Saverio Raimondo: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Circa la sua educazione scolastica dalle suore.}} Non mi hanno neanche molestato: ma come le hanno scelte?<ref>Da un'intervista a ''Il Venerdì di Repubblica''; citato in Riccardo Staglianò, ''[http://stagliano.blogautore.repubblica.it/2013/11/30/ce-vita-prima-della-morte-il-genio-comico-di-saverio-raimondo/ C'è vita prima della morte? Il genio comico di Saverio Raimondo]'', ''Stagliano.blogautore.repubblica.it'', 30 novembre 2013.</ref>
*Ci sono Paesi nel mondo, [[Occidente|occidentali]] e vicinissimi al nostro, dove i [[comici]] [[Satira|satirici]] che fanno [[umorismo]] sulla [[religione]] li uccidono; mentre qui in [[Italia]] un comico [[Bestemmia|blasfemo]] basta pagarlo quattro milioni di euro che diventa catechista in prima serata su [[Rai]]Uno.<ref>Da ''[http://www.minimaetmoralia.it/wp/ridicoli/ Ridicoli]'', ''Minimaetmoralia.it'', 7 gennaio 2015.</ref>
*{{NDR|«Ti manca l'essere preso sul serio?»}} No no, assolutamente no, anzi, è un rischio che cerco sempre di non correre e faccio di tutto per essere sempre ridicolo, ecco. Perché altrimenti il messaggio [[Satira|satirico]] non diventa più satirico. Nel momento in cui un comico viene preso sul serio, ha smesso di fare satira.<ref>Da un'intervista a RadioBue; citato in Damiano Martin, ''[https://www.radiobue.it/intervista-saverio-raimondo-standup-comedy/ Mai prendersi sul serio]'', ''Radiobue.it'', 11 dicembre 2017.</ref>
*{{NDR|«Oggi spesso la [[realtà]] supera l'[[immaginazione]]. Per questo la satira fa fatica?»}} No. Sono stanco di sentirlo dire. Non è vero: la realtà supera l'immaginazione mediocre. La realtà è sempre battibile, è banale e mediocre. La [[fantasia]] può sempre battere la realtà. Certo, bisogna averne i mezzi e la libertà per farlo.<ref>Dall'intervista di Massimo Galanto, ''[https://www.tvblog.it/post/1544191/saverio-raimondo-in-tv-italiana-nulla-di-divertente-censurato-papa "In tv italiana nulla di divertente, io censurato a CCN sul Papa ma non urlo allo scandalo"]'', ''Tvblog.it'', 7 giugno 2018.</ref>
*{{NDR|«Come riassumeresti il tuo stile, il tuo approccio?»}} [[Jazz]]istico: ho un tema, spesso standard; e ci entro e ci esco. E cerco di mettermi costantemente in ridicolo, alla berlina; di non avere alcuna autorità. Questo mi dà il patentino per mettere in ridicolo e togliere autorevolezza a qualunque altra cosa.<ref>Dall'intervista di Adriano Ercolani, ''[http://xl.repubblica.it/articoli/saverio-raimondo-a-proposito-di-stand-up-comedy/86574/ Saverio Raimondo, a proposito di Stand Up Comedy]'', ''Xl.repubblica.it'', 21 febbraio 2019.</ref>
*Il generalismo è morto. Se dovessi fare una mia cosa sulla [[tv]] generalista, non sarebbe generalista. Non ha senso fare del generalismo oggi. Vale per ogni settore: si va sempre più a segmentare. Seguire un obiettivo generalista, dal punto di vista editoriale, è [[Idiozia|idiota]]. E io con l'idiozia non ci voglio avere a che fare.<ref name="Galanto">Dall'intervista di Massimo Galanto, ''[https://www.tvblog.it/post/1653606/saverio-raimondo-ccn-2019-cartone-animato-intervista "La tv generalista è morta. In CCN mi trasformo in cartone animato per fare peggio di Adrian"]'', ''Tvblog.it'', 24 maggio 2019.</ref>
*La [[stand-up comedy]] è come la [[musica]]: bello il disco, ma il live è molto meglio. La stand-up comedy vive del rapporto quasi intimo tra il [[comico]] e gli spettatori. La stand-up comedy più autentica è nei club, non nelle arene o nei [[Teatro|teatri]]. La differenza è come tra il [[porno]] e il [[sesso]] vero: il porno è figo, ma il sesso vero è... vero!<ref name="Galanto"/>
 
{{Int2|''[https://www.internazionale.it/opinione/alessandro-gazoia/2015/02/14/sanremo-saverio-raimondo-comico I linguaggi della comicità]''|Intervista di Alessandro Gazoia, ''Internazionale.it'', 14 febbraio 2015}}
*Insomma, {{NDR|per gli italiani}} [[Daniele Luttazzi|Luttazzi]] sta alla stand-up comedy come [[Fernanda Pivano]] sta alla [[letteratura]] dei grandi americani, con la differenza che Fernanda Pivano non andava a dire che ''[[Sulla strada]]'' l'aveva scritta lei. Questa è un po' una differenza [[etica]], anche se Luttazzi non è riducibile a uno che copia. C'è sicuramente il problema della quantità e qualità di ciò che lui ha "tradotto", usiamo questo termine meno polemico. Perché il materiale che ha tradotto era proprio tanto e soprattutto era quello che faceva la differenza, la roba davvero geniale. Sai, sulla satira, come Luttazzi stesso ricorda, importa il ''tuo'' punto di vista ma quando il tuo punto di vista sull'[[aborto]] è quello di [[Bill Hicks]], quando il tuo punto di vista sulla [[guerra]] è quello di [[George Carlin]], allora... [...] Ma [...] se il suo valore artistico in qualche modo esce ridimensionato, la sua importanza culturale no. Luttazzi ha avuto in questo paese un valore culturale inestimabile.
*Oggi il nostro immaginario collettivo è costruito nelle fondamenta, giorno dopo giorno, dalla [[pornografia]]. E stiamo ''pornificizzando'' tutto, dalla [[politica]] all'[[informazione]]. Lo vedi anche nei dettagli, nell'attacco dei primi piani schiacciati, feticisti. E questo immaginario diventa una forma mentis. Soprattutto se siamo sul web dobbiamo farci i conti. Perché la pornografia è stato il motore della rete, della stessa libertà della rete, e di Twitter e Facebook, alla fine. E se la pornografia è così forte, ovviamente, è perché c'è qualcosa di pornografico già dentro di noi.
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] [...] ha finito con il monopolizzare la satira in Italia, al punto tale che la satira è stata scambiata come la battuta sui politici. Mentre quella è solo una delle possibili possibilità — passami l'espressione — della satira e nemmeno la più stimolante.
 
{{Int2|''[https://www.rivistastudio.com/intervista-saverio-raimondo/ L'importanza di essere ridicoli]''|Intervista di Davide Piacenza, ''Rivistastudio.com'', 8 giugno 2015}}
*In generale la [[comicità]] [[italia]]naitaliana ha preso una sorta di deriva, quella dell'animazione da villaggio — cosa nobilissima, intendiamoci, all'interno di un villaggio vacanze. Ma la comicità è un'altra cosa. Si è creato questo equivoco perché in questi anni in contenitori come ''[[Zelig (programma televisivo)|Zelig]]'' la comedy ha sempre dovuto cercare il minimo comune denominatore per fare in modo di essere per tutti — ma proprio tutti tutti tutti, dal nonno al bambino — e non ha mai potuto perseguire la follia, la sorpresa, che dovrebbero essere le caratteristiche di base del comico. Di conseguenza si è finiti per riparare nel villaggio vacanze [...] proprio per non sperimentare, per non cercare forme che potessero creare qualche brivido in più.
*Pensa a quei comici che quando viene data loro una una vetrina importante — che so, [[Festival di Sanremo|Sanremo]] — fanno il loro pezzo più o meno buono e poi cercano la chiusa [[Poesia|poetica]]. È una cosa terribile, mostruosa: questo paese è stato rovinato dalla poesia. Un comico deve far ridere, non deve né essere poetico né istituzionale.
*{{NDR|Sulla sua definizione di «battutismo compulsivo da [[social network]]»}}. Prima esisteva soltanto qualche community [...], oggi uno la battuta la scrive direttamente su [[Facebook]]. Questo battutismo, però, non è satira, proprio perché è compulsivo, è come [[Dustin Hoffman]] in ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]''. Il più delle volte è mero esercizio, è come fare le parole crociate o il sudoku. Una battuta satirica presuppone che ci sia comunque un'esigenza, un pensiero. E voglio dire: di esigenze di pensieri, nel corso dell'anno, quante ne abbiamo in tutto? Sei? Sette? È lecito fare battute tutti i giorni, ma io penso che sia una ginnastica mentale e non un'operazione artistica e critica come in teoria dovrebbe essere la satira. È il motivo per cui trovo poco interessante per un comico satirico di oggi affrontare l'attualità, intesa come la notizia del giorno: la battuta sul fatto del giorno la facciamo tutti, a tutte le ore e su tutti i social network. Da un prodotto televisivo mi aspetto qualcosa di più.
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*{{NDR|«Come hai scoperto di voler far ridere?»}} Fin da ragazzino ho sempre avuto un certo estro e una grande passione per la comicità. Da bambino amavo i [[film]] di [[Fantozzi]], di [[Charlie Chaplin]]... Poi a 13 anni sono stato folgorato dai [[libri]] di [[Woody Allen]], le sue raccolte di racconti, poi dai suoi film. Quella è un'età in cui si ha molto bisogno di riferimenti, e il mio era Woody Allen.
*In Italia si è creato un equivoco molto provinciale, cioè che stand-up comedy voglia dire fare comicità scorretta su temi scorretti. Ma attenzione: ci sono casi come quello di Jerry Seinfeld, forse lo stand-up comedian con più successo della storia, che non è certo un comico scorretto. Bill Cosby, che è stato un bravissimo [[stupratore]] ma anche un ottimo comico, sul palco era molto corretto e pulito, mai una parolaccia. Carlin, nei suoi spettacoli, passava da un pezzo sulla [[morte]] a uno sulle [[Flatulenza|scoregge]], dall'estremamente reale al gioco di parole astratto.
*La stand-up comedy esiste solo live. Cioè, certo, puoi filmare una serata e trasmetterla in televisione, ma per il pubblico a casa non è più stand-up comedy. Il bello è proprio la promiscuità che c’èc'è tra il comico e la platea, siete insieme lì, in quel posto, spesso e volentieri talmente vicini che con un passo potresti trovarti sul palco e menare il comico, cosa che ogni tanto succede.
*Il mio metodo [...] è il più stupido di tutti: mi siedo, [''ride''] e comincio a [[scrivere]]. Scrivere è molto importante se si parla di battute, perché la precisione anche terminologica è fondamentale per una battuta efficace. E mentre scrivo [[Lettura|leggo]] a voce alta, perché deve funzionare all'orecchio, e tengo il tempo con il piede, come se fossi al [[pianoforte]], perché la comicità è una questione di musicalità.