Simonetta Agnello Hornby: differenze tra le versioni

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Le luce soffice del mattino entrava dal lucernario e si diffondeva in basso, esaltando il marmo rosato della scala barocca. "Allestitevi, don Totò!", gridava Annuzza. In punta di piedi, si sporgeva dalla balaustra e accompagnava le parole con ampi gesti: "Allestitevi, Sua Eccellenza vi aspetta!". Il cameriere reggeva tra le braccia una grande cesta a fondo largo, coperta da un panno pesante. Ansava a ogni scalino, ma non rallentava, il profumo di pane caldo, olio d'oliva, sarde salate e origano bruciato dava vigore alle sue ginocchia logore.
 
===''La pecora di Pasqua''===
Gesuela era una ragazzina di quattordici anni. Viveva a Favara, un paese su una collina poco lontano da Agrigento, con il padre medico, il fratello maggiore Gianni e Nunziata, la balia, che la amava come una figlia.<br>
Suo padre era forestiero: i suoi genitori erano fuggiti dalla Francia dopo la Rivoluzione ed erano arrivati in Sicilia su una nave dallo scafo blu; dopo varie peripezie si erano stabiliti a Favara, dove avevano aperto una farmacia. Lui era ancora un bambino: a scuola i compagni lo prendevano in giro perché arrotava le erre e non sapeva parlare con le mani come loro.