Guglielmo Ferrero: differenze tra le versioni

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amore nel nord e nel sud Europa
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'''Guglielmo Ferrero''' (1871 – 1942), sociologo, storico e scrittore italiano.
 
===''L'Europa giovane''===
===[[Incipit]] di alcune opere===
===''Grandezza e decadenza di Roma''===
Nella seconda metà del secolo quinto avanti Cristo, Roma era ancora una repubblica aristocratica di contadini, di circa 450 miglia quadrate di superficie, e con una popolazione libera, sparsa quasi tutta nella campagna e divisa in diciassette distretti o tribù rustiche, che non poteva superare le 150 000 anime. Il maggior numero delle famiglie possedevano un piccolo campo; e genitori e figli, vivendo nel piccolo tugurio e lavorando insieme, lo coltivavano quasi tutto a grano, con poche viti ed ulivi; pascolavano sulle vicine terre pubbliche qualche capo di bestiame; fabbricavano in casa gli strumenti rustici di legno e i vestiti, recandosi solo di tempo in tempo nella città fortificata; dove erano i templi degli dei, il governo della repubblica, le case dei ricchi, le botteghe degli artigiani e dei mercanti, per cambiare poco grano, olio e vino con il sale, gli strumenti rustici di ferro e le armi; per assistere alle feste religiose, o compiere i doveri civici. <!--(vol. 1, cap. 1, I piccoli principî di un grande Impero, p. 1)-->
 
===''L'Europa giovane''===
Nel castello di Varzin una sera dell'autunno del 1877 – è un amico, il signor Moritz Busch, che racconta – il principe [[Otto von Bismarck|Ottone di Bismarck]] si era seduto, dopo il pranzo, innanzi al camino e, contrariamente alle sue abitudini, taceva assorto in chi sa quali pensieri, mentre di tempo in tempo, sbadatamente, attizzava con le molle il fuoco. Gli amici intorno rispettavano la sua meditazione, tacendo anch'essi; quando a un tratto, di propria iniziativa, il principe ruppe il silenzio e cominciò un lungo lamento, lagnandosi di aver cavata poca gioia da tutta la sua tempestosa attività di statista e di aver tanto lavorato, senza {{sic|riescire}} a far nessuno felice; non sé stesso, non la sua famiglia, non gli altri! Alcuni dei presenti si prestarono compiacentemente all'ufficio di {{sic|obiettatori}}, e contraddissero che egli aveva invece fatta felice una intera nazione.<br> Ma il principe: "No, no: ho fatto molti infelici. Senza me, tre grandi guerre non sarebbero successe; ottantamila uomini non sarebbero periti; e padri e fratelli e sorelle e vedove non piangerebbero adesso. Di questo – è vero – io avrò a rendere conto dinanzi a Dio; ma ad ogni modo di gioia io ne ho cavata poco o niente da quanto ho fatto; e non ho avuto che disinganni, cure e travagli". <!--(cap. 1, Gli uomini di genio nella storia, pp. 3-4)-->
 
===Citazioni===
*L'amore dell'uomo del sud è l'attaccamento ad una persona, che è sorgente d'intensissimi piaceri sensuali; l'amore del tedesco e dell'inglese è l'affetto per una persona con cui esiste un'affinità di gusti, di idee, di tendenze, rinforzato da una simpatia sessuale. (L'amore nella civiltà latina e germanica, p. 147)
 
===[[Incipit]] di ''Grandezza e decadenza di Roma''===
Nella seconda metà del secolo quinto avanti CristoCris to, Roma era ancora una repubblica aristocratica di contadini, di circa 450 miglia quadrate di superficie, e con una popolazione libera, sparsa quasi tutta nella campagna e divisa in diciassette distretti o tribù rustiche, che non poteva superare le 150 000 anime. Il maggior numero delle famiglie possedevano un piccolo campo; e genitori e figli, vivendo nel piccolo tugurio e lavorando insieme, lo coltivavano quasi tutto a grano, con poche viti ed ulivi; pascolavano sulle vicine terre pubbliche qualche capo di bestiame; fabbricavano in casa gli strumenti rustici di legno e i vestiti, recandosi solo di tempo in tempo nella città fortificata; dove erano i templi degli dei, il governo della repubblica, le case dei ricchi, le botteghe degli artigiani e dei mercanti, per cambiare poco grano, olio e vino con il sale, gli strumenti rustici di ferro e le armi; per assistere alle feste religiose, o compiere i doveri civici. <!--(vol. 1, cap. 1, I piccoli principî di un grande Impero, p. 1)-->
 
==Bibliografia==