Demetrio Volcic: differenze tra le versioni

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*Buona parte dei serbi vive la guerra come legittima, perché sentiva la Jugoslavia come il proprio Stato nazionale, senza porsi la domanda se la visione granserba andasse bene anche ai croati, agli sloveni, ai macedoni. Per i serbi si tratta di traditori che hanno colpito alle spalle i fratelli e dunque non meritano che il disonore. Bisogna salvare dai loro artigli gli ostaggi serbi. (p. 133)
*Ci sono due Slobodan Milošević. Il primo è un uomo politico realista, capo del partito nazionale, già alto dirigente del partito comunista serbo. Una delegazione di studenti di Belgrado voleva incontrare questo primo Milošević, tra l'altro per chiedergli di mettersi da parte dopo una sparatoria contro i giovani scesi in strada. Si è trovata davanti il secondo Milošević, dal comportamento sfasato: come se vivesse in un mondo tutto suo; una figura di stampo folkloristico, popolar-religioso. (pp. 133-134)
*Il politico Milošević prima o poi lascerà la scena. Il Milošević del mito avrà un posto molto più profondo nella coscienza collettiva, checché ne dicano gli intelletualiintellettuali. (p. 135)
*Se Tito avesse ceduto nel 1970 alle pressioni di Zagabria, Lubiana, Belgrado, forse avrebbe salvato qualcosa, ma forse avrebbe solo accellerato i processi in corso. Patriarca ottantenne, più simbolo che realtà, ritirato nella sua isola di Brioni, non poteva invece operare una nuova virata. E forse né lui, né altri avevano ulteriori conigli nel cilindro. È morto al momento giusto, senza dover assistere ancora in vita alla demolizione della propria opera. (p. 166)
*Tito credeva fino in fondo all'amicizia fra i suoi popoli, usciti da una guerra di liberazione ma anche da una guerra civile? Sfogliando gli appunti di allora, ho l'impressione che avesse sempre risposto brevemente e con retorica sbrigativa, dando per scontata la pace conquistata con la guerra partigiana. Su altre questioni meno controverse era capace di attaccare bottoni interminabili.<br>L'equilibrio tra etnie era il risultato di debolezze compensate. Per raggiungerlo, bisognava frenare la componente più forte, quella serba. Su che vulcano Tito stesse seduto si capisce oggi. (p. 167)