Erich Fromm: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
+citazione, ref
Riga 3:
 
==Citazioni di Erich Fromm==
*I [[sogno|sogni]] sono come un microscopio attraverso il quale possiamo vedere gli avvenimenti nascosti nella nostra anima (da.<ref>Da ''Il linguaggio dimenticato. La natura dei miti e dei sogni'', traduzione di Graziella Brianzoni, Bompiani, 1994).</ref>
*Il mio centro è dentro di me. (da ''Avere o essere?'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Mondadori, 2006)
*Il sorriso convenzionale ha sostituito la risata genuina... l'opaca disperazione ha preso il posto di un'autentica sofferenza.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della sociologia'', traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 188. ISBN 9788858015827</ref>
*I [[sogno|sogni]] sono come un microscopio attraverso il quale possiamo vedere gli avvenimenti nascosti nella nostra anima (da ''Il linguaggio dimenticato. La natura dei miti e dei sogni'', traduzione di Graziella Brianzoni, Bompiani, 1994)
*L'[[uomo]] è l'unico animale per il quale la sua stessa esistenza è un problema che deve risolvere. (da<ref>Da ''Dalla parte dell'uomo. Indagine sulla psicologia della morale'', Astrolabio Ubaldini, 1971).</ref>
*L'uomo è l'unico animale la cui esistenza è un problema che deve risolvere. (da<ref>Da ''Psicanalisi e religione'', traduzione di Ugo Varnai, Mondadori, 1996).
*L'uomo moderno, se osasse parlare del suo concetto di paradiso, descriverebbe una visione ove il paradiso sarebbe simile al più grande emporio del mondo, con esposti nuovi articoli ed elettrodomestici. Quanto a lui, fornito dei quattrini necessari per l'acquisto, se ne andrebbe su e giù con la borsa aperta, in mezzo a questo paradiso di elettrodomestici e di merci, purché, beninteso, vi fossero da comprare cose sempre più nuove e in maggior quantità, e, forse, purché i suoi vicini fossero un tantino meno privilegiati di lui.<ref (daname=cont>Da ''Psicanalisi della società contemporanea'')</ref>
*La passione di distruggere la vita è l'attrazione per tutto quanto è morto, in disfacimento o puramente meccanico. (citato<ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, p. 465).</ref>
*Nel diciannovesimo secolo il problema era: Dio è morto; nel ventesimo secolo è questo: è morto l'uomo.<ref (da ''Psicanalisi della società contemporanea'')name=cont/>
*Non è sorprendente che la visione profetica di un'umanità unita e pacifica, di giustizia per i poveri e gli indifesi, trovasse un suolo fertile tra gli [[ebrei]] e che non fosse mai dimenticata? Che quando le mura dei ghetti caddero al suolo, gli ebrei, in numero sproporzionatamente grande, fossero tra coloro che proclamavano gli ideali di internazionalismo, pace e giustizia? Quella che da un punto di vista umano è stata la loro tragedia — la perdita della loro terra e del loro stato — dal punto di vista umanistico fu la più grande benedizione: essendo fra chi soffre ed è disprezzato, furono capaci di svilupparsi e di mantenere una tradizione di umanesimo. (da<ref>Da ''Voi sarete come dèi'', traduzione di Stefania Gana, Ubaldini Editore).</ref>
 
==''Fuga dalla libertà''==
Riga 98:
===Citazioni===
*Si possono scrivere pagine e pagine di descrizione del sorriso della [[Gioconda]], ma il sorriso stesso quale è stato dipinto da Leonardo non potrà mai essere tradotto in parole, e ciò non perché il [[sorriso]] della Gioconda sia così «misterioso». In realtà, il sorriso di chiunque è misterioso (a meno che non si tratti del sorriso frutto di apprendimento, per così dire sintetico, che serve agli scambi commerciali).
 
*La nostra è una società composta da individui notoriamente infelici: isolati, ansiosi, in preda a stati depressivi e a impulsi distruttivi, incapaci di indipendenza, in una parola esseri umani ben lieti di poter ammazzare il tempo che con tanto accanimento cercano di risparmiare.
 
