</ref>
*Sono altre quattro le città preminenti, [[Parigi]] nelle scienze, [[Salerno]] nelle medicine, [[Bologna]] nelle legge, Orleans nelle arti attoriali.<ref>Citato in Giuseppe Amelio, ''Salerno momenti storici: conoscere la città per viverci meglio'', De Rosa & Memoli, 1996.</ref>
:''Quatuor sunt urbes cæteris præeminentes, Parisius in scientiis, Salernum in medicinis, Bononia in legibus, Aurelianis in actoribus.''
*{{NDR|Sul [[Padre nostro]]}} Tra tutte le preghiere il Padre Nostro occupa certamente il primo posto, perché possiede i cinque più importanti requisiti che ogni preghiera deve possedere. Innanzitutto infonde molta fiducia perché ci è stata consegnata da Gesù Cristo, che è intercessore sapientissimo ''nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza'' (''Col'' 2,3) e che è ''nostro avvocato presso il Padre'' (1 ''Gv'' 2,1). È una preghiera retta perché in essa chiediamo a Dio le cose che lui stesso ci ha insegnato a chiedere. È umile perché chi prega non presume assolutamente nelle proprie forze, ma aspetta di ottenere tutto dall'onnipotenza divina cui si rivolge supplichevoli.<ref>Da ''Collationes (expositio) in orationem dominicam''; citato in ''La preghiera cristiana: Il Padre Nostro, l'Ave Maria e altre preghiere'', a cura di Pietro Lippini, Edizioni Studio Domenicano, 2011, [https://books.google.it/books?id=jYj-AAAAQBAJ&pg=PA30 p. 30]. ISBN 88-7094-804-8</ref>
*Tu non possiedi la [[Verità]], ma è la Verità che possiede te.<ref>Dal ''De veritate''.</ref>
*[[Umiltà]] è la virtù che frena il desiderio innato dell'uomo di innalzarsi sopra il proprio merito.<ref>Citato in [[Natale Ginelli]], ''La tua via'', Edizioni Paoline, Milano, 1957.</ref>
*Uno e identico è l'atto del sentito e del senziente.<ref>Dal ''De Anima'', III, l. 2 n. 9.</ref>
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*Perciò l'[[Eiaculazione|emissione dello sperma]] deve essere così ordinata da poterne seguire la generazione e l'educazione della prole. Da ciò risulta evidente che è contro il bene dell'uomo ogni emissione dello sperma, prodotta in modo da non poterne seguire la generazione. […] Perciò, dopo il peccato di omicidio, col quale si distrugge la natura umana già esistente in atto, occupa il secondo posto questo genere di peccato, col quale viene impedita la generazione della natura umana. (III, c. 122)
*La [[maschio e femmina|femmina]], infatti, ha bisogno del [[maschio e femmina|maschio]] non solo per la generazione, come negli altri animali, ma anche come suo signore, perché il maschio è più perfetto quanto a intelligenza ed è più forte quanto a coraggio. (III, c. 123)
 
==''De Veritate''==
*I primi concetti dell'intelletto preesistono in noi come semi di scienza, questi sono conosciuti immediatamente dalla luce dell'intelletto agente dall'astrazione delle specie sensibili... in questi principi universali sono compresi, come germi di ragione, tutte le successive cognizioni.<ref>Dal ''De Veritate'', (q. 11 a. 1 – co.</ref>)
*Se invero uno propone ad un altro cose che non sono incluse nei principi per sé noti, o che non appaiono chiaramente incluse, non produrrà in lui sapere, ma forse opinione o fede.<ref>Dal ''De Veritate'', (q. 11 a. 1 – co.</ref>)
*Tu non possiedi la [[Verità]], ma è la Verità che possiede te.<ref>Dal ''De veritate''.</ref>
 
==''Summa Theologiae''==
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*Rispetto alla natura particolare la femmina è un essere difettoso e manchevole. Infatti la virtù attiva racchiusa nel seme del maschio tende a produrre un essere perfetto simile a sé, di sesso maschile, e il fatto che ne derivi una femmina può dipendere dalla debolezza della virtù attiva, o da una indisposizione della materia, o da una trasmutazione causata dal di fuori, p. es. dai venti australi, che sono umidi, come dice il Filosofo [''De gen. animal.'' 4, 2]. Rispetto invece alla natura nella sua universalità la femmina non è un essere mancato, ma è espressamente voluto in ordine alla generazione. Ora, l'ordinamento della natura nella sua universalità dipende da Dio, il quale è l'autore universale della natura. Quindi nel creare la natura egli produsse non solo il maschio, ma anche la femmina. (Pars I, Quaest. XCII, Art. I)
:''Ad primum ergo dicendum quod per respectum ad naturam particularem, femina est aliquid deficiens et occasionatum. Quia virtus activa quae est in semine maris, intendit producere sibi simile perfectum, secundum masculinum sexum, sed quod femina generetur, hoc est propter virtutis activae debilitatem, vel propter aliquam materiae indispositionem, vel etiam propter aliquam transmutationem ab extrinseco, puta a ventis Australibus, qui sunt humidi, ut dicitur in libro de Generat. Animal. Sed per comparationem ad naturam universalem, femina non est aliquid occasionatum, sed est de intentione naturae ad opus generationis ordinata. Intentio autem naturae universalis dependet ex Deo, qui est universalis auctor naturae. Et ideo instituendo naturam, non solum marem, sed etiam feminam produxit.''
*Era conveniente che la donna fosse formata dalla costola dell'uomo. Primo, per indicare che tra l'uomo e la donna ci deve essere un vincolo di amore. D'altra parte la donna «non deve dominare sull'uomo» [''1 Tm'' 2, 12], e per questo non fu formata dalla testa. Né deve essere disprezzata dall'uomo come una schiava: perciò non fu formata dai piedi.<ref>Da ([http://books.google.it/books?id=KZ2upLS89bUC&pg=PA833&dq=%22Tommaso+d%27Aquino%22+%22costola%22&client=firefox-a&cd=8#v=onepage&q=&f=false ''Somma teologica'', vol. I, articolo 3].</ref>)
*Quando si dice che l'intemperanza è il vizio più disonorante, s'intende tra i peccati umani […] Ma quei peccati che sorpassano i limiti della natura umana sono ancora più disonoranti. Tuttavia anche questi sembrano ridursi per eccesso al genere dell'intemperanza: il fatto, per esempio, di mangiare carne umana, o nel coito bestiale od [[omosessualità | omosessuale]].<ref>Da ''Somma Teologica, (IIa-q.CXVII, a.4''.</ref>)
 
=== Gli angeli ===