Giorgio Candeloro: differenze tra le versioni

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===''La crisi di fine secolo e l'età giolittiana 1896-1914''===
*Il 22 aprile 1897 un fabbro di idee vagamente anarchiche, certo [[Pietro Acciarito]], tentò di colpire con un pugnale Umberto I, mentre questi si recava in carrozza all'ippodromo delle Capannelle<ref>Ippodromo romano, situato nell'omonima zona, sulla via Appia.</ref>. Il re rimase illeso e l'attentatore, arrestato poco dopo, dichiarò di avere agito di sua iniziativa senza alcun complice. Ma la polizia, sulla base di labili indizi, volle sostenere la tesi contraria, incitata in questo senso da personaggi della corte e del governo. (cap. primo, p. 39)
*[...] i [[Moti di Milano|fatti del '98]]<ref>Rivolta di una parte della popolazione di Milano contro il governo, che si svolse tra il 6 e il 9 maggio del 1898.</ref>, [...], non furono soltanto una rivolta della fame, poiché ebbero anche alcuni caratteri politici abbastanza evidenti. Infatti i tumulti contro il caropane si accompagnarono dovunque alla richiesta, essa pure diffusa dai socialisti, della gestione municipale dei forni; inoltre di fronte alla reazione generalmente molto dura della forza pubblica, i tumulti assunsero il carattere di una lotta elementare per la libertà, tanto è vero che raggiunsero il punto culminante proprio a Milano, dove il rincaro del pane era stato nel complesso meno gravoso che altrove, perché i salari erano un po' più elevati e la disoccupazione un po' meno diffusa; infine l'estrema durezza della repressione governativa, assolutamente sproporzionata alla gravità dei tumulti, accentuò in modo drammatico il carattere politico degli avvenimenti novantotteschi rendendoli memorabili come esempio di operazione reazionaria di vasta portata attuata col pretesto di reprimere un preteso tentativo rivoluzionario. (cap. primo, pp. 55-56)
 
===''La prima guerra mondiale, il dopoguerra, l'avvento del fascismo 1914-1922''===