*Il vivere bene non rappresenta ormai più da un pezzo la soddisfazione semplicemente di un'esigenza di carattere etico o religioso: per la prima volta nella storia, "la sopravvivenza fisica della specie umana dipende dalla radicale trasformazione del cuore umano". D'altro canto, una trasformazione del cuore umano è possibile solo a patto che si verifichino mutamenti economici e sociali di drastica entità, tali da offrire al cuore umano l'occasione per mutare e il coraggio e l'ampiezza di prospettive necessari per farlo. (p. 32)
 
*..ben pochi sforzi sono stati compiuti per sondare la possibilità di elaborare modelli sociali completamente nuovi e per metterli alla prova dell'esperienza. In realtà, finché i problemi della ricostruzione sociale non prenderanno, almeno in parte, il posto dell'interesse per la scienza e per la tecnica che occupano attualmente le migliori menti, la [[fantasia]] umana non sarà in grado di dar corpo a nuove e realistiche alternative. (p. 35)
 
*Marx affermava che il lusso è un vizio esattamente come la povertà e che dovremmo proporci come meta quella di "essere" molto, non già di "avere" molto. (Mi riferisco qui al vero Marx, all'umanista radicale, non alla sua volgare contraffazione costituita dal «comunismo» sovietico.) (p. 40)
 
*La differenza tra essere e avere non è essenzialmente quella tra Oriente e Occidente, ma piuttosto tra una società imperniata sulle persone e una società imperniata sulle cose. L'atteggiamento dell'avere è caratteristico della società industriale occidentale, in cui la sete di denaro, fama e potere, è divenuta la tematica dominante della vita. (p. 45)
 
*Naturalmente, si potrà ribattere che l'insonnia è un sintomo fisico al pari di un'infiammazione alla gola o di un mal di denti, e che pertanto è altrettanto legittimo dire che si "ha" l'insonnia quanto dire che si ha la gola infiammata. C'è però una differenza: una infiammazione alla gola o un mal di denti è una sensazione fisica che può essere più o meno intensa, ma che ha scarse connotazioni psichiche. Si può avere la gola infiammata perché si ha una gola, o un mal di denti perché si hanno i denti. L'insonnia, al contrario, non è una sensazione fisica ma una condizione mentale, quella della incapacità a dormire. Se parlo di «"avere" l'insonnia» invece di dire «non posso dormire», tradisco il mio desiderio di rimuovere l'esperienza di ansia, inquietudine, tensione, che mi impedisce di dormire, e di affrontare la manifestazione mentale come se si trattasse di un sintomo somatico. (p. 49)
 
*Le strutture viventi possono essere soltanto se divengono; possono esistere soltanto se mutano. Trasformazione e crescita sono qualità inerenti al processo vitale. (p. 54)
 
*Nulla è reale all'infuori del divenire. (p. 54)
 
*Un'autorità, un'istituzione, un'idea, un'immagine, possono essere introiettate allo stesso modo: io le ho, per sempre protette e difese, per così dire, nelle mie viscere. (p. 56)
 
*Per riassumere: consumare è una forma dell'avere, forse quella di maggior momento per l'odierna società industriale opulenta. Il consumo ha caratteristiche ambivalenti: placa l'ansia, perché ciò che uno ha non può essergli ripreso; ma impone anche che il consumatore consumi sempre di più, dal momento che il consumo precedente ben presto perde il proprio carattere gratificante. I consumatori moderni possono etichettare se stessi con questa formula: io sono = ciò che ho e ciò che consumo. (p. 57)
 
*Gli [[studente|studenti]] e quanto viene loro insegnato rimangono estranei tra loro, a parte il fatto che ognuno degli studenti è divenuto il proprietario di un insieme di affermazioni fatte da qualcun altro (il quale a sua volta o le ha coniate di suo o le ha riprese da un'altra fonte). (p. 60)
 
*Gli [[studente|studenti]] che fanno propria la modalità dell'avere si prefiggono un'unica meta: conservare ciò che hanno appreso», registrandolo esattamente nella propria memoria oppure conservando accuratamente le annotazioni. Non devono né produrre né creare qualcosa di nuovo. In effetti, gli individui del tipo «avere» mostrano la tendenza a sentirsi turbati da nuovi pensieri o idee su questo o quell'argomento, e ciò perché il nuovo mette in questione l'insieme cristallizzato di informazioni che già possiedono. In effetti, per una persona agli occhi della quale l'avere costituisce la forma principale di relazione con il mondo, idee che non possano venire facilmente incamerate (o registrate per iscritto) sono preoccupanti, al pari di qualsiasi altra cosa cresca e si trasformi, e che pertanto sia incontrollabile. (p. 60)
*Il mio centro è dentro di me. (da ''Avere o essere?'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Mondadori, 2006)
 
==Citazioni su Erich Fromm==
*Il libro di Fromm ''L'arte di amare'' diventò proprio la mia Bibbia. Imparai a memoria pagine intere. Semplicemente per il fatto che sentivo il bisogno di rileggerle continuamente. Ricopiai anche dei passaggi del libro e li appesi sul mio letto. Questo Fromm è proprio un paraculo che ha capito tutto. Se la gente si attenesse a quello che lui scrive, la vita avrebbe veramente un senso perché uno riuscirebbe semplicemente a farcela. ([[Christiane F.]])
*''L'arte di non innamorarsi''<br>Letture sconsigliate: Erich Fromm, ''L'arte d'amare''. ([[Gianni Monduzzi]])
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==