Mohammad Mossadeq: differenze tra le versioni

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*Che cosa mancava a Mossadeq per essere un vero statista? Per prima cosa era di una ignoranza sbalorditiva. Benché avesse studiato all'estero, ignorava praticamente tutto sugli altri paesi del mondo. Di economia capiva meno che niente. Io non sono un economista di professione, eppure so qualcosa sui fatti e sui princìpi più comuni dell'economia nazionale e internazionale. Come scià ho avuto modo di trattare con un'infinità di funzionari d'ogni genere e di diversa formazione politica, ma in tutta franchezza devo dire che raramente ho trovato qualcuno che, essendo in una posizione di responsabilità, eguagliasse l'ignoranza da lui mostrata dei princìpi più elementari della produzione, del commercio e degli altri fattori economici.
*Erano occorsi circa trenta mesi per far apparire Mossadegh agli occhi di tutti gli iraniani l'incarnazione stessa dell'apprendista stregone, incapace di controllare e dominare le forze distruttrici da lui stesso scatenate.
*Il potere rivela la misura dell'uomo. Alcuni ingigantiscono di fronte alla sfida morale della potenza di cui dispongono, altri invece si perdono. Alla luce dei fatti, Mossadeq si rivelò un uomo assai meschino.
*In apparenza egli non si legò mai ai comunisti, ma in realtà il suo potere era fondato sul loro appoggio e lui stesso non era altro che un loro strumento.
*Le contraddizioni di quel rètore – contraddizioni perpetue – fra parola e azione, i suoi improvvisi e imprevedibili salti di umore – dall'esaltazione alla depressione – il suo passare da certezze violentemente espresse in discorsi isterici a lacrime, singhiozzi, malattie «diplomatiche», commedie macabre: «Io muoio... eccetera», ne fanno un politico difficile da giudicare. Alcuni lo hanno paragonato a Robespierre, altri a un personaggio della commedia dell'arte.