Christian Rocca: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sulla rimonta-scudetto della [[Juventus Football Club|Juventus]] nella [[Campionato italiano di calcio|Serie A]] 2015-2016}} Alla rimonta non ci credeva nessuno quella sera umida del 29 ottobre 2015. [...] Dopo la sconfitta con il Sassuolo a Reggio Emilia, ero senza parole. [...] Una partita sbagliata ci poteva stare, [...] ma quella era già la decima giornata di campionato [...]. Nove maledetti punti in dieci giornate, e un posto nella metà bassa della classifica. [...] Una Juve che iniziava il campionato così male non si era mai vista. [...] Il campionato ormai era finito, anzi nemmeno cominciato, i tifosi delle altre squadre cantavano a turno di salutare la capolista e i maniaci delle statistiche spiegavano che sarebbe stato addirittura impossibile qualificarsi per la [[UEFA Champions League|Champions]]. Ma nessuno aveva fatto i conti con la Juventus, una squadra ferita che evidentemente viveva il motto #finoallafine come una [[filosofia]] sportiva e non come una campagna di [[marketing]]. E così, tre giorni dopo, il 31 ottobre, è iniziata la più improbabile rimonta mai vista nella storia calcistica moderna.<ref>Da ''Hurrà Juventus. Un anno in bianconero'', annuario ufficiale 2016 Juventus F.C., Magic Press, 2016, ISBN 978-8869132674; citato in ''[http://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2017/01/la-rimonta/ La rimonta]'', ''24ilmagazine.ilsole24ore.com'', 6 gennaio 2017.</ref>
*Un tempo c'era [[Aldo Biscardi]]. Il bar dello sport [[Televisione|televisivo]] era un ritrovo sublime e necessario, dove era consentito urlare liberamente contro l'arbitro cornuto. Poi, una volta usciti dal bar, più o meno si tornava alla vita normale. Quel confine è saltato negli anni della cosiddetta «[[Calciopoli]]», della rivoluzione francese del [[Movimento 5 Stelle|grillismo]], ed è stato sostituito da una Schengen del rutto libero che ha permesso alle polemiche sul [[calcio di rigore]] di entrare nei [[Telegiornale|telegiornali]] e al raffinato pensiero del piove-governo-ladro di prendere il posto delle grandi ideologie del Novecento.<ref name="internet">Da ''Chiudete internet'', Marsilio, 2019, ISBN 978-88-297-0025-7; citato in ''[https://www.ilpost.it/2019/03/25/populismo-italiano-rocca/ Il populismo italiano è cominciato nel '93]'', ''Ilpost.it'', 25 marzo 2019.</ref>
*In [[Italia]] [...] nel 1993 c'è stato uno scontro di inciviltà: da una parte la corruzione politica e dall'altra la via giudiziaria al potere, tutto il resto è stato schiacciato. Il 1993 è stato l'anno delle [[Mani pulite|tangenti]], dei suicidi, della carcerazione usata come strumento di confessione, dei partiti diventati bande da sgominare, dei processi sommari in piazza e sui giornali anziché nelle aule dei tribunali. [...] Il 1993 è soprattutto l'anno in cui si impone l'archetipo dell'«uno vale uno», il primo richiamo, ancora semianalogico, alla democrazia diretta, il modello originale della disintermediazione politica creata dai [[Social network|social]] che va di moda adesso. È l'anno in cui i partiti politici, le televisioni generaliste e i grandi giornali iniziano a invocare il fantomatico «popolo dei fax» che protesta via facsimile contro la classe politica, contro l'establishment e contro l'élite del paese. Il «popolo dei fax» era il commentatore rancoroso di allora, l'antecedente della diretta indignata su [[Facebook]], era qualcosa di simile al primo gruppo parlamentare grillino. Bastava mandare direttamente un fax, per poter dire la propria, per cantarla giusta al potere. [...] Allora non servivano troll, algoritmi e bot russi, c'era un «popolo dei fax» tutto italiano che trovava sfogo in [[Antonio Di Pietro]] [...], nella [[Lega Nord|Lega]] di [[Umberto Bossi]] e del neoconsigliere comunale [[Matteo Salvini]] [...], e nella [[sinistra]] ex [[Comunismo|comunista]] che si macerava tra nostalgia del passato e necessità di cambiare pelle. Il «popolo dei fax» aveva insomma la stessa composizione politica, sociale e popolare della maggioranza di governo [[Populismo|populista]] uscita dalle urne italiane del 2018. Le stesse istanze, lo stesso lessico, lo stesso risentimento. La stessa scorciatoia digitale e lo stesso vento in poppa.<ref name="internet"/>
 
{{Int2|''[https://luz.it/spns_article/christian-rocca-intervista-chiudete-internet/ Chiudete internet]''|Intervista di Michele Boroni, ''Luz.it'', 2019}}
*[[Internet]] è la più grande invenzione di questa epoca, ha migliorato la qualità della nostra [[vita]], le relazioni, i rapporti di [[business]], l'[[intrattenimento]], ha ampliato la nostra [[conoscenza]]. Come per tutte le grandi innovazioni tecnologiche che crescono liberamente però, arrivati a un certo punto, è necessario applicare una regolamentazione. Specie quando si intravedono delle falle gigantesche per il nostro [[Democrazia|vivere democratico]].
*C'è la questione [...] dell'influenza negativa che l'impatto della rivoluzione digitale sta avendo sulla società e sulle democrazie occidentali. Inoltre oggi le nostre società sono molto vulnerabili a causa della disintermediazione e dell'eliminazione dei corpi intermedi, che lasciano spazio ad agenti esterni i quali, attraverso [[fake news]] e hacking vari, diffondono il caos e abbattono la democrazia liberale. [...] Io sono uno che è favorevole all'[[innovazione]], convinto che il [[progresso]] sia inarrestabile e ineluttabile, però forse tutti noi abbiamo esagerato. Voglio dire, io sono sempre stato felice di vedere tutte queste battaglie per abbattere [[sindacati]], [[Partito politico|partiti]], la famiglia tradizionale, i [[Giornale|giornaloni quotidiani]], però alla fine questi facevano da filtro tra il [[potere]] e il [[popolo]]. Se è vero che il risultato è stato maggiore [[informazione]], maggiore possibilità di esprimere le proprie idee, dall'altra parte siamo stati sommersi dagli aspetti meno radiosi, perché ormai è appurato che il modello di business è quello di rendere virali i contenuti, e tutti i messaggi negativi hanno maggiore velocità e presa.
*I giornali con la paura di essere abbattuti, tranne rare eccezioni, inseguono in basso la rete e contribuiscono all'indebolimento del [[dibattito]] pubblico. Molti articoli vengono scritti non solo prendendo spunto dalla realtà digitale, ma sono realizzati per metterli su [[twitter]] con lo scopo di vedere la reazione, per poi scriverne un altro 24 ore dopo sulla reazione che ha avuto su twitter un articolo messo su twitter. È assurdo e deleterio.
 
==Note==