Giorgio Bocca: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: nota Quarantotto
→‎Citazioni: Pietro Pinna e l'obiezione di coscienza
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*[[Lotta Continua]] è l'organizzazione più articolata e complessa del movimento, la più raziocinante, la più fornita di dirigenti colti. La prima a capire che gli estremismi rozzi degli autonomi e l'insurrezionalismo vetero-sovietista di Potere Operaio e discendenti non hanno alcuna possibilità di affermarsi. (vol. 5, Terrorismo e «caso Moro», p. 24)
*La data storica della rivoluzione culturale e della sovversione giovanile italiana è fissata per l'eternità nel '68, il bel '68 subito mitizzato. E certamente il '68 ha le sue grosse e decisive responsabilità come rivelatore e come autore della grande destabilizzazione. Ma non dimentichiamo che è un altro anno, il 1977, a portare le grandi e definitive rotture, a creare una situazione da guerra civile. Sì, il '68 come il Quarantotto risorgimentale<ref>Il 1848, [[primavera dei popoli]].</ref> è il periodo in cui tutte le carte vengono rimescolate, ma il '77 è quello in cui gli opposti e i diversi si separano, si scontrano, si lacerano, l'anno in cui molti giovani rompono definitivamente con il Partito comunista, con il sindacato, con la cultura operaia. (vol. 5, Terrorismo e «caso Moro», p. 25)
*Gli italiani usciti dal regime fascista e militarista si accorgono che esiste il problema degli obiettori di coscienza quando [[Pietro Pinna]] nel 1948 si rifiuta di fare il servizio militare affermando che per motivi religiosi egli non vuole portare le armi ed uccidere. (vol. 5, Terrorismo e «caso Moro», p. 102)
*Nessuno sembra accorgersi che rispetto ai precedenti segretari [[Bettino Craxi|Craxi]] ha delle idee chiare e una strategia precisa: ritrovare piena autonomia nei confronti sia del Partito comunista, sia della Democrazia cristiana. Insomma quest'uomo di apparato, di potere, di manovre autoritarie è però il primo dopo la Liberazione che veda nel PSI un partito capace di camminare sulle sue gambe. (vol. 6, La crisi delle Istituzioni, p. 76)