Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+1.
→‎Citazioni: Fix wlink. Tutte le omissioni sono nella fonte.
Riga 5:
*{{NDR|[[Friedrich Nietzsche]]}} È un uomo straordinario; su ogni cosa egli ha una sua propria idea, conquistata da se stesso.<ref>Dalla lettera a Friedrich von Preen del 10 dicembre 1878, in Friedrich Nietzsche, Jacob Burckhardt, ''Carteggio'', a cura di Mazzino Montinari, SE, Milano, 2003, p. 55. ISBN 88-7710-588-7</ref>
*La grande sventura ha avuto inizio nel secolo scorso, principalmente per opera di [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], con la sua teoria della bontà della natura umana. La plebe e gli intellettuali ne hanno distillato la dottrina di un'età dell'oro, che non avrebbe mancato di giungere, sol che si fosse lasciato dominare l'elemento nobile dell'umanità. Come sanno anche i bambini, la conseguenza fu una completa dissoluzione del concetto di autorità nelle menti dei comuni mortali, e si è periodicamente caduti preda della violenza pura. Negli strati intellettuali delle nazioni occidentali, frattanto, l'idea della bontà naturale si era trasformata in quella del progresso, ossia del guadagno e del comfort assoluto, pacificando la coscienza con la filantropia. Ma ieri l'altro la Prussia vittoriosa si è vista costretta a proclamare lo stadio d'assedio a königshütte.<ref>I disordini che seguirono allo sciopero del 26 giugno 1871 dei minatori di königshütte vennero repressi solo dall'intervento delle truppe prussiane. {{cfr}} Friedrich Nietzsche, Jacob Burckhardt,''Carteggio'', p. 125</ref><br />L'unico rimedio possibile sarebbe che finalmente l'insensato ottimismo scomparisse dalle menti dei grandi e dei piccini. Neppure il nostro cristianesimo attuale è all'altezza di questo compito, perché, da cent'anni a questa parte, si è troppo compromesso con tale ottimismo. La trasformazione deve venire e verrà, ma Dio sa dopo quante sofferenze. (dalla lettera a Friedrich von Preen da Basilea, 2 luglio 1871<ref>In Friedrich Nietzsche Jacob Burckhardt, ''Carteggio'' , a cura di Mazzino Montinari, SE, Milano, 2003, pp. 92-93. ISBN 88-7710-588-7</ref>; con diversa traduzione, di Luca Farulli, in Sellerio 1993, pp. 180-181.)
*{{NDR|Sull'[[Altare di Zeus|Altare di Pergamo]]}} La scoperta ha il carattere di una eruzione, accanto alla quale, tutte le rappresentazioni delle divinità avute finora, appaiono da un punto di vista formale, inanimate e moderate; inaspettata forza, ancora in serbo, del greco sentire e della loro arte. Perché affiora sempre il pensiero a [[Rubens]], come a quel narratore che supera tutti i precedenti narratori in forza e ricchezza? [...] Accanto ai supremi mezzi dell'arte, il fascino più completo di una improvvisazione di pari potenza, per cui io penso al progetto di ''un'' maestro. [...] Il maestro gode dei movimenti che giungono dal profondo interno della figura e sono al contempo della più grande bellezza ottica. Non si tratta certo di Eἶδος, ma di profondo Πάθος, e di qual genere! (dagli appunti manoscritti delle lezioni di Burckhardt sull'arte antica<ref>Citato in ''Lettere 1838-1896'', p. 276, nota 1.</ref>)
 
===Attribuite===