Enrico Ghezzi: differenze tra le versioni

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*La società dello spettacolo è solo una piccola crosticina della vera natura della società in cui viviamo, che è la società della registrazione. Dalla fine dell'Ottocento a oggi, l'uomo non ha fatto altro che registrare: ha registrato i propri sogni attraverso la psicoanalisi, grazie ai raggi x ha registrato la struttura del suo corpo e di ciò che c'era dentro, ha registrato i suoni, ha registrato le immagini, in un immenso movimento teso a fermare ogni cosa. <ref>Da un'[[https://www.huffingtonpost.it/2018/06/24/il-governo-m5s-lega-e-gia-un-po-un-regime_a_23466622/ intervista]] di Nicola Mirenzi per ''HuffpostItalia.it'', 24 giugno 2018.</ref>
*La Tv è una grande enciclopedia in cui puoi trovare di tutto. L'alto e il basso. Lo sprofondo e il sublime. Un'arca massacrante in cui ti puoi anche divertire a patto di essere dotato di cinismo estremo. In tv l'unico modo di essere estrosi è aiutare quelli provvisti di talento a tirarlo fuori. Altro non c'è.<ref>Dall'intervista di Malcom Pagani, ''Il Fatto Quotidiano.it''; riportata su ''[http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ghezzi-amari-chi-vero-padre-blob-25-anni-76221.htm Dagospia.com]'', 28 aprile 2014.</ref>
*Ma nella vita quotidiana secondo me si può, non so se si debba ma si può prendere seriamente tutto per gioco e a quel punto - non per giocare il gioco, perché prendere il gioco e poi giocare il gioco facendo finta di essere superiori al gioco è il modo più normale per cadere in tutte le situazioni più... i tranelli spettacolari, autopubblicitari, ideologici... è orrendo, proprio è il modo più fasulllo, perché poi appunto sembra riposare su una coscienza di sprezzatura che resta superiore - a questo punto possono farlo e l'hanno fatto Debord, in parte Carmelo Bene... cioé non è per niente facile fare i dottori in nulla e, come dire, non farei venditori di nulla, cioè di tutto quello che si riesce a vendere. Quindi diciamo che secondo me la possibilità c'è, ma è una possibilità che verifichi subito cioè questa possibilità viene a sua volta venduta, esibita. Le persone possono essere simpatiche, uno può essere un grande musicista o perfino un grande scrittore o persino... però sicuramente non sta uscendo di lì, cioè è ben contento, anche tragicamente, anche laceratamente, è ben contento di occupare una scena, di essere in scena, di riempire la scena con sé o con le proprie immaginazioni [...]. Possiamo benissimo dire che non c'è niente di male, ma sicuramente non è in quell'''altra cosa''.<ref>Intervista a Enrico Ghezzi, [https://youtu.be/yfWxT0d1GsY] su ''youtube.it'', 1 gennaio 2011.</ref>
*Mi piacerebbe che lo scrivere fosse un atto contemporaneo a quello del pensare. E credo anche che l'invecchiamento nella prassi della scrittura dipenda dall'allontanamento fra questi due atti. Se davvero devi ripensare la tua scrittura allora costruisci un romanzo, una cattedrale di parole. Ciò che amo di più nell'altrui scrittura è la notazione secca, precisa, su singole cose. Diciamo il modo in cui lavorava un [[Walter Benjamin|Benjamin]] o un [[Ludwig Wittgenstein|Wittgenstein]]. E mi accorgo di aver tentato di esercitare questo gusto per il micrologico su coordinate generalissime. Ma questo è dipeso in massima parte dall'oggetto che indagavo, cioè il cinema. Nel senso che per me il cinema è una piccola macchinetta che mette in gioco tutte le questioni fondamentali. Innanzitutto il tuo rapporto col mondo.<ref>Citato in Antonio Gnoli, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/06/25/spari-nel-buio.html Spari nel buio]'', ''la Repubblica'', 25 giugno 1995.</ref>
*Non vedo la differenza tra mi piace ed è uno stato mentale. È uno stato mentale di dissociazione psicotica. Secondo me se appena ci si pensa una persona non può non sentirsi come minimo Jackill e Hyde. È un gioco comodo. L'ho fatto davvero come un gioco comodo: montavamo a diversi chilometri di distanza, telefonavo con una mano e con l'altra montavo ''Blob''. Mi piaceva l'idea di contrappormi alla comunicazione televisiva. È quasi un monologo interiore che diventa esteriore. Certo bisogna fare uno sforzo per capire...<ref>Dall'intervista di Geneviève Alberti, ''[http://www.cineforumimperia.it/file/cine_RUBRICHE/rub_interviste/int_ghezzi.html Dissolvenze fuori sincrono]'', ''CineforumImperia.it''.</ref>