Luigi Anelli: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni di Luigi Anelli: Ulrico Zuinglio (Huldrych Zwingli)
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*[[Martin Lutero|Lutero]] fu più che Riformatore. Vero riformatore era [[Girolamo Savonarola|Savonarola]], che, quantunque infiammasse d'entusiasmo il suo zelo, si credesse ispirato da Dio, e da Dio traesse le sue profetiche rivelazioni, astenne la mano dalle credenze cattoliche, e pose l'ingegno e la parola soltanto a {{sic|ristaurare}} il clero a santità di costumi e sommettere tutti alla pratica de' precetti evangelici per trarli fuori dalla {{sic|marcida}} vita, in cui incaderivano. Lutero levò la mente a più arditi concetti; e più che Riformatore fu iniziatore dello scisma, che divise l'Europa in due Chiese. (da ''[https://archive.org/details/iriformatorinels01aneluoft/page/n8 I riformatori nel secolo XVI]'', 2 voll., Milano, Ulrico Hoepli, 1891, vol. 1, cap. 12, p. 183)
 
*{{NDR|[[Huldrych Zwingli|Ulrico Zuinglio]]}} Robusto ingegno, sillogizzando a suo modo, era venuto in opinioni non consone alla fede cattolica. Non credeva divinamente ispirati tutti i quaranta libri biblici registrati nel canone cattolico, sebbene tutti degni d'autorità ragionevole; la parte umana prevalervi forse alla divina, quindi incerto il domma fondato su un passo tolto indistintamente da quelle pagine; errore poi creder vera una sentenza solo perché vi è scritta. (da ''op. citata'', vol. 1, cap. unico, ''Svizzera - Zuinglio e Calvino'', p. 340)
*[[Guillaume Farel|Farel]] rientrò {{NDR|a Ginevra}} e, previa l'{{sic|annuenza}} del Comune, ricominciò le sue predicazioni, tutte intese a mostrare che i doveri derivano dall'unione con Dio, e consistono in un'intima virtù, la fede, e in una virtù attiva, la carità; il cattolicesimo corrompere il Vangelo con erronee dottrine, e abbandonata la semplicità del culto primitivo, tramutare lo spirito de' divini misteri in {{sic|ispettacolo}} scenico d'atti materiali, muti al cuore de' fedeli. Né si ristava d'accusarlo che guastasse l'idea del dovere con troppe e troppo austere obbligazioni esteriori, trascurasse la predicazione, moltiplicasse i mediatori tra l'uomo e Dio, sì che troncava la nostra intima e diretta corrispondenza colla Mente suprema. (da ''op. citata'', vol. 1, cap. unico, p. 346)
 
*[[Guillaume Farel|Farel]] rientrò {{NDR|a Ginevra}} e, previa l'{{sic|annuenza}} del Comune, ricominciò le sue predicazioni, tutte intese a mostrare che i doveri derivano dall'unione con Dio, e consistono in un'intima virtù, la fede, e in una virtù attiva, la carità; il cattolicesimo corrompere il Vangelo con erronee dottrine, e abbandonata la semplicità del culto primitivo, tramutare lo spirito de' divini misteri in {{sic|ispettacolo}} scenico d'atti materiali, muti al cuore de' fedeli. Né si ristava d'accusarlo che guastasse l'idea del dovere con troppe e troppo austere obbligazioni esteriori, trascurasse la predicazione, moltiplicasse i mediatori tra l'uomo e Dio, sì che troncava la nostra intima e diretta corrispondenza colla Mente suprema. (da ''op. citata'', vol. 1, cap. unico, ''Svizzera - Zuinglio e Calvino'', p. 346)
 
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