Giorgio Bocca: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Le ragioni per cui i giovani intellettuali che hanno guidato le formazioni Giustizia e Libertà dedicano a [[Ferruccio Parri|Parri]], nome di battaglia «Maurizio», una sorte di venerazione, sono molteplici e si riconducono al concetto di uomo completo che in lui sembra incarnato: è uomo di coraggio che ha guadagnato in guerra due medaglie d'argento; è uomo di cultura moderna che negli anni trascorsi durante il fascismo nell'ufficio studi della Montecatini ha seriamente studiato i problemi economici del Paese; è un antifascista quasi leggendario, ha partecipato all'evasione di Turati, è stato condannato al processo di Savona<ref>Processo celebrato nel 1927 contro gli organizzatori dell'evasione del leader socialista [[Filippo Turati]].</ref> ed è stato «Maurizio», il comandante padre dei giorni partigiani, il signore dimesso, dai capelli bianchi e dalla voce nasale che ha insegnato ai giovani qualcosa di quasi sconosciuto nell'Italia fascista e anche in quella crociana: uno humour, una capacità di modestia nell'orgoglio, di misura nella decisione tenace, diciamo una umanità inconsueta nell'Italia tribunizia e massimalista. (vol. 1, Gli anni della rinascita, p. 14)
*[...] a ben pensarci l'impatto grandissimo che [[Adriano Olivetti]] e la sua fabbrica di Ivrea hanno sulla cultura italiana del dopoguerra è che in buona sostanza sono l'unico fatto veramente nuovo, che segna un distacco netto dalla cultura tradizionale italiana: la scoperta della cultura industriale anzi della civiltà industriale. (vol. 2, La società industriale, p. 224)
*Una cosa che manda in bestia la cultura tradizionale e il padronato è che Olivetti si comporta come un principe rinascimentale: invece di fermarsi agli ingegneri e ai tecnici per fabbricare macchine per scrivere, lui raccoglie attorno a sé architetti, pittori, disegnatori industriali, giornalisti, letterati perché ha fatto un'altra scoperta scandalosa per l'Italia di allora: che la libera circolazione delle idee e dei talenti è necessaria alla produzione quanto la competenza tecnica. (vol. 2, La società industriale, p. 226